Arte&politica, i capolavori hanno i minuti contati

by redazione

Nell’epoca social odierna dal forte appeal burlesco e machiavellico, magari immotivato ed insensato in “direzione ostinata e contraria”, potrebbe parallelamente rendersi altrettanto meno evanescente un paragone “competitivo” tra arte e politica, laddove, nei meandri del periodo attuale dagli scenari post industriali, e sovente follemente surrealistici, ci può tornare più che adeguato cominciare con prendere in considerazione aforisticamente Ennio Flaiano quando affermava che I capolavori hanno i minuti contati.

In ambito revanscista certo, o populista che si voglia, l’apoteosi ed il collasso quasi, tra real politick ed il profetico esito nefasta del Capitale di C.Marx, tra Internazionale Socialista e Terza Internazionale, tanto da far erigere il cittadino medio, per lo più ipercritico, ossessivo a centellinare e dispensare con accuse spesso vituperanti, appartenenze di sorta, il fautore integerrimo dell’equazione più tremendamente trendy dei tempi (senza dimenticare un certo indeciso e determinante astensionismo che lo celerebbe invece oltremodo), più o meno come se Carcarlo Pravettoni stia all’economia, come Vanna Marchi a Mario Draghi.

Teatro dell’assurdo

Nessuno ha mai scritto, dipinto, scolpito, modellato, costruito o inventato se non per uscire letteralmente dall’inferno, affermava l’inventore del teatro dell’assurdo Antonin Artaud; tutto questo mentre solo nel 2013, l’Italia presentava un Pil pari a quello del 1993 (in senso di decrescita ed in termini di maggiore recessione dagli ultimi cinquant’anni). L’autore nella sua opera dovrebbe essere come Dio nell’universo, presente ovunque e visibile da nessuna parte (Gustave Flaubert). Il corto circuito Isis, su scala globale, nelle diverse e balorde etichette di rivendicazione, nel culmine dal 2015 al 2016, con la più che prossemica ambiguità della Turchia di Erdogan, fanno tracimare a Firenze i dissidenti di Forza Italia con Salvini “Io leadear”. Adesso posso dire che l’arte è una sciocchezza (Arthur Rimbaud).

Le coop rosse

E sempre nel 2016, nello stesso periodo novembrino, quando L’America chiamata al voto faceva insediare D.Trump come quarantacinquesimo presidente degli Usa alla Casa Bianca, il Referendum Costituzionale (fortemente ispirato e voluto dall’allora presidente del consiglio e leader Dem M.Renzi) ne sanciva con la vittoria del “no”, anche il suo sostanziale declino. La pubblicità è l’unica forma d’arte che l’America ha inventato e sviluppato affermava Gore Vidal, e tanto per restare nel recinto della penisola del Belpaese, nel 2015, si impongono sugli scenari cronachistici nazionali i fenomeni artatamente endemici di Mafia Capitale per un verso, e lo scandalo degli appalti truccati dalle cosiddette Coop Rosse.

Mentre sempre per sostare un attimo con la mente e la storia negli ultimi mesi del 2016, in autunno, il crollo del cavalcavia in Brianza, segnava il primo grave campanello d’allarme sul dissesto nazionale della condizione generale delle opere pubbliche e dei viadotti in Italia, precursore in scala minore del Ponte Morandi a Genova dello scorso 2018, nello stesso mese d’ottobre. Ed ancora nel 2016 che ad Amatrice, venne accertato che le casi popolari dove si verificarono più vittime a causa del sisma reiterante del centro Italia, furono concepite con materiale scadente al di sotto dello standard relativo per l’epoca di costruzione. La cifra complessiva dello stallo delle grandi opere del Paese, che si evinse ed emerse allora di conseguenza, si aggirava sui 90 miliardi di euro. E se Arte è ciò che il mondo diventerà, non ciò che il mondo è, come diceva Karl Kraus, allora un altro parallelismo più che lecito ed ad acta si potrebbe ben accordare con quanto andava dicendo Pablo Picasso: L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.

2016

Maggio 2016, Renzi proclama e propone a livello europeo il “Migration Compact” per un consuntivo di aiuti all’Africa pari a 60 miliardi di euro. Più o meno la stessa cifra monetaria che un paio di anni prima nel 2014, periodo del suo insediamento a capo del suo governo di “scopo”, si indicizzava a capo della banca centrale europea e della Ue, per risolvere il salvataggio della Grecia, colpita dal default economico insito nella fuga di fondi di stato per cattiva gestione politica in paradisi fiscali. Medesimo periodo dunque (2014), in cui si constatava anche il declino del pil da parte di Berlino e della sino ad allora, tutto sommato, indefessa locomotiva Germania. Sempre nel 2016 invece un decimo del “migration compact”, veniva elargito dal governo a larga maggioranza Renzi, con appoggio di F.I, per il decreto salva banche Mps e Popolari. (Quesito): Se, Chi ha arte o scienza quegli ha anche religione; chi non ha arte o scienza quegli abbia religione (?) …Come poteva supporre Goethe, forse nel dunque poteva aver adito in tal senso pure l’aforisma di Chagall “La grande arte riprende da dove finisce la natura”.

Filippo Mucciarone

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