Sudestival 2020, il cinema italiano in Puglia

by Claudia Pellicano

Il mare d’inverno è una delle suggestioni più potenti e poetiche che il territorio possa offrire. Lo hanno compreso gli ideatori di Sudestival, il festival del cinema di Monopoli giunto quest’anno alla ventunesima edizione. La kermesse organizzata dall’Associazione Sguardi ha lo scopo di valorizzare la Regione Puglia attraverso un’offerta cinematografica unica in Italia, mirata a destagionalizzare il turismo e a soddisfare la sempre più crescente domanda di cultura.

Per dieci fine settimana, dal 10 gennaio al 13 marzo 2020, autori e spettatori avranno la possibilità di confrontarsi sul cinema italiano, in una serie di incontri che vedranno sia la proiezione di anteprime che di film già presentati presso altre rassegne.
Sudestival punta molto sul dialogo tra spettatori e autori e sulla creazione di nuovo pubblico di sala, in particolare di una comunità giovane di cinefili che sappia apprezzare i canali più tradizionali, oltre all’offerta in streaming.

Il festival ha, tra le altre cose, l’obiettivo di fidelizzare il pubblico attraverso un’attenzione sempre costante sul cinema italiano, che spesso non raggiunge i grandi schermi e una risonanza apprezzabile. È anche occasione di conoscenza del territorio: una Regione che raggiunge il suo acme turistico durante l’estate, da due decenni viene valorizzata anche nei lunghi mesi invernali. Oltre alla gastronomia, al mare, al paesaggio, al turismo, la Puglia adesso punta sul cinema per formare e informare il pubblico di domani.

Se il Sudestival è il grande schermo del cinema italiano, è anche un osservatorio privilegiato delle varie sensibilità autoriali, un modo per osservare e quasi “auscultare”  lo stato di salute della settima arte. Che mette in atto in modo trasversale, ritraendo il mondo degli adulti, ma riservando uno sguardo molto attento anche ai giovani, depositari di una possibilità di futuro diverso e unici in grado di rompere con un sistema dominante. La selezione di quest’anno conferma la convivenza e la contrapposizione tra questi due mondi. Il direttore artistico e “agitatore culturale” Michele Suma sottolinea, in particolare, la centralità delle nuove generazioni: «Guardare ai ragazzi è un segno di generosità». Lo spirito aggregante del festival è il segnale che non bisogna cedere all’odio e alla paura. In fondo i film sono storia dell’universale, «romanzi di formazione che parlano a tutti i giovani».

La manifestazione aprirà  il 10 gennaio con una celebrazione del ventennale de I cento passi, il film di Marco Tullio Giordana su Peppino Impastato.  Il regista terrà, inoltre, una masterclass sull’importanza del cinema civile e della memoria collettiva, e presenterà Il rosso e il nero, il romanzo scritto assieme al giornalista Lirio Abbate.

La sera dell’11 gennaio vedrà invece protagonista un attore al suo esordio dietro la macchina da presa: l’anno scorso abbiamo assistito al debutto di Valerio Mastandrea con Ride, quest’anno toccherà a Marco Bocci con il suo A Tor Bella Monaca non piove mai.

Il programma (che verrà presentato per intero l’8 gennaio a Bari) comprende lungometraggi, corti, film d’animazione e documentari. Il “cinema del reale”, come descritto da Michele Suma, annovererà opere come Sono innamorato di Pippa Bacca, violata e uccisa durante un suo viaggio artistico, Scherza con i fanti, sulla storia d’Italia, Se c’è un Aldilà sono fottuto, una riflessione su Claudio Caligari, Tony Driver, una vicenda alla Don Chisciotte, e Centoventi contro Novecento, sulla ormai leggendaria partita di calcio tra le due troupe di Bertolucci e Pasolini; fuori concorso Il terremoto di Vanja, sul nostro Paese così bello e fragile.

Non mancherà, come ogni anno, un tributo ai film che hanno fatto la storia del cinema italiano. Quest’anno la sezione “Gli imprescindibili” renderà omaggio alla lunga e versatile carriera di Carlo Delle Piane, scomparso lo scorso agosto.

Il Sudestival non aspira ad essere solo occasione, ma moltiplicazione di conoscenza. In tale ottica s’inscrivono i gemellaggi con Firenze, Trieste e l’Armenia, dove vengono riproposte le opere della rassegna. È assieme, una sorta di scuola di cinema per i giovani, un percorso conoscitivo, un mezzo per attirare sia visitatori fuori stagione che operatori del settore, e un set cinematografico a cielo aperto, dove molti autori tornano per girare. Crea coscienza e aiuta la filiera cinematografica. È soprattutto un ulteriore passo verso un’idea di rinascita di un Sud non più ai margini del Paese.

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