Global Strike for Future, il domani è in orti e giardini

by redazione
orti

Global Strike for Future. I giovani di tutta Europa hanno inviato un atto d’accusa alla classe dirigente perché agisca in fretta con provvedimenti in grado di “cambiare la rotta” sul clima. “Non abbiamo un pianeta B”. “Siamo l’ultima generazione che può ancora fare qualcosa”, sono i tanti messaggi presenti sui social sui diversi siti internet delle organizzazioni che promuovono la marcia globale per il clima.

La tendenza ambientalista, divenuta una battaglia trasversale senza colori politici, è tangibile anche se si confrontano alcuni numeri sulla passione verde. Cresce non solo il bio, ma la voglia di agricoltura sociale e casalinga, che deriva per il 16,9% da tradizioni di famiglia, per l’11,5% dal desiderio di relax e a seguire per le motivazioni più diffuse, che si individuano nel consumare prodotti più sani (35,4%) e vivere outdoor (29,1%).

Tutti amano coltivare ortaggi ormai, le vere star degli orti amatoriali, seguiti da piante da frutto (38,1%), olivi (29,8%) e viti (25,7%), ma guadagnano terreno anche le erbe aromatiche (32%).

Non a caso le erbe sono anche in tanta programmazione dei Gruppi di Azione Locale sui Monti Dauni, in Irpinia e nelle Murge.

Stando alle rilevazioni, 6 hobby farmer su 10 trasformano i loro prodotti, per lo più in conserve (75,8%) e olio (36,8%), ma anche in vino (20,9%) e miele (12%). Le lavorazioni rimangono sulla tavola della famiglia nel 90% dei casi, ma vengono utilizzate anche per fare regali. Inoltre, più di 1/3 alleva animali, che in 8 casi su 10 sono galline, polli, oche o anatre.

È però il giardino il protagonista del tempo libero, con la tendenza a “far rifiorire” gli spazi domestici (12,8%) come balconi, mini-serre o più semplicemente davanzali, con fiori e piante ornamentali, passione del 36,4%.

Quella degli orti sui terrazzi e dell’agrarian urbanism è una materia di approfondimento e di studio di alcune Università italiane.

L’aumento della popolazione impone un ri-disegno dei centri di produzione del cibo per rendere le città sostenibili, anche grazie alla creazione di nuove economie. Gli atenei di Bologna e Firenze con i loro dipartimenti di Agraria Biologia, Architettura Design, Economia, Ingegneria and Scienze Sociali hanno organizzato un concorso studentesco l’UrbanFarm2019.

3 mesi di tempo per ridefinire locations di sostenibilità. 3 months of time to redesign 3 locations, having a look at the 3 spheres of sustainability.

Tre le città italiana interessate: Bologna, Belluno e Conegliano, caratterizzate da peculiarità diverse.

Gli orti saranno disseminati in luoghi differenti.

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