Rosanna Gaeta e la cura de I Dialoghi di Trani. «Non sono la sagra del libro, ma occasioni di crescita culturale»

by Antonella Soccio

È la Cura il tema della XXII edizione de I Dialoghi di Trani, dove il 15 settembre , dal 20 al 25 e il 29 settembre, si metteranno a confronto, in azione e in scena forme, esperienze e esigenze di cura maturate in ambito medico-sanitario, scientifico, ambientale, politico-sociale, didattico, etico-filosofico, letterario, artistico facendo interagire la pluralità dialogante delle diverse voci.

La cura è tensione e azione, è un’attenzione che si traduce in un fare. Un fare che accompagna da anni la direttrice artistica e ideatrice della kermesse, l’intellettuale Rosanna Gaeta.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistata.

Come si arriva ad un tema così complesso?

Con grande fatica ovviamente, la scelta del titolo come il resto dell’organizzazione nascono dagli avvenimenti che durante l’anno si susseguono e che vengono ritenuti più urgenti. Quest’anno non poteva non essere la cura, il tema, se partiamo dall’elemento dei cambiamenti climatici, che alcuni ancora non riconoscono. Il cambiamento climatico dipende da quello che non si è fatto, e tutto quello che si continua a fare, dalle devastazioni delle foreste all’inquinamento, ma questo è un argomento attorno al quale rifletteremo ampiamente.

Abbiamo la collaborazione de La Fabbrica del Mondo, un format che vede la presenza di Marco Paolini, in prima posizione, il quale sarà con noi. Avremo Mario Calabresi per il tema dell’acqua, centrale nell’agenda 2020. Ma cura non è solo ambiente, è cura delle relazioni, cura del mondo del vegetale e del mondo animale, e significa in una accezione globale, una prospettiva nuova per il pianeta.

Nel programma c’è anche un momento importante di studio sul terrorismo italiano insieme alla Treccani. Come lo avete definito?

L’evento con Giovanni Bianconi è stato pensato per le scuole superiori e per gli incontri delle mattine, è curato dalla Fondazione Treccani, il terrorismo è un fenomeno che ancora oggi non è chiaro, tante cose non sono definite, non si capisce che cosa sia stato e che cosa abbia comportato. Le giovani generazioni devono essere guidate per comprendere

L’Associazione La Maria del Porto, nata a Trani nel 1993 e che ha dato vita ai Dialoghi è apartitica. Eppure oggi è forte il tema della cura delle parole, per non sminuire le verità ormai assodate sulla stagione degli anni di piombo…

Certo, la cura delle parole è al centro degli eventi organizzati dalla Treccani. È perché manca la cura che assistiamo a tanta violenza sulle donne, vi è una mancata cura della parola, che si traduce in violenza verbale, nei giudizi, e in violenza fisica quando spesso le donne vengono violate. Ancora oggi persiste questo atteggiamento qualunquista, che è machista verso la donna.

Come si spiega tanta violenza e così efferata nei confronti delle donne? Sono gli ultimi colpi del patriarcato?

Penso che nelle giovani generazioni si sia liberato qualcosa che un tempo non c’era, oggi ci sono meno freni, meno costrizioni, molta meno educazione che veniva dalle scuole e dalle famiglie. Credo che scuola e famiglia abbiano fallito la loro funzione educativa, i genitori con i loro comportamenti delegano e i comportamenti sono ancora più aggressivi e arroganti.

Qual è la risposta dei ragazzi e delle ragazze agli eventi a loro dedicati? Cosa vi chiedono le scuole?

In particolare ci chiedono du rendere attiva la presenza dei ragazzi, abbiamo affidato loro la conduzione di qualche talk, hanno fatto dei blog, molte cose sono nate all’interno dei gruppi scolastici organizzati. Alcune loro produzioni avranno il riconoscimento dei crediti formativi, alcuni lavoreranno come volontari, altri intendono realizzati video e filmati.

Ci sono anche i Dialoghi Kids….

Questa è una sezione straordinaria, perché gestita da due librai fantastici, Enzo Covelli e la moglie, illustratrice per la letteratura dell’infanzia. Sono due persone estremamente consapevoli e radicate che riescono a portare centinaia di bambini e ragazzini, loro li entusiasmano , con incontri e laboratori.

In Italia, in Puglia sono nate tantissime iniziative attorno ai libri. Cosa rende i Dialoghi di Trani diversi?

Nei Dialoghi, il sottotitolo è Idee, Libri e Autori e in questo si differenziano, i Dialoghi non sono la sagra del libro, c’è il libro sì, ma per quel che riguarda la riflessione che ne deriva, il dibattito aperto, la cifra è sempre il dialogo che trova riscontro in questa faticosa nostra preparazione sui temi e sugli abbinamenti, si mettono insieme scienziati, intellettuali, giornalisti, scrittori. Anche la scelta del moderatore è difficile, è tutto molto pensato non c’è nessuna improvvisazione, è tutto stato già definito, il programma viene fuori dal lavoro che dura un anno.

I Dialoghi sono più simili al festival di Modena, a Sarzana, sono occasioni per riflettere.

Molte iniziative sui libri ricalcano i format televisivi, con grandi palchi e contenuti vaghi inferiori alle promesse del programma. I Dialoghi invece si sono mantenuti integri….

I Dialoghi proprio no, non vogliono essere televisivi, sono occasioni di crescita culturale, anche da noi ci sono le star, ci sarà Luisa Ranieri, ma sempre dentro un contesto di riflessione.

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