Violet Trefusis e Vita Sackville-West, il vortice esultante di un amore che vide le anime, ma restò impossibile

by Daniela Tonti

Ti ho messo a nudo tutti i tesori della mia immaginazione. Non c’è un recesso nel mio cervello in cui tu non sia penetrata. Nella mia vita sarà scritta solo una parola :spreco – spreco di amore, spreco di talento, spreco di impresa. 

Violet Trefusis

Violet Trefusis è passata alla storia per la struggente, disperata storia d’amore con Vita Sackville-West e i suoi libri di grande successo che includono sette romanzi brevi e due memorie, sono ormai dimenticati e fuori stampa. 

La sua immortalità letteraria non deriva dalla sua opera, ma dalla sua immagine narrata attraverso ruoli che hanno ispirato altre autrici. In Orlando (1928) di Virginia Woolf, Violet è la diabolica principessa russa Sasha.  

Violet Trefusis, nata Keppel, era bella, brillante e privilegiata. Entrambi i suoi nonni vantavano titoli nobiliari, un conte da una parte e un baronetto dall’altra. Cresciuta in lussuose dimore e abituata a frequenti soggiorni di svago all’estero, parlava correntemente francese e italiano e progettava di diventare una scrittrice. 

Era un’esteta il cui dio era la Bellezza. “Se mai potessi far sentire agli altri l’universo di accecante bellezza che quasi vedo a volte“, ha scritto, “non avrei vissuto invano“.

Sua madre, Alice Keppel, fu l’amante di Edoardo VII, che la giovane Violet conosceva come Kingy. Ma la nascita di Violet era antecedente alla relazione, un fatto che non ha impedito alla scrittrice di alimentare la leggenda sul suo ipotetico lignaggio reale.

Violet Keppel e Vita Sackville-West erano amiche fin dall’infanzia, ma iniziarono a stringere un intenso legame romantico durante la loro adolescenza e alla fine, poco più che ventenni, divennero amanti.

Le lettere sopravvissute, che iniziano nel 1910 quando Violet aveva sedici anni e Vita diciotto, catturano il vortice esultante e angosciante dell’amore così appassionato eppure impossibile.

Nell’ottobre del 1910, la sedicenne Violet risponde in francese a una lettera in cui Vita le chiedeva perché la ama:

Ti amo perché non capitoli mai. Ti amo per la tua meravigliosa intelligenza, per le tue aspirazioni letterarie, per la tua civetteria inconscia (?). Ti amo perché hai l’aria di non dubitare di nulla! Amo in te ciò che è anche in me: la fantasia, il dono delle lingue, il gusto, l’intuizione e tante altre cose…Ti amo, Vita, perché ho visto la tua anima…

Nel decennio successivo, le due rimasero amanti anche se Vita sposò il ricco scrittore e politico Harold George Nicolson nel 1913. Nel 1914 Vita diede alla luce il primo dei loro due figli e Violet, assecondando “una richiesta spietata”, ne divenne madrina. 

Lei e Vita hanno continuato a scriversi intense lettere d’amore e a rubare momenti per incontrarsi di nascosto.

Violet chiamava Vita “Mitya”, abbreviazione di “my Dmitri”, un personaggio dell’opera di Borodin, Prince Igor . Violet in alcune lettere scrisse che avrebbe sposato Vita se fosse stata un uomo. Persino la fantasia del matrimonio era possibile solo se immaginava la sua amata come un personaggio maschile.

Poco dopo il suo venticinquesimo compleanno, nel giugno del 1919, Violet fu costretta a sposarsi. Lo sposo, Denys Trefusis, era un eroe di guerra alto e con gli occhi azzurri. Ma Violet non aveva alcun interesse per gli uomini. 

Aveva due desideri: stare con Vita Sackville-West (per la quale, ha dichiarato, “Commetterei qualsiasi crimine… sacrificherei qualsiasi altro amore“) e guadagnarsi il rispetto del mondo come donna di lettere. 

La relazione delle giovani donne divenne una saga romantica con fughe rocambolesche, soggiorni in più città europee, e valanghe di deliranti lettere d’amore. Dopo qualche anno prevalse l’intervento deciso dei loro mariti imbarazzati e delle temibili madri. 

Lo scandalo fu talmente forte da oscurare l’intera vita e l’intera produzione letteraria di Violet Treifus.

Nonostante le circostanze sempre più proibitive delle loro vite, Violet si innamorò sempre più profondamente. 

Mi hai piegato alla tua volontà, distrutto il mio autocontrollo, mi hai derubato del mio mistero, così che lontano da te non sono altro che un inutile burattino! Un guscio vuoto.

Nel luglio del 1918, la realtà del loro amore impossibile si fa più insostenibile e Violet scrive angosciata:

Che tipo di vita possiamo condurre adesso? La tua, una famigerata e degradante bugia al mondo, ufficialmente legata a qualcuno a cui non tieni…

Io, che non me ne frega niente di nessuno tranne te, completamente persa, miseramente incompleta, condannata a condurre un’esistenza futile e senza scopo, che non ha più la minima attrazione per me…

Nel marzo del 1919, mentre si avvicina al suo venticinquesimo compleanno, Violet diventa ancora più disperata per lo scollamento tra l’intensità del suo amore per Vita e le opzioni concrete di quella storia.

Metti da parte gli abiti scialbi della rispettabilità e delle convenzioni. Conduci la vita che la natura ha voluto che tu conducessi.

Determinata ad avere l’unica cosa che desiderava davvero, Violet aveva pianificato di scappare con Vita, forse per sempre. 

Violet era l’unica amante di Vita che suo marito Harold non poteva davvero sopportare. Minacciò di porre fine al matrimonio se Vita non avesse lasciato Violet, e quando arrivò il momento della verità, Vita scelse la famiglia lasciando Violet a pezzi, con il cuore spezzato.

Sia Vita che Violet avrebbero avuto altri amanti, in gran parte donne ma Vita rimase sempre con suo marito. Alla fine degli anni ‘20 iniziò una relazione con Virginia Woolf e divenne l’ispirazione per il personaggio principale di Orlando. 

Quando Vita Sackville-West morì nel 1962, suo figlio Nigel Nicolson si ritrovò tra le mani un’enorme quantità di documenti privati dalla madre. Tra di essi anche le circa 16.000 lettere che le aveva scritto Violet Trefusis.

Un carteggio appassionato e disperato, che oggi possiamo leggere quasi esclusivamente dal punto di vista di Violet, dato suo marito bruciò tutte le missive ricevute da Vita. Le lettere rimaste sono recentemente state raccolte e pubblicate nel volume Anime gitane, pubblicato da Archinto.

Ma nel profumo pesante della notte inebriantecerco il tuo labbro per una carezza più folle

Strapposegreti dalla tua carne cedevoleRendendo grazie al destino che ti ha fatto mia padrona.

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