La gestione del rischio in agricoltura. Intervista a Fabio Santeramo

by redazione

L’attività agricola si posiziona a pieni titoli nella rosa delle attività economiche più a rischio sul mercato. Tale situazione è dettata dalla natura esogena degli eventi (come condizioni climatiche avverse, volatilità dei prezzi e così via), quindi non prevedibili dall’agricoltore. Questa condizione rappresenta uno dei principali temi di dibattito in sede di politica agricola comunitaria. Bonculture ha incontrato Fabio Santeramo, PhD, Cattedra di Economia e Politica Agraria presso l’Università di Foggia.

Sul rapporto ISMEA La gestione del rischio nell’agricoltura del Mezzogiorno, si legge che il Mezzogiorno risulta un fanalino di coda per quel che concerne la stipulazione delle assicurazioni agricole agevolate: solo il 12% delle aziende stipula contratti assicurativi agevolati. Potrebbe spiegarci come mai esiste un divario così marcato tra le attività del meridione e quelle del settentrione?

Il divario tra Nord e Sud è notevole e presente per la gran parte dei prodotti, anche per quelli che maggiormente caratterizzano l’agricoltura meridionale. Le motivazioni alla base di tale divario sono molteplici, di natura sia economica sia tecnica. Difatti le maggiori determinanti del mercato assicurativo sono da ricercare in primo luogo nella leva del prezzo, ovvero del premio assicurativo, e in secondo luogo nelle procedure relative a perizie e risarcimenti. Ma non solo. Il divario, a mio avviso, nasce da una  differente convenienza che il settore agricolo meridionale può riscontrare in un sistema di gestione del rischio che, basandosi su regole e indicazioni nazionali, non si allinea alle peculiarità settoriali e territoriali. In tal senso è l’auspicabile una revisione delle specifiche per consentire una più ampia sintesi delle necessità di realtà agricole alquanto eterogenee.

Potrebbe spiegarci meglio in cosa consistono questi fondi assicurativi e quando gli imprenditori hanno diritto all’accesso degli stessi? (Ad esempio, nel caso di crisi di mercato, le assicurazioni coprono il mancato reddito? Se sì, in che misura?)

Le coperture assicurative sono diffuse in molti settori, e come in altri casi, a fronte del pagamento di un corrispettivo (premio, ndr.), il rischio cui è soggetto l’imprenditore è trasferito contrattualmente ad un soggetto terzo, che nel caso specifico delle polizze assicurative è la compagnia assicurativa. La peculiarità del settore primario consiste nella cospicua sovvenzione della quale può beneficiare l’imprenditore agricolo: attualmente la stipula di una polizza assicurativa cosiddetta agevolata beneficia di un sussidio pari al 70% del premio assicurativo. Lo strumento consente di beneficiare di indennizzo nel caso in cui la produzione sia sensibilmente inferiore a quella ottenuta in anni precedenti. In altri termini, per un imprenditore la cui resa sia stata negli ultimi anni pari a 100 quintali per ettaro, una produzione attuale pari a 75 quintali darebbe diritto al risarcimento da parte della compagnia assicurativa. Sicuramente vi sono tecnicismi da conoscere, ma lo schema generale non è differente da quanto osserviamo in altri settori nei quali è offerta copertura assicurativa.

Le crisi di mercato non sono coperte da tali strumenti esattamente per la ragione che l’assicurazione tutela ex-ante il reddito degli imprenditori agricoli, e non premia ex-post l’imprenditore che invoca un risarcimento statale a seguito di un’avversità  naturale. Il passaggio da una (inefficace e insostenibile) gestione del rischio ex-post ad una gestione ex-ante ha interessato la politica agraria degli ultimi decenni, e si sta completando in questi anni.

Se l’assicurazione è uno strumento che tutela l’imprenditore sui rischi in agricoltura, perché è così restio ad assicurarsi? E quali rischi copre l’assicurazione agricola?

Vi sono diverse cause: la semplificazione non è semplice. Il sistema assicurativo agevolato è limitato ad una lista di avversità, e legato al pagamento del rimborso del premio assicurativo da parte degli organismi pagatori. Se è vero che l’assicurazione contro danni causate da grandine o neve è prevista nel disciplinare ministeriale relativo alle assicurazioni agevolate, è pur vero che non è possibile beneficiare del sussidio al premio qualora siano stipulati contratti assicurativi per danni causati da avversità quali la mosca dell’olivo ovvero l’incendio. Una prima discrasia fra domanda e offerta è quindi da ricercare nella lista delle avversità presenti nel disciplinare e la lista delle avversità maggiormente attenzionate dagli imprenditori. Vi sono però anche motivi congiunturali, che per loro natura sono temporanei, superabili. In particolare, la complessità procedurale e i ritardi nel pagamento delle prime annate di sussidi ai premi assicurativi hanno determinato un clima di sfiducia. È pur vero che queste criticità sono sempre meno rilevanti.

Lei è autore, insieme a Leonardo Di Gioia, del testo La Gestione del Rischio in Agricoltura: Assicurazioni, Credito e Strumenti Finanziari per lo Sviluppo Rurale. Da quali esigenze è scaturita la necessità di scrivere il libro?

Il sistema di gestione del rischio è sempre più importante in Italia e in Europa. Ma non solo. E’ in continua evoluzione. Preso atto che i pagamenti post-calamità (ex-post, ndr) sono interventi inefficaci ed inefficienti, occorre promuovere strumenti di gestione ex-ante quali, ad esempio, gli strumenti assicurativi, ma anche i sussidi per l’accesso al credito e gli interventi di finanza agevolata. Tuttavia, se è vero che gli strumenti sono oggi disponibili e che MIPAAFT, ISMEA, ABI, e Regioni collaborano per favorire la realizzazione degli stessi, è altrettanto vero che i numeri indicano una strada ancora molto in salita. I numeri di partecipazione in programmi relativi all’accesso al credito ovvero alla stipula di strumenti di finanza agevolata sono molto lontani dalle (basse) percentuali di partecipazione nel sistema assicurativo agevolato. Occorre sicuramente aumentare la consapevolezza del settore agroalimentare: la realizzazione del passaggio da una gestione ex-post ad una gestione ex-ante passa anche attraverso una continua e corretta informazione.

Lo sforzo di tecnica che abbiamo voluto realizzare guarda nel testo La gestione del rischio in agricoltura guarda esattamente in questa direzione. Riteniamo sia solo un altro piccolo passo, ma, se il giudizio del Prof. Ghisolfi (vicepresidente e tesoriere del Gruppo Europeo Casse di Risparmio, ndr.) è condivisibile, constatiamo di aver realizzato “un valido strumento di supporto per gli analisti del settore che intendano apprezzare la tematica da punti di vista diversi, avendone uno sguardo d’insieme”.

Federica Carretta

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