Mary Fairfax Somerville, l’astronoma scozzese che scoprì pianeti e magneti e scalò il Vesuvio

by Caterina Del Grande

Un college, alcuni licei, piazze e strade. La toponomastica non manca per la scrittrice matematica e astronoma scozzese Mary Fairfax Somerville, la prima donna ad entrare nella Reale Società di Astronomia del Regno Unito nel 1835. Ma come tante donne il suo genio non è riconosciuto da una fama internazionale, sebbene sia una delle prime teoriche delle proprietà del magnetismo dei raggi ultravioletti dello spettro solare, con degli esperimenti casalinghi con un prisma, un chiodo e un piccolo martello. Matematica e astronoma sin dall’età di 13 anni quando cominciò a studiare quasi da autodidatta l’aritmetica, Mary Somerville lasciò il segno nel mondo della scienza.

Il padre ammiraglio e la madre volevano che lei si soffermasse sullo studio della Bibbia, per poi prendere i voti. Ma la ragazza amava i numeri, i pianeti. Dimostra sin dalla più tenera età una grande tenacia e un carattere per niente comune. Viene cacciata dalle scuole elementari per aver affrontato una insegnante. Come punizione viene rinchiusa in una biblioteca e qui comincia lo studio appassionato dell’astronomia, che proseguirà nei furti notturni dei libri di scienze. Consulta di nascosto i libri matematici di Euclide. Per distoglierla da materie “non femminili”, viene iscritta ad un corso di cucito, che sistematicamente buca.

Ma non può sfuggire al matrimonio combinato con un lontano parente. Suo marito però muore in guerra nel 1807. In ospedale la scienziata conosce un ispettore sanitario, William Somerville, e scoppia un amore passionale, che sarà molto criticato dai benpensanti. Il nuovo marito la incoraggia agli studi e alla ricerca. Nel 1825 cominciano i suoi primi esperimenti, tutti legati al magnetismo e alla ricerca della presenza del pianeta che disturbava l’orbita di Urano, ossia Nettuno. Con i suoi studi influenzò moltissimi astronomi di epoche successive, dopo aver spiegato in un testo i Principi di Newton.

Durante la sua carriera su richiesta di Lord Brougham traduce anche Mecanique Celeste di Laplace.

Tra i tanti e importanti libri scritti, Physical Geography, del 1848, è il suo lavoro più noto. Per la prima volta, in un trattato di geografia, oltre alla descrizione dei fenomeni fisici di ogni paese, vi era la spiegazione della loro correlazione con terreni, processi atmosferici e del ruolo svolto dall’essere umano nella modifica dell’ambiente naturale e della bio-geografia.

La salute del marito la porta in età avanzata in Italia. In Liguria, in Toscana. Ma è a Napoli che decide di fermarsi. Qui frequenta l’Osservatorio di Capodimonte e studia a 86 anni l’eruzione del Vesuvio, andando alle pendici del vulcano.

A Napoli dice di aver trovato la sua felicità, recuperando la serenità che non aveva avuto da bambina.

Nel 1868, all’età di 91 anni, la sua fu la prima firma nella petizione di John Stuart Mill per il voto alle donne.

Tra le varie onorificenze conferitele in vita venne eletta alla Società Americana di Geografia e Statistica nel 1857, alla Società Geografica Italiana nel 1870, ha fatto anche parte della Società Filosofica Americana

Nei suoi ultimi anni, nonostante l’età avanzata e la salute cagionevole, aveva perso anche l’udito, non smise mai di leggere libri e risolvere problemi matematici.

È morta a Napoli il 29 novembre 1872, i suoi resti sono sepolti nel Cimitero degli Inglesi.

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