Rosalba Carriera, la regina del pastello, che anticipa con i suoi ritratti la leggiadria e la grazia del Rococò

by Elena Marino

Scene graziose, su sfondi di nuvole eteree con vegetazione lussureggiante. Il tutto colorato con leggiadri toni pastello. Era questo il Rococò, termine che deriva dal francese rocaille, ossia le grotte tempestate di conchiglie che si vedevano a Versailles.

Il Rococò si impone dopo la morte del Re Sole, Luigi XIV, del 1715 e si contrappone subito allo sfarzo dello stile precedente, il Barocco, per la sua adorna opulenza e per le forme fluide e decorative.

Una delle più grandi artiste che anticipa il Rococò in Italia e in Europa è la veneziana Rosalba Carriera, nata nel 1673 e morta nel 1757. Le sue opere eleganti e leggere danno il via allo stile del Settecento.

Carriera viene acclamata per i suoi scintillanti pastelli, che contribuiscono ad una svolta estetica imponente rispetto alle opere chiaroscurali, tutte fasci di luce, del Barocco di Artemista Gentileschi e gli altri artisti caravaggeschi.

Rosalba Carriera, soprannominata la regina del pastello, collezionata dai regali e antesignana del ritratto a pastello, nel Settecento è l’artista di maggiore successo d’Europa.

Madre merlettaia e padre funzionario, la pittrice crebbe a Venezia, primogenita di tre sorelle, e passa la giovinezza a creare merletti come la genitrice. Solo in un secondo momento di dedica ai ritratti in miniatura d’avorio per gli interni delle tabaccherie, coi quali si guadagna da vivere. I viaggiatori apprezzano subito la sua opera e Rosalba Carriera inizia così a sperimentare la tecnica delle matite a pastello, fino ad allora mai usata per i ritratti. Una tecnica davvero inusuale. Nuova. Il lavoro sui pastelli la porta a diventare un riferimento per le belle arti.

In quegli anni ritrae aristocratici di alto rango, ricchi mercanti. Il pastello diventa il simbolo del nascente stile Rococò.

Come si sa il pastello è una tecnica a secco, non richiede oli e non necessita di liquidi, pertanto permetteva alla pittrice di realizzare una grande quantità di ritratti e di commesse, anche grazie all’aiuto della sorella Giovanna che dipingeva gli sfondi. Inoltre i ritratti erano su carta e non su tela, quindi molto leggeri e facilmente trasportabili. La Repubblica di Venezia, rispetto agli altri Stati d’Italia ha sempre avuto una tradizione più liberale e questo, per certi versi, era valido anche nei confronti del ruolo delle donne, tanto che alcuni studiosi sono stati portati a pensare che proprio a Venezia, a partire dalla Seconda metà del Seicento, siano nate delle tendenze che abbiano anticipato il femminismo.

Dalle cantanti liriche o alle putte di Vivaldi fino alle scrittrici, il Settecento veneziano era dominato dalle donne.

Nel 1705 Rosalba Carriera viene ammessa all’Accademia di San Luca di Roma, dopo aver presentato la Fanciulla con colomba. Nel 1708 realizza il ritratto per il re Federico IV di Danimarca, mentre l’anno seguente esegue il suo autoritratto conservato oggi alla Galleria degli Uffizi.

Nel 1720, l’artista soggiorna a Parigi dove si trattiene fino agli inizi del 1721 e dove ha modo di lavorare per Luigi XV di Francia, all’epoca ancora bambino, e per il reggente, il duca Filippo II d’Orléans. A Parigi tiene un Diario dove annota con grande precisione tutti i fatti avvenuti durante il suo soggiorno. Nel 1723 compie un breve soggiorno a Modena dove esegue i ritratti delle principesse estensi. Risalgono invece al 1724 i due ritratti dei suoi amici nonché colleghi pittori Marco e Sebastiano Ricci. Nel 1741 inizia il ciclo dei Quattro Elementi conservato alla Galleria Corsini di Roma. Sarà terminato nel 1743. Tre anni più tardi, nel 1746, contrae una malattia agli occhi che negli anni successivi la porterà alla cecità nonostante diversi interventi e la costringerà ad abbandonare la sua attività pittorica.

È a Venezia però che trascorre i suoi ultimi anni, segnati da una profonda depressione causata dalla morte della sorella Giovanna oltre che dalla vista che si andava progressivamente indebolendo.

La sua opera più famosa e più caratterizzante lo stile Rococò è Giovane signora con un parrocchetto dipinto intorno al 1730, uno straordinario ritratto luminoso che cattura per la bellezza e il brio della modella, a cui non mancano malizia e vivacità nella scena del pappagallo che le scosta la veste, lasciandole intravedere con una leggera lussuria il petto.

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