La vendemmia record del 2018. Il comparto sta cambiando

by redazione
vino

Un’ottima annata il 2018. L’Italia conta una diversità di vini, vigneti e territori che le permettono di raggiungere un ampio target di consumatori e di stare al passo con le tendenze di consumo.

Il buon andamento della vitivinicoltura è rappresentato innanzitutto da una produzione con un buon rapporto qualità/prezzo e dalla cultura molto marcata del prodotto che regna nel nostro Paese. A sottolinearlo nell’ultimo report del 2018 la rivista specializzata di marketing Largoconsumo.

I dati definitivi sulla vendemmia 2018 sono stati elaborati da Assoenologi (Associazione enologi ed enotecnici italiani), un vero e proprio punto di riferimento per gli enologi, rappresentati per l’85%, tra i quali si contano 4.500 tecnici (di cui il 46% è inquadrato in responsabilità decisionali; il 16% svolge la libera professione; il 64% opera nel Centro-Nord, il 26% nel Centro-Sud e il restante 6% è rappresentato da donne).

Il clima

Il cambiamento climatico ha portato alla luce le potenzialità di territori che non erano vocati alla tradizione vitivinicola. Lo stato di salute del vino italiano promette bene, in particolare ove si considerino quei Paesi che tentano di imitare il made in Italy.

Nel 2018 la pressione delle malattie fungine è stata maggiore rispetto alla norma, pertanto è stata fondamentale in campo l’opera dell’enologo. I dati di Assoenologi 2017, in merito alla passata vendemmia, hanno infatti riportato che la costante siccità e le alte temperature registrate al Centro Sud della Penisola hanno causato una perdita di peso dei grappoli che ha ridotto la produzione rispetto al 2016.

Le stime sulla vendemmia 2018 hanno ribaltato la situazione dell’anno precedente. L’annata, complessivamente, si configura come proficua dal punto di vista produttivo, che riduce il calo della vendemmia 2017, tra le peggiori degli ultimi 50 anni, condizionata innanzitutto dagli eventi climatici.

L’export italiano dipende principalmente da 3 mercati (Germania, Regno Unito e Stati Uniti), l’Italia resta il 2° esportatore. I prezzi competitivi, i vini che si adattano ai gusti del mercato e un’etichettatura piuttosto invitante: sono questi i fattori che consentono al nostro Paese di primeggiare in un mercato sempre più promettente, anche grazie alla crescente fitta rete di Pmi, che sta tentando di penetrare alcuni dei mercati d’esportazione.

La regione del vino si conferma il Veneto con i suoi 12.100 mgl di ettolitri con un +25% rispetto al 2017.

+40% per Lazio e Umbria con 1390 mgl di ettolitri. La Puglia è la seconda regione italiana e supera Sicilia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Lombardia con ben 9750 mgl di ettolitri e un +20% produttivo rispetto al 2017.

Non solo Chianti

È molto lontano il periodo in cui in Italia i vini si raggruppavano, nella percezione da parte dei mercati esteri, nelle sole bottiglie di Chianti. Le varietà di Negroamaro, nero d’Avola, Aglianico e Primitivo sono solo piccoli esempi di come il rosso si sia conquistato il suo ruolo nei territori stranieri.

Cresce anche il Nero di Troia, che sarà il vino del futuro. In Italia crescono le enoteche. Un caso speciale è rappresentato dalla Lombardia che ha registrato nel 2018 988 enoteche rispetto alle 851 di 5 anni fa e alle 786 del 2010. Una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Coldiretti Lombardia su dati Registro imprese e Aida – Bureau van Dijk evidenzia che in 8 anni, la crescita del settore è stata del 25,7%, in 5 anni del 16,1%, stabile nell’ultimo anno (+0,2%).

Il Prosecco rappresenta il 56% delle esportazioni dei vini spumantizzati Dop, con 1.061.738 hl per un valore che si attesta sui 413 milioni. Complessivamente per il 41% degli operatori del settore, le vendite dei vini italiani aumenteranno nei prossimi 2 anni. E in Canada si posizioneranno anche più che dignitosamente: nel 2017 i vini italiani si sono guadagnati un ruolo fra i primi 3 posti. Nei prossimi 2 anni, secondo le previsioni dell’indagine, saranno al 56%. Le esportazioni di vini italiani in bottiglia verso la Cina sono state molto positive, registrando una crescita del 19% in volume e del 25% in valore in rapporto al 2016. Anche la Russia per i vini italiani è un mercato in crescita (+41% in volume e +47% in valore), costituendo il 52% del totale esportato. E sempre in Russia, il comparto dei vini spumantizzati registra una crescita del 20% in rapporto al 2016.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.