Da brillante laureato a contadino, la storia di Michele Russo e degli orti famigliari

by Federica Carretta

Negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo l’idea di realizzare degli orti familiari: superfici di dimensioni ridotte utilizzate per la coltivazione di ortaggi, frutta, legumi, tutto rigorosamente di stagione.

La produzione e la raccolta di questi alimenti è destinata, sotto la guida del conduttore, alla famiglia che ha adottato il piccolo appezzamento di terreno. Bonculture ha intervistato Michele Russo.

La sua idea è nata in seguito alla decisione dell’acquisto di un appezzamento di terreno di mezzo ettaro in agro di San Giovanni. La zona, come afferma lo stesso Michele, è molto particolare, denominata Piana della Grava.

“Questa zona veniva chiamata dagli anziani la valle degli orti poiché presenta delle caratteristiche climatiche tali da essere particolarmente vocata per l’agricoltura, soprattutto per l’aridocoltura (coltivazione in ambiente arido, cioè in assenza di irrigazione ed in presenza di precipitazioni minime, NdR)”.

Dopo aver rimesso il terreno nelle condizioni di essere nuovamente coltivato, nel periodo primavera-estate, comincia a vendere i primi ortaggi in maniera innovativa: crea in un primo momento un gruppo su Whatsapp, chiamato Il tuo orto clienti, dove pubblica le fotografie degli ortaggi raccolti due o tre volte a settimana. Inizialmente, Michele è in contatto con una quindicina di persone, ma nel giro di pochi mesi è riuscito a rivolgersi a un centinaio di clienti. Trovandosi spiazzato dalla mole di persone interessate ai suoi prodotti è in un certo senso costretto a reinventarsi. Così, nel novembre 2018, crea una strategia di marketing in grado di fidelizzare i clienti, rendendoli partecipi in tutto e per tutto al progetto di semina e raccolto dei prodotti della terra.

“E’ proprio in questa fase della mia attività che mi è venuta l’idea di creare degli orti familiari. Ogni famiglia possiede 80 mq (questa dimensione è pensata per soddisfare il fabbisogno alimentare di un nucleo familiare composto da quattro o cinque membri). In questo orticello è la famiglia a scegliere cosa coltivare, in base alle stagioni: il periodo va da marzo a ottobre. In inverno le attività sono fortemente limitate poiché, trovandoci in montagna, la temperatura è troppo bassa per coltivare il terreno. Le famiglie che decidono di dedicarsi a questa attività hanno diritto a una visita didattica al mese”.

L’obiettivo primario del progetto è quello di avvicinare la gente all’agricoltura; le famiglie vengono costantemente aggiornate, mediante filmati e fotografie completi di descrizioni didattiche, dell’evoluzione di ciò che hanno seminato. Altro obiettivo fondamentale è quello di “educare” i clienti alla stagionalità dei prodotti, configurandosi come una meta difficile da raggiungere poiché “purtroppo siamo abituati a mangiare mele e pomodori – ad esempio – dodici mesi l’anno, snaturando sostanzialmente i prodotti stessi”.

“Per mia stessa sorpresa, siamo arrivati alla bellezza di ventisei orti familiari. Ed è bellissimo vedere come tanta gente apprezzi il mio lavoro e il mio impegno in ciò che faccio. Poi, l’ambiente è straordinario: c’è un contorno boschivo che circonda queste radure, zone di origine alluvionale, che sono molto fertili. Per cui, l’orticoltura è ottima”.

L’idea di Michele è quella di estendere l’attività de Il tuo orto, in una forma di orto didattico alla scuola elementare Melchionda di San Giovanni Rotondo. Verso metà maggio, alcune classi verranno ospitate in questi appezzamenti di terreno in cui i bambini avranno la possibilità di seminare alcune colture, costruire spaventapasseri con materiali di recupero e così via.

“Un’altra operazione importante che sto cercando di eseguire è quella del recupero di alcune varietà antiche da inserire gradualmente negli orti familiari, come la fava antica, la rapa dalla testa grande, il pomodoro della Valle di Carbonara, eccetera. Il mio scopo è quello di cercare di unire tradizione e innovazione. Innovazione, perché già il concetto di orto familiare è innovativo di per sé, poi bisogna considerare che mi avvalgo dei moderni strumenti tecnologici che prima non erano assolutamente reperibili: telefono cellulare, social media, e-commerce e via discorrendo; tradizione, perché al cliente viene rivenduto un prodotto antico che porta con sé tutta la sua tradizione, gli usi culinari, credenze popolari e così via”.

Michele coltiva la sua passione per l’orto sin da bambino, non da meno è il suo progetto di portare avanti un tipo di agricoltura naturale e a basso impatto ambientale.

Federica Carretta

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