Magna Capitana, Letteratura per ragazzi: un premio d’eccezione. Con libri che aiutano a immaginare e sognare

by Enrico Ciccarelli

Circa una settimana fa lo scrittore Davide Grittani si è occupato sul Corriere del Mezzogiorno dei premi e dei festival letterari in Puglia. Tanti, in una Regione con un numero di lettori fra i più bassi d’Europa, spesso più eventi mondani che culturali. Giudizio severo ma con più di un fondamento; proprio per questo va salutata molto positivamente l’esperienza in controtendenza del Premio di Letteratura per Ragazzi «La Magna Capitana». Un’iniziativa della Regione Puglia, attivata tramite il Polo Bibliomuseale d’intesa con il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese, che ha coinvolto oltre duecento scuole, proposto settantaquattro titoli, chiamato a votare più di tremila e cinquecento ragazze e ragazzi dai sei ai dodici anni e più.

Presentato nel nuovo spazio open air della Biblioteca, il Premio e le sue finalità sono stati illustrati dal dirigente regionale Aldo Patruno, dal presidente del Consorzio Teatro Pubblico Pugliese Peppino D’Urso, da quello della Fondazione Monti Uniti Aldo Ligustro, dalla dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Maria Aida Episcopo, oltre che dall’anfitrione, la direttrice della biblioteca Gabriella Berardi. Una sorta di compagnia di giro sempre presente nelle cose migliori del territorio in ambito culturale.

Non poteva non esserci Milena Tancredi, componente della qualificatissima Giuria tecnica, che ha portato nel Premio l’esperienza della magnifica Biblioteca Ragazzi della Magna Capitana. E non potevano non esserci loro, le ragazzine e i ragazzini che hanno un libro per amico, e hanno incontrato i vincitori al Teatro Giordano.

Vincitori in numero di tre, come le buste di Mike Bongiorno. Per la categoria 6 8 anni il vincitore è Sergio Olivotti, autore di «Si fa presto a dire elefante» (Rizzoli)

«È un bestiario fantastico, il mio secondo, perché bazzico sempre un po’ quel genere fantastico alla Rodari, con nonsense e realtà ribaltata» dice Olivotti «Un bestiario fantastico che però è monorazza, perché parla solo di elefanti, una sessantina. C’è un esile filo narrativo, ma naturalmente ci sono le schede dei vari elefanti descritti, come l’Ikelefante, che non nasce, ma arriva in una scatola di montaggio»…

È un romanzo di fantascienza distopica «La mamma in polvere» (Carmelozampa editore) con cui Pino Pace ha vinto nella categoria nove-undici anni.

«In questo mondo del futuro prossimo si possono comprare dei robot liofilizzati in comodi sacchetti. Messi nella vasca da bagno diventano automi di carne e ossa che sostituiscono i genitori nei compiti più gravosi, e dopo sei mesi si guastano» racconta Pace «Ma una di loro, Iside, non si guasta; i genitori vogliono riportarla indietro, ma la bambina capisce che c’è qualcosa in più e scappa con lei, dando vita a un’avventura coinvolgente e ricca di colpi di scena»

Ed è infine «14» (Lapis edizioni), delicatissima storia di un’amicizia adolescente fra Italia e Polonia, ad imporsi nella categoria 12+. Lo ha scritto Malusa Kosgran, curatrice dell’impareggiabile sito lestoriedimalusa.com

«14 è un romanzo per quella fascia di età, forse anche qualcosa in meno, diciamo dagli undici anni a salire» dice lei «Racconta la storia di un’amicizia che però comincia alla fine del romanzo. Dinamiche di un destino che tende a unire persone che lo ignorano. Complice di quest’amicizia è un personaggio che piace molto ai lettori, nonna Gaia. Le due ragazze sono molto diverse fra loro, a dimostrazione che a volte le migliori amicizie nascono fra persone che non si somigliano affatto». Gran belle storie, gran bella cosa. Libri che aiutano a immaginare e sognare. Premi che aiutano a credere che immaginare e sognare abbiano senso.

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