Amici e parenti a casa della neomamma: regole di bon ton nel libro ‘Il piccolo non è un bambolotto’

by redazione
Il piccolo non è un bambolotto

Non è facile essere mamma, soprattutto quando arriva il primo figlio. Perché gli ormoni continuano ancora per un bel po’ a comportarsi anarchicamente, perché il nuovo arrivato non ha un libretto di istruzioni che aiuti a capire i motivi per cui piange disperatamente o non vuole dormire. E perché parenti e amici ci mettono il carico.

Spesso questi ultimi lo fanno involontariamente perché vorrebbero semplicemente dare una mano alla neomamma, ma sfortunatamente nella maggior parte dei casi i consigli si trasformano in una vera e propria dichiarazione di guerra che lascia sul campo dei feriti. E si rovinano i rapporti familiari e persino amicizie di vecchia data. Eppure la mattanza potrebbe essere evitata. Come? A spiegarlo è il libello ‘Il piccolo non è un bambolotto’ della giornalista foggiana e mamma Germana Zappatore (acquistabile su Amazon e su ilMioLibro.it).

L’intento è già chiaro nel sottotitolo: ‘Lettura semiseria per neomamme stressate e serissimo galateo per parenti, amici e tuttologi’. Il piccolo manuale, quindi, è rivolto sia alle neomamme “affinchè si sentano più tranquille nel constatare che ci sono difficoltà comuni a tutti i genitori e che possono essere superate con una battuta, un sorriso o con uno stoico atteggiamento di impassibilità”, sia alle persone che la circondano. “Tutti sanno tutto su allattamento, malanni di stagione, coliche, nanna e svezzamento – si legge nella prefazione – ma (quasi) nessuno conosce il modo più giusto di parlarne. Questo gap è, nella maggioranza dei casi, la causa principale dei dissapori familiari”.

E così l’autrice prende in esame tutti quelli che sono gli argomenti di ‘ordinaria’ conversazione post-parto attraverso quelle frasi-tipo che non conoscono distinzioni geografiche, sociali o storiche come dimostra il fatto che ogni mamma, almeno una volta nella vita, se le è sentite dire: “se fosse mio figlio…”, “lascialo piangere così si aprono i polmoni”, “se corri da lui ogni volta che frigna lo vizi, sono solo capricci”, “fate subito il secondo così crescono insieme”, “ora la tua vita non sarà più come quella di prima”, “sei sicura che il tuo latte sia sufficiente?”, “non provi vergogna ad allattare in pubblico?”, “torni già a lavorare con tuo figlio così piccolo?”.

Per ogni situazione l’autrice solleva le neomamme da ogni responsabilità e suggerisce agli altri come affrontare (o non affrontare) l’argomento. “Il tema è affrontato con ironia e apparente leggerezza – ha spiegato l’autrice – ma ritengo sia fondamentale per la salute di mamma e bebè. Il periodo immediatamente successivo al parto è molto delicato: ci ritroviamo improvvisamente con la vita completamente stravolta, ci sentiamo stressate, ci basta poco per piangere, siamo tutte a rischio depressione post-partum, ci sentiamo inadeguate e incapaci di accudire nostro figlio. Per questo motivo chi ci circonda, dal compagno al parente fino all’amica, svolge un ruolo importante per aiutarci a preservare la nostra salute soprattutto mentale. Anche se l’istinto materno fa molto, servono pure i consigli di chi ne sa più di noi purché siano dispensati in maniera corretta e, quindi, senza toni perentori, inquisitori e accusatori che verrebbero presi in malo modo da una persona molto sensibile come lo è appunto una donna che ha appena dato alla luce il primo figlio”.

“In queste pagine, quindi, non si vuole togliere la voce o la libertà di parola a chi circonda la puerpera – ha precisato – piuttosto si danno delle dritte su come affrontare certi argomenti durante i primi mesi di vita del bebè. Perché non bisogna mai dimenticare che dalla salute della mamma dipende quella del neonato, esattamente come accade nei nove mesi di gravidanza quando tutti sono gentili e premurosi con l ’intento già chiaro nel sottotitolo: ‘Lettura semiseria per neomamme stressate e serissimo galateo per parenti, amici e tuttologi’ donna incinta proprio per proteggere la piccola e fragile vita che è in grembo. Ecco, l’atteggiamento dovrebbe essere lo stesso anche subito dopo il parto”.

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