La piaga del gioco d’azzardo impoverisce lo Stato ed alimenta il ricorso all’usura

by redazione

Il crescente disagio economico di tantissime famiglie italiane, di cui oltre 2 milioni vivono in condizioni di povertà assoluta, ed il crescente ricorso al mercato illecito del denaro, viene costantemente alimentato dal “gioco”, erroneamente individuato da molti come una strada per risolvere i propri problemi economici e che invece sistematicamente li aggrava, al punto che la condizione di emarginazione economica si tramuta, molto spesso, in una grave ed irrimediabile condizione di emarginazione sociale.

Ciò nonostante il governo, con l’approvazione del recente decreto milleproroghe, incrementa l’offerta del “gioco”, destinando le maggiori entrate erariali al Fondo per le emergenze nazionali, una finalità senza dubbio lodevole, i cui oneri sono però a carico dei cittadini. In tal modo s’incentiva l’azzardo a danno di questi ultimi e dello Stato stesso, costretto poi a prendersi cura dei giocatori patologici. In altre parole il governo torna a utilizzare l’azzardo per coprire nuove spese.

Come ampiamente evidenziato dalla Consulta Nazionale Antiusura, una parte significativa di coloro che giocano diventano patologici senza ritorno, rischiano di indebitarsi e di accedere all’usura, trascinando nel vortice della disperazione e della povertà famiglie e amici. Ed anche l’erario si impoverisce, in quanto le spese di cura per la dipendenza da azzardo superano di gran lunga le entrate garantite da questo settore commerciale. I soggetti fragili e maggiormente esposti vanno salvaguardati con provvedimenti che mettano al centro la persona con i suoi diritti inviolabili al lavoro, alla salute, alla libertà, alla legalità. L’azzardo va nella direzione opposta.

Ma sono soprattutto i costi sociali che la collettività si trova a dover sopportare: i tantissimi casi affrontati nell’ambito della Fondazione Buon Samaritano hanno dimostrato che il disagio economico vissuto da una famiglia per effetto del “gioco”, conduce molto spesso alla disgregazione del nucleo familiare, con perdita, nella migliore delle ipotesi, della stima e della fiducia reciproca.

Lo Stato ci rimette, i cittadini ci perdono, il tessuto sociale s’impoverisce e a guadagnare sono solo le concessionarie.

Pippo Cavaliere

Componente del Comitato nazionale di Solidarietà per le vittime di usura ed estorsione.

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