“Oceano Madre”, il progetto che lega l’alfabetizzazione oceanica alla lotta contro gli stereotipi di genere

by Germana Zappatore

Tutto è partito da lei, “sua profondità” la biologa marina Sylvia Earle. Americana, classe 1935, la Earle oggi è uno degli emblemi della lotta agli stereotipi di genere.

Laureata in biologia marina negli anni in cui alle donne veniva sconsigliato di proseguire gli studi, è conosciuta nel mondo come “l’oceanografa dei record”: a 13 anni la prima immersione, negli anni Cinquanta è stata una delle prime donne a immergersi con le bombole, unica donna in mezzo a settanta uomini nel 1964 ha partecipato ad una spedizione per esplorare l’Oceano Indiano, nel 1979 ha stabilito il record di immersione senza ausilio di un sommergibile raggiungendo i 381 metri di profondità nelle acque delle Hawaii. E poi à stata la prima donna a ricoprire l’incarico di scienziato capo per l’Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica (NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration), ha progettato sottomarini, creato l’organizzazione “Mission Blue che aiuta ad estendere le aree protette dell’oceano, ed è stata esploratrice per la National Geographic Society, ha effettuato studi sui danni provocati all’ecosistema da alcuni incidenti petroliferi (Golfo Persico, Alaska e Golfo del Messico). Ha ricevuto 15 titoli accademici ad honorem e ha prodotto oltre 150 pubblicazioni scientifiche. Il “Time” l’ha definita “First Hero for the Planet” (“Eroe del pianeta”), per la Biblioteca del Congresso di Washington lei è una “Living Legend”, e dal 2000 è una delle donne della “National Women’s Hall of Fame”. Oggi, a 87 anni, gira il mondo tenendo conferenze e partecipando a campagne e iniziative per la salvaguardia degli oceani.

E oggi proprio da lei prende spunto il progetto “Oceano Madre”, un percorso scientifico di alfabetizzazione oceanica rivolto alle classi prime degli istituti secondari di primo grado di Foggia. Ideato dall’Associazione Mira in collaborazione con il Polo Biblio Museale di Foggia, la Piccola Compagnia Impertinente e l’Associazione “Gaia Research Institute”, finanziato con “Futura. La Puglia per la parità” (l’avviso del Consiglio regionale della Puglia per la realizzazione di progetti culturali finalizzati alla decostruzione degli stereotipi di genere), “Oceano Madre” mira a coniugare la conoscenza dell’oceano quale luogo dove si è evoluto il primo essere vivente e che come una madre ha permesso l’evoluzione sia delle specie marine che di quelle terrestri, con il contrasto agli stereotipi di genere e alla povertà educativa.

Il tutto attraverso una serie di tappe che accompagneranno gli studenti per un anno e che prevedono incontri con esperte naturaliste, biologi, medici veterinari esperti di animali marini e con Piero Carlino (Direttore del Centro Recupero Tartarughe Marine del Museo Naturalia di Calimera nel leccese) presso l’Auditorium Biblioteca La Magna Capitana l’8 giugno in occasione della Giornata mondiale degli Oceani. Previsti anche lo spettacolo teatrale “Oceano Madre” ideato e curato dalla Piccola Compagnia Impertinente presso giardino Museo di Storia Naturale e il prossimo ottobre un percorso di Biologia Marina al Museo di Storia Naturale di Foggia.

“Lo scopo – ha spiegato Luciana Stella dell’Associazione Mira e responsabile del progetto – non è solo quello di avvicinare gli studenti alla biologia marina affinché imparino a conoscere il mare e i suoi abitanti, a sentirli più vicini, ad amarli e rispettarli. Vogliamo renderli dei veri e propri attivisti mostrando loro che non esistono limiti, che tutto è possibile, che tutti possono fare tutto. Ed è per questo che siamo partiti dalla figura della Earle a cui sarà dedicato lo spettacolo teatrale”.

“Abbiamo aderito con entusiasmo perché si tratta di tematiche a noi molto care e perché l’approccio un po’ diverso e molto creativo di questo percorso è il modo migliore per coinvolgere attivamente i ragazzi” ha evidenziato Gabriella Berardi, Direttrice del Polo BiblioMuseale di Foggia.

“Percorsi come questi – ha evidenziato Guido Pietroluongo, medico veterinario esperto di animali marini – servono per far comprendere ai giovani che il mare è una grande risorsa per un futuro sostenibile, ma anche per il loro futuro perché può essere per loro la fonte di ispirazione per nuovi sbocchi lavorativi”.

In realtà “Oceano Madre” è una sorta di secondo capitolo di “Ocean Literacy”, un percorso di alfabetizzazione oceanica che l’anno scorso aveva coinvolto solo l’Istituto Comprensivo Santa Chiara/Pascoli/Altamura di Foggia. Oggi, invece, sono ben 10 le scuole medie che parteciperanno al progetto.

“Io credo molto nella territorialità – ha evidenziato Milena Sabrina Mancini, Dirigente della Scuola Media Bovio che è stata scelta come location per l’avvio delle attività – e nelle istituzioni che collaborando intervengono all’interno della scuola per completare i nostri percorsi. Percorsi che nella nostra scuola hanno puntato molto sulla legalità, l’inclusione e la parità di genere. Insomma, questo progetto è assolutamente coerente con quanto facciamo con i nostri studenti e, quindi, non potevamo non esserci”.

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