Cosa ricordano, gli altri, di noi? Paolo Di Paolo, “Romanzo senza umani”

by redazione

Carlo Greppi, storico quarantenne, parla di “vita potenziale”. Sarmi Zegetusa su Linus dice che è “un Bernhard non incazzato”. Per Fuani Marino, autrice Einaudi, è come “assistere allo spopolamento della propria esistenza dalle sponde di un lago di ghiaccio”. Ma questo romanzo, forse, è soprattutto una questione di clima. O di cielo. Pochi frame per dare l’idea di Romanzo senza umani (Feltrinelli, 2023), l’ultimo libro di uno dei migliori scrittori italiani, tra le voci più autorevoli dell’odierno panorama culturale nonché iperlettore, come si autodefinisce. Mercoledì 29 novembre alle ore 18.30, Paolo Di Paolo ritrova il pubblico della Ubik di Foggia, in occasione del suo nuovo, attesissimo romanzo, tra le uscite “top” di questo 2023. L’incontro rientra nella rassegna Fuori gli Autori, realizzata insieme con la Biblioteca “La Magna Capitana”. Conduce la docente Rocchina Ferragonio, del gruppo di lettura Viaggi tra le righe (Biblioteca).

Romanzo senza umani (Feltrinelli, ’23). Un uomo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo. Ha risposto a email rimaste lì per quindici anni, facendo domande fuori luogo. Ha provato a riannodare fili spezzati. Mauro Barbi, storico di professione, cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza. Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti? Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto.In questo suo Romanzo senza umani, dove gli umani sono a fuoco più che mai, Paolo Di Paolo interroga i disastri climatici delle nostre singole vite. Gli anni senza estate, i desideri furiosi come acquazzoni, il gelo che intorpidisce. E poi il disgelo, che finalmente riporta alla luce.

Paolo Di Paolo. Ha pubblicato con Feltrinelli: Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011; Premio Mondello, Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013; finalista Strega), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019) Premio Viareggio. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, Nanni Moretti. È autore per bambini. Scrive per la Repubblica e L’Espresso.

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