Nei trattori in marcia l’Orgoglio Coldiretti. Mario Di Matteo: “La nostra battaglia di verità”

by Micky De Finis

Ormai quei trattori hanno rimorchiato tutta la rabbia repressa per decenni in un’Europa, bisogna dirlo, rivelatasi incapace di tenere a freno politiche miopi che hanno ferito profondamente l’economia agricola.

Una marcia inarrestabile, iniziata in Germania e arrivata in un baleno in Italia,dove non rimane nulla della grande intuizione di Giovanni Marcora, illuminato ministro dell’Agricoltura e delle Foreste dal 1974 al 1980 del Paese.

Fu lui che tentò di rilanciare il settore agricolo da uomo concreto qual era, che conosceva a fondo i problemi dei produttori delle nostre aree rurali, il primo che riuscì a portare nelle sedi comunitarie le ragioni di un riequilibrio delle politiche agricole a favore delle produzioni mediterranee, coniugando le ragioni del progresso tecnico-produttivo con quelle di chi in agricoltura vive e lavora.

Giovanni Marcora

Basta rileggere poche pagine del suo libro “la questione agraria e l’Europa” per capire che il sogno di Albertino, nome di battaglia del partigiano Marcora, si è spento in un melmoso mare normativo che non è servito a salvaguardare ne il settore ne a immaginare una seria prospettiva di riscatto.

Il rumore di questa marcia si avverte forte anche nella Capitanata dove la dinamica del valore aggiunto del sistema locale dovrebbe tornare ad essere predominante per il numero di ettari utilizzati, un vero primato con i suoi oltre 495 mila ettari: dal grano duro, al pomodoro, all’olio di oliva senza dire degli allevamenti di suini, bovini, ovini e pollame.

È stata la Coldiretti a guidare con la sua proverbiale compostezza una marcia che non si sa dove approderà, una discesa in campo in cui le comunità si sono riconosciute e si sono sentite parte attiva, nonostante quei disagi causati dai mezzi che hanno invaso le strade, bloccato il traffico.

“ Orgoglio Coldiretti” è la parola d’ordine che la più grande organizzazione degli agricoltori ha lanciato nelle contrade della provincia di Foggia, mentre il clima è impazzito, i prezzi sono alle stelle e si affaccia sinistro il rischio del sovranismo alimentare.

Mario Di Matteo

Mario Di Matteo, giovane ingegnere che presiede la Coldiretti della Provincia di Foggia non ha dubbi: “È giunto il momento di fare chiarezza una volte per tutte e far sentire forte la nostra voce a Bruxelles perché è lì che sono nati i problemi ed è lì che vanno risolti, senza se e senza ma” dice alla platea che gremiva la sede della Camera di Commercio.

“ Poi è innegabile che servano anche utili interventi a livello nazionale. Dal ripristino dell’esenzione Irpef agli aiuti alle filiere in crisi sino alla moratoria sui debiti. Ma – incalza Di Matteo – vanno cancellate tutte le regole europee che impongono di lasciare terreni incolti, una scelta folle, insensata perché non possiamo nasconderci dietro la concorrenza sleale di quei paesi terzi. Credo servano regole fondate su medesimi standard ambientali ispirati al principio di reciprocità. Questo può significare davvero produrre cibo sano e di qualità come il Presidente Prandini ha ribadito al Governo”.

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