Le storie di verità universale per bambini ribelli. Il successo di Francesca Cavallo

by Anna Maria Giannone

Ai bambini questo tempo di pandemia ha richiesto uno degli sforzi più difficili. A loro, mai nominanti in decreti e ordinanze, abbiamo chiesto, senza avere strumenti per spiegare, di rinunciare a tutto: scuola, socialità, nonni, aria aperta. Con loro in casa molti genitori condividono emozioni difficili da gestire, ansia per il futuro, timore per la salute.

A questi piccoli cittadini dobbiamo delle spiegazioni e operazioni come quella di “Dottor Li e Il virus con in testa una corona”, racconto scritto da Francesca Cavallo, diventano uno strumento di grande valore in mano a genitori, educatori, insegnanti che vivono la quotidiana relazione con l’infanzia.

Dopo il successo planetario di “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, scritto assieme a Elena Favilli, il romanzo uscito nel 2019 per Feltrinelli “Elfi al Quinto Piano”, e una fitta produzione dedicata all’infanzia spaziando fra letteratura, teatro e nuove tecnologie, Francesca Cavallo – pugliese trapiantata a Los Angeles – torna dunque a parlare ai bambini del presente.

Scaricabile gratuitamente dal web (www.bit.ly/undercats), il libro unisce alla storia le immagini di Claudia Flandoli – artista specializzata in illustrazione scientifica per bambini. Protagonista è Lin Wenliang, l’oculista cinese che per primo si è reso conto della diffusione del virus nella città di Wuhan, dando l’allarme all’inizio dell’epidemia. Un eroe, verrebbe da dire, o semplicemente un bravo medico che svolgendo il suo lavoro ha aiutato il mondo intero, un professionista la cui lungimiranza è stata inizialmente scambiata per pericoloso e infondato allarmismo.

Già tradotto in ben 12 lingue, il libro è stato scaricato da migliaia di lettori, segno di come anche questa una volta Francesca Cavallo sia riuscita a intercettare una necessità vera dell’infanzia, colmandola attraverso la letteratura.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistata.

Dai tempi di Timbuktu magazine hai messo al centro del tuo lavoro l’attualità per raccontarla ai bambini. Da cosa è nata questa ispirazione?

È nata dalla mia convinzione che i bambini non sono cittadini del futuro, ma cittadini del presente e vanno trattati come tali. Bisogna trovare il modo di raccontare ai bambini quello che gli accade intorno, senza mai volerli scioccare, ma volendo farli sentire parte attiva del mondo che li circonda. Credo che questo modo di pensare alla letteratura per l’infanzia sia anche un modo di dare un’attuazione più completa alla Convenzione dei Diritti dell’Infanzia. Non si tratta sempre e soltanto di raccontare storie vere, anche le storie di finzione possono aiutarli a far luce su temi che stanno attraversando il loro presente, questo è – per esempio – ciò che ho voluto fare con “Elfi al quinto piano” il mio primo romanzo per bambini uscito lo scorso Novembre con Feltrinelli.


“Storie della Buonanotte” è stato un successo planetario. Cosa credi che abbia determinato una risposta così grande? C’era un vuoto nei confronti dell’infanzia che avete in qualche modo colmato?

Credo di sì. Nessuno può mai essere certo di tutti i fattori che determinano un successo (o un insuccesso), ma credo che alcuni aspetti abbiano influito in modo particolare: per esempio, il cortocircuito generato dal genere della fiaba con la biografia, è qualcosa che era immediatamente comprensibile a tutti ma anche fortemente innovativo. In più, le storie della buonanotte si inseriscono in modo molto chiaro nella giornata di una famiglia, e questo ha senz’altro “tenuto la mano” dei lettori e creato un momento di condivisione all’interno della famiglia che molti hanno apprezzato con grande slancio. Ovviamente, il successo del libro testimonia anche l’enorme vuoto presente (in larga misura tutt’oggi) nei media per bambini quando si tratta di storie che abbiano protagoniste femminili che non cadono nei soliti stereotipi triti e ritriti delle principesse.


Anche questa volta hai sentito la necessità di parlare della realtà ai più piccoli, senza edulcorarla. Come si rende la realtà, anche più difficile, comprensibile ai bambini?

La cosa più importante è capire quali aspetti di una storia vera si prestano a esprimere una verità grande e universale. Le storie belle in generale e ancora di più quelle per bambini hanno questa necessità, quando vogliono arrivare al cuore e non essere solo un diversivo.

Come hai lavorato con Claudia Flandoli per le illustrazioni di Dottor Li e Il virus con in testa una corona”?

Avevo postato sui miei canali social una call per illustratrici un paio di settimane prima del lancio. Mi sono arrivate in pochi giorni 130 candidature, quindi la parte più difficile è stata esaminare tutte le candidature. Quando ho visto i lavori di Claudia ho capito subito che la sua esperienza con l’illustrazione scientifica per bambini poteva essere molto importante per la storia e il suo stile mi sembrava molto adatto alla storia. Il lavoro con lei è stato relativamente facile, siamo riuscite a comunicare molto bene e velocemente. È stato davvero un piacere lavorare con lei e spero che ricapiti presto un’altra occasione di collaborare!

Ha scelto di rendere il libro scaricabile gratuitamente. Ne farai un’edizione cartacea finito questo momento di blocco?

È possibile. Devo dire che è molto bello ricevere il feedback dei bambini e scoprire quali parti della storia li incuriosiscono particolarmente e di che cosa vorrebbero sapere di più. Se lavorassi a una versione cartacea credo che mi piacerebbe espandere un po’ la storia.


In molte occasioni hai ribadito la necessità di parlare all’infanzia del valore della disobbedienza. C’è nella letteratura un personaggio “disobbediente” a cui sei particolarmente legata?

Joe di Piccole Donne!


Nel 2020 ricorre l’anniversario della morte di Gianni Rodari, che rapporto hai con il suo “uso rivoluzionario dell’immaginazione”?

Un rapporto molto bello! Aiutare i bambini a usare l’immaginazione come uno strumento per conoscere il mondo è sempre stata la mia ossessione.

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