“Io leggo perché”: Alfonso Santamaria incontra gli studenti dell’ IPSS Olivetti di Stornara

by Alessio Walter De Palma

Novembre con i suoi primi freddi, il vento, le “foglie morte” di prevertiana memoria, i negozi già addobbati a festa per il prossimo Santo Natale, l’ autunno inoltrato che anticipa il futuro imminente inverno è il mese dedicato, altresì, alla lettura, sebbene ovviamente il leggere è un toccasana per tutto l’anno. Ormai da anni il Ministero dell’ Istruzione e del Merito promuove la lettura attraverso il contest “io leggo perché”, nel nostro territorio di Capitanata un’ attenzione particolare – come ogni anno – è stata rivolta dall’ Istituto superiore “Adriano Olivetti” di Orta Nova, con sedi anche a Carapelle e Stornara, per volontà della dirigente Prof.ssa Maria Carbone e dei referenti del progetto i prof Paola Grillo e Arturo Gianluca Di Giovine.

 Dopo gli incontri dedicati al Genio di Italo Calvino nel centenario della nascita, il contest si è concluso presso la sede dell’ Ottico di Stornara, ospitati dal centro polifunzionale sotto l’ attenta cura del referente di plesso il prof Marco Oliano e dei docenti dell’IPSS, con l’ incontro con l’ autore Alfonso Santamaria, scrittore, psicologo, sociologo ed educatore, autore di cinque romanzi, il cui focus è stato sul terzo pubblicato da PAV per la collana “Storie di vita” nel 2022: Non ho mai fatto male a nessuno, libreria gemellata Point di Cerignola.

“Da lettore a scrittore” il Leitmotiv dell’ incontro dello scorso 11 novembre, suscitando l’ interesse della platea giovanile estremamente attenta, partecipativa e curiosa. Tanti i temi affrontati: dal rapporto tra letteratura ed arti visive; all’ ispirazione poetica per poter scrivere un romanzo; alla consapevolezza di sé e degli altri; al pensare alle conseguenze siano esse positive sia negative del proprio agire; sviluppare un proprio senso critico e civico attraverso il pensiero critico.

 Non ho mai fatto male a nessuno, testo analizzato pregnante di argomenti “toccanti e importanti” – come affermano gli studenti – con il substrato di un senso di colpa perenne ed “involontario” quasi kafkiano, per il non aver pensato alle conseguenze. Il testo breve ma intenso – poco più di cento pagine – affronta temi vicini alle nuove generazioni e non solo: bullismo, aborto, aiuti umanitari, anoressia, bulimia, conversione religiosa, disagi psichici e psicologici, violenza di genere, femminicidio, razzismo, Covid, solitudine. In due ore di incontro si è spaziato tra queste tematiche universali, aspaziali ed atemporali, alle quali nessuno di noi può esimersi o come fa Alfredo, il protagonista del romanzo, che come afferma l’ autore stesso in minima parte è autobiografico, girarsi dall’ altra parte, perché prima o poi la voce o meglio le voci della nostra coscienza ci rimbombano in testa, come accade per il protagonista. Umberto, Leila, Marco, Cesare, Anna, Marcello, Ismael, Elenia rappresentano la coscienza sporca di chi ha agito in maniera egoistica, superficiale, atea per poi davanti alla morte fare i conti con Dio e con chi: “non ha mai fatto male a nessuno”.

Una lettura scorrevole, “breve, ma intensa”, come giustamente la definiscono gli studenti, passando dallo psicologico al fantasy, dall’ horror allo splatter, dal giallo all’ ironico, quell’ ironia che serve a smorzare l’ intensità dell’ intero racconto.

L’ incontro si conclude con la lettura di passi intensi e caratterizzanti che vogliono insegnarci qualcosa, come l’autore stesso ci scrive a pagina 107:

“Cos’hai imparato da questo viaggio, Alfredo?”

“ Che la salute è un dono, che la stabilità economica è un dono, che tutta la vita in sé è un dono! E i doni vanno condivisi. […] dobbiamo impegnarci al massimo per assecondare i bisogni degli altri […] Ho capito di aver fatto tanti sbagli, vivendo in modo superficiale, egoistico e meschino! La vita deve essere basata sul coraggio, sulla fede in Dio, sulla lotta per i diritti, senza mai dimenticarsi di essere caritatevoli!” […] Ognuno di noi pecca ogni giorno in modo più o meno consapevole. […] Dovremmo imparare a prenderci del tempo per guardarci dentro, per capire chi siamo davvero, quali sono i nostri limiti e quali i nostri talenti, per domandarci come ci vedono gli altri. Tutti abbiamo colpe”.

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