Don Aniello Manganiello e l’arte di educare (i bulli) con il cuore

by Antonella Soccio

Paolo VI definiva l’oratorio come un’istituzione complementare alla famiglia e alla scuola: un luogo in cui giocare soprattutto, col compito educativo verso tutti i ragazzi del territorio, non solo verso quelli che lo frequentano.

Da circa un mese a Foggia, l’oratorio dell’Opera Pia San Michele, da sempre fucina di talenti dello sport e di tanti operatori del sociale nati e cresciuti nel gruppo Scout, fa discutere la presenza di un gruppo di bulli, che ha costretto il parroco ad “inventarsi” delle misure restrittive, chiedendo l’accompagnamento dei genitori e l’iscrizione a quanti volessero fruire delle attività. La dispersione scolastica in Capitanata è molto alta ed è forte il rischio che i ragazzi diventino manovalanza per la criminalità organizzata nel territorio della Quarta Mafia, crocevia dei traffici europei di stupefacenti.

Da qualche giorno l’allarme bullismo è rientrato, anche grazie alla presenza del prete antimafia di Scampia don Aniello Manganiello, che l’altra sera in piena campagna elettorale per il ballottaggio (Foggia è l’unico capoluogo pugliese che non ha chiuso la partita al primo turno) ha dato una bella lezione ad educatori, sacerdoti e a quanti intendono impegnarsi nella società civile.

“Siamo cuori di periferia e non periferici”, hanno scritto i parrocchiani più presenti e coinvolti nelle attività. Le parole di don Aniello hanno scosso le coscienze, come sempre. A suo avviso, anche i bulli possono e devono essere accolti.

“Penso che i giovani non si sentano amati a sufficienza da noi adulti. L’arte di educare è principalmente un’opera di cuore e forse nella strategia educativa manca proprio l’amore, il cuore, la pazienza, serve attivare l’iniziativa di andare verso i giovani e non solo che loro vengano da noi, se non scatta il cuore non possiamo dare le colpe ai ragazzi. Questo oratorio è uno spettacolo di bellezza e di ragazzi, ci possono essere 12 facinorosi che si sentono rifiutati, ma non possiamo begare loro di far parte della comunità”.

Don Aniello ha chiamato in causa tutte le agenzie educative, la chiesa la parrocchia le associazioni, la scuola, parlando di una alleanza educativa.

“Il loro gesto di violenza nei confronti del campo e degli altri ragazzi è da leggere come una richiesta di aiuto, un sos, questi ragazzi danno un messaggio rivolto agli adulti, hanno bisogno di essere accolti ed amati. Lasciare da sola la famiglia o ritenere che sia l’unica responsabile è sbagliato. Il ruolo degli adulti deve essere un ruolo educativo nella società”, ha detto sul palco.

Molti candidati, a cominciare dal vicepreside di un istituto professionale, l’Ipsiaa Pacinotti, Giovanni Bodanese insieme alla dirigente scolastica Irene Sasso hanno proposto una consulta scolastica e un team di esperti per monitorare e sostenere la qualità dell’offerta educativa della scuola. L’obiettivo è la realizzazione di un osservatorio sulla dispersione scolastica, purtroppo ancora dilagante a Foggia adottando strategie di supporto e di integrazione, condivise.

Sono forti le criticità in un’altra periferia foggiana, il quartiere CEP.

Accanto al degrado urbanistico e degrado sociale, con le famiglie collocate nei container a cui è stata tolta ogni dignità, fattori che determinano l’incremento dei fenomeni di criminalità: dispersione scolastica molto elevata e che favoriscono l’incremento della criminalità, con l’assenza di controllo del territorio da parte dello Stato, assenza di videosorveglianza, ci sono tante azioni non svolte. Dagli spazi verdi da recuperare al recupero della palestra plesso Vittorino da Feltre in via Alfieri o dell’ex scuola dell’Infanzia Comunale Giovanni XXIII, attualmente utilizzata da un’associazione per disabili in viale Kennedy. I cittadini chiedono anche che la struttura in via Alfieri (ex campo vigili urbani) possa essere un servizio reso al territorio, così come la riqualificazione del mercato rionale, promessa dal sindaco uscente nei giorni scorsi.

Parco giochi, ripristino dei servizi pubblici, sottratti indebitamente ai ragazzi e scarsa presenza delle forze dell’ordine per le azioni di vandalismo ad opera di piccoli gruppi di teppisti sono tra le priorità di una periferia sempre più marginale e dimenticata.

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