Un giardino per Maria Celeste Nardini, una vita pubblica per gli ultimi

by redazione

Ostinata e delicata. Senza mai una parola di violenza. Così ha definito l’ex senatrice Maria Celeste Nardini, scomparsa nel 2020, Nichi Vendola alla intitolazione a lei dedicata di un giardino nel quartiere Libertà di Bari.

Militante femminista e antifascista. Il suo impegno instancabile per i diritti dei lavoratori e degli ultimi, la sua capacità di dialogo e di cura sono testimonianza della politica intesa come servizio al bene comune.
Maria Celeste Nardini è stata una donna impegnata in politica, intesa come passione e dedizione al servizio dei diritti dei lavoratori e degli ultimi. La sua capacità di dialogo e di cura ha testimoniato il valore della politica intesa come servizio per il bene comune.
Dirigente del PCI fu eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 1994 con Rifondazione Comunista, fu confermata alle successive elezioni politiche del 1996 e ricandidata nella tornata del 2001, in cui risultò prima dei non eletti alle spalle di Nichi Vendola, del quale prese poi il posto nel 2005.
Nel 2006 fu eletta senatrice e, nel corso della legislatura, fu segretaria della 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) e componente della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Maria Celeste Nardini ha incarnato pienamente i valori di uguaglianza sociale e di emancipazione ai quali ha creduto, dedicando la sua vita personale e professionale a costruire una società migliore, più equa e solidale: il suo impegno sociale e la sua militanza politica sono stati il riferimento per tanti giovani a cui ha insegnato che, attraverso il dialogo e il confronto, si possono superare gli egoismi e le divisioni di parte.
“Intitoliamo uno spazio pubblico nel cuore Libertà a una donna che proprio in questo quartiere è vissuta, lasciando una traccia indelebile del proprio impegno civile e della propria passione politica – ha detto il sindaco di Bari Antonio Decaro-. Maria Celeste Nardini è stata senza dubbio una delle figure più belle e coerenti della politica pugliese, apprezzata da chiunque l’abbia conosciuta per il rigore morale e la tenacia, la forza e la sensibilità, la capacità di dialogare e la grande cultura politica, figlia di una militanza appassionata al servizio di un’idea di equità e di giustizia sociale.
Sebbene abbia rivestito incarichi di grande prestigio, è rimasta sempre la stessa, animata dalle stesse idee, dagli stessi valori, da una ricerca costante di un cambiamento necessario che passa in primo luogo dalla tutela dei diritti: delle donne, dei lavoratori, delle minoranze e delle classi meno abbienti. Maria Celeste è stata convintamente, fino all’ultimo, femminista, antifascista e pacifista e non ha mai smesso di credere nella politica come servizio alla collettività. Per quanto mi riguarda, resterà un esempio di come si possa fare politica senza mai dimenticare le ragioni più nobili di un impegno, portando avanti anche le battaglie più difficili e scomode, continuando a confrontarsi con i propri elettori con onestà e determinazione. Per questo sono orgoglioso che d’ora in avanti quest’area di piazza Redentore porti il suo nome e, con esso, il senso di una storia umana e politica di grande spessore, che vogliamo venga ricordata e consegnata alle nuove generazioni”.

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