Bollicine al nero con Untouched by Light, lo spumante sloveno interamente prodotto al buio

by redazione

Bollicine nell’oscurità. Si chiama Untouched by Light, il vino che non ha mai visto la luce. Si tratta di uno Chardonnay, prodotto dalla cantina Radgonske Gorice nella regione slovena della Gornjia Radgona. Tutto il processo è al buio, dalla raccolta dei grappoli realizzata usando gli occhiali per la visione notturna, all’invecchiamento in bottiglie nere, in celle a prova di luce, in una cantina completamente nera, per tre anni.

Il vino è reso eccezionale da un metodo e da una conoscenza tramandati nei secoli. Un metodo, quello classico, che ha anche l’avallo dell’Università di California in Davis, che ha condotto delle ricerche sull’impatto della florescenza della luce sul gusto. È stato provato infatti che come per l’olio, anche per il vino, l’esposizione alla luce anche per un breve periodo compromette l’intensità degli aromi e lo sviluppo del gusto.

La luce infatti creerebbe quello che gli scienziati hanno chiamato il “lightstrike”, ossia la trasformazione degli amminoacidi nel vino in composti odorosi spiacevoli (come il dimetil disolfuro), un fenomeno che può rovinare i vini spumanti, specialmente quelli in bottiglie trasparenti ed esposti alla luce, sia naturale che artificiale. Da qui la decisione della cantina slovena di usare il vetro Bown, che filtra il 99% della luce, contro al 50-90% del più classico vetro verde; a confermarlo, è anche la maison francese Piper-Heidsieck, tra i grandi nomi dello Champagne, che nel 2017 ha annunciato il passaggio a bottiglie di vetro marrone per tutti i suoi Champagne, anticipata nel 2010 da un altro simbolo delle prestigiose bollicine francesi, Louis Roederer.


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