Teresa D’Agnessa e le donne di Foggia, Parigi e Milano. Per parlare di bellezza

by Nicola Saracino

“Le donne ucraine sono eccezionali, stanno facendo il massimo per i propri figli. Sento molta vicinanza a loro, questa guerra sta facendo pagare conseguenze terribili soprattutto a loro. La guerra non appartiene alle donne”. Si tinge un po’ di Ucrina, oltre che di femminile, la mostra “Parigi e le donne” di Teresa D’Agnessa. La sala che ospita la Camera del Lavoro della Cgil di Foggia sta vedendo una grande partecipazione di amici e curiosi, oltre che di appassionati di arte in un momento in cui c’è bisogno di parlare di bellezza.

Teresa D’Agnessa ci riesce benissimo, con pannelli che raccontano un viaggio da Foggia a Parigi, passando da Milano. Protagoniste loro, le donne, raccontate da diverse angolazioni ma sempre con l’obiettivo di farle emergere in tutto il loro valore. La bellezza, appunto.

“C’è una parte che prende foto scattate a Parigi nel corso degli anni, dove si evince l’interesse che l’Amministrazione comunale di Parigi ha verso il mondo delle donne, escluse purtroppo da diversi settori. Foto di strade e piazze dedicate a donne, istanti di manifestazioni come quella del 2018 organizzata contro la violenza sulle donne – spiega Teresa D’Agnessa a Bonculture -. Un altro settore riguarda la street art, dedicata a quegli artisti che hanno sempre avuto verso le donne uno sguardo particolare, anche ironico a volte, per sottolinearne il valore”.

Non mancano i pannelli che ritraggono i 40 anni di storia del movimento delle donne a Milano. Periodo ben raccontato da Antonietta Lelario che ha illustrato 40 anni del movimento che dal 1965 al 2005 a Milano ha lottato per l’emancipazione sul piano sociale civile e politico.

“Ho molto piacere di esporre qui alla Cgil, a cui sono legata da un profondo legame – sottolinea la D’Agnessa – l’Auser ha già accolto una mia mostra nel 2015 (Mondo Donna, ndr) quindi è un percorso che continua”.

La mostra fu esposta un paio di anni fa al circolo Le Merlettaie, e promette di “riempire” altri luoghi culturali della città. Perché in questo momento, più che mai, c’è bisogno di parlare di bellezza.

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