Cultura del bere e respiro europeo portano a Bari il locale dedicato al gin

by redazione

Giovedì 17 novembre a Bari sarà inaugurata Gintoneria – Apulian food & Gin Lovers, un nuovo format ideato dall’imprenditore Ferdinando Longobardi, che unisce l’unicità del gin, con le sue svariate sfumature, alla tradizione culinaria pugliese.

Secondo i dati Istat, in Puglia le persone che consumano alcol fuori pasto sono numerose e il dato supera abbondantemente il 60% già nella fascia 18-19 anni. Quindi è sempre più necessaria una cultura del “bere bene”, come ormai si è consolidata nel settore food. Questo principio, oltre a uno sguardo di respiro europeo ha portato l’imprenditore barese ad aprire questa nuova attività, tra le pochissime nel Sud Italia.

Nasce da un profilo milanese – ha commentato Ferdinando Longobardi – e da una tendenza che sta prendendo piede in Europa. Il gin è una bevanda alcolica che abbraccia sia i giovani che la gente più grande, quindi possiamo sviluppare una filosofia del bere poco ma bene, provando esperienze gustative nuove legando questo prodotto alla nostra cucina”.

Il gin è una bevanda alcolica, che si ottiene dalla distillazione di un fermentato ricavato da cereali (frumento, orzo) e aromatizzato con bacche di ginepro. I primi proto-gin sono stati prodotti in Italia, a Salerno, presso la Scuola Medica Salernitana. Successivamente la formulazione del gin è stata modificata nei Paesi Bassi verso la metà del Seicento ad opera del medico Francisco Della Boe dell’Università di Leida, come rimedio per curare i soldati olandesi che si ammalavano di febbre nelle Indie orientali. Ampio sviluppo poi arrivò a cavallo tra 600 e 700 quando in Inghilterra Guglielmo III di Orange nel 1690 vietò l’importazione di distillati stranieri favorendo la produzione del gin.

Al pari di quella del food, la cultura del bere sta assumendo molta importanza. Il gin è un prodotto per chi veramente sa bere e per chi vuole farlo di qualità anzichè di quantità. Formazione, esperienza e confronto, stimolate dalle stesse etichette, hanno portato me e il mio staff a conoscere bene l’argomento, in modo da offrire esperienze sensoriali, che mancavano nel nostro territorio”.

170 marchi, che verso fine anno arriveranno a sfiorare i 200, con la presenza di gin analcolici, pongono questo progetto come un centro culturale del bere e del mangiare. Una nuova offerta che ben si pone nella visione di una Bari da respiro europeo e internazionale.

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