Podere 110, dalla terra alle tavole, fino alle pelle. Fabio Dattoli e la vocazione per l’olio extravergine che ora diventa crema e siero

by Antonella Soccio

Un podere identitario, gli alberi secolari e la voglia di ritornare alle origini. A quell’infanzia perduta al sole, in una delle pianure più produttive d’Europa.

Quella di Fabio Dattoli con la sua azienda agroalimentare Podere 110 è una storia d’eccellenza meridionale. Andata e ritorno e viceversa, Foggia-Roma: Fabio si è ritrovato tra i campi nel 2012 con una professione d’architetto e designer già avviata, ma con l’eco di un passato che non poteva essere ignorato.

La passione per la propria terra e per un prodotto di altissima qualità.

Un lavoro che richiede studio, passione e pazienza. Podere 110 è un sogno, un orgoglio, prima d’essere una vocazione immaginata e decisa sin da giovanissimo. I suoi oli extravergine conquistano i mercati e i premi pugliesi e internazionali.

Il suo olio Siepe, il cui nome deriva dai filari della cultivar Arbequina disposti parallelamente e coltivati per l’appunto a “siepe”, si è aggiudicato il primo posto nella selezione regionale di oli extravergine dell’AIS (AssociazioneItaliana Sommelier) al Vinitaly 2022 tra oltre 110 aziende. Siepe è il miglior olio EVO di Puglia e sfata un luogo comune che vuole gli oli leggeri prodotti solo da Peranzana o da alberi d’ulivo ad alto fusto. L’olio di Podere 110 è infatti ottenuto dalla varietà Arbequina, coltivata per lo più con impianti intensivi.

Terzo posto anche nella categoria fruttato intenso con il Forteré.

Sin dal lontano 1939 la famiglia Dattoli possiede un podere dell’Opera Nazionale Combattenti, il numero 110, il fabbricato tipico e un po’ sottovalutato, per via delle reminiscenze fasciste, del paesaggio rurale del Tavoliere delle Puglie, ma così essenziale, razionale, funzionale.

Architetto per vocazione, esteta ed amante del sublime, il quarantenne Fabio Dattoli ha abbinato la sua passione per il design alle tradizioni di famiglia, come la raccolta delle olive.

«È stato difficile differenziarsi nei concorsi- racconta- Partecipiamo dal 2018 e all’inizio non c’era molta aspettativa per un metodo di coltivazione innovativo. Al primo tentativo abbiamo subito avuto un riconoscimento internazionale», spiega l’imprenditore, che ha scelto una molitura a ciclo continuo a freddo, con due fasi a trazione a bassa temperatura.

Ciclo agricolo, tempo di raccolta delle olive, tempestività, maturazione, temperatura della molitura. Tutto incide nella qualità di un olio.

Fabio Dattoli ogni anno vive tre raccolte diverse, ciascuna per ogni varietà d’oliva coltivata nei suoi dieci ettari di pianura. L’oliva Leccino matura presto e subito diventa nera, l’Arbequina necessita di una raccolta meccanica, la Coratina è una qualità tardiva.

A Podere 110, il ciclo colturale delle olive viene eseguito con criteri di coltivazione biologica, così da assicurare un prodotto esente da qualsiasi fitofarmaco. Inoltre le olive vengono monitorate costantemente in fase di maturazione e colte ad inizio invaiatura così da esprimere al meglio i sentori e le caratteristiche del frutto e contenere i livelli di acidità.

Le bottiglie di Podere 110 bianche e nere, yin e yang, opache col marchio e il logo serigrafato a creare una fortissima brand identity preservano l’olio il più possibile dalla luce e ne conservano al massimo le caratteristiche organolettiche, come il primo giorno.

LA NOVITÀ

Dalle straordinarie qualità antiossidanti dell’olio e dalle proprietà emollienti e curative dello squalene, nasce il nuovo progetto di Podere 110: la cosmetica.

Grazie alla partnership con un laboratorio cosmetico pugliese, sono già ideate e pronte per la produzione una maschera viso istantanea e un siero.

Dalla terra alle tavole, fino alle pelle. Solchi, zolle ed epidermide. Podere 110 ama le sfide e vuol rivelarsi anche al tatto, oltre che al gusto.

«L’olio consente per noi un importante investimento per lo sviluppo del filone del wellness- rimarca Fabio Dattoli- Mi piacerebbe poter trasformare il mio podere in un luogo di ricettività agricola e di benessere. Oltre alla vendita diretta, vogliamo regalare una esperienza anche tattile che possa raccontare la nostra idea, il nostro luogo di produzione, che è una tradizione che identifica e ci proietta nel futuro di una agricoltura in cui provare, a volte sbagliare, lavorare, appassionarsi e vincere».

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