Così vicina così lontana, a 50 anni dallo sbarco la Luna tra credenze popolari e romanticismo

by Marianna Dell'Aquila

Il 20 luglio del 1969 l’uomo è atterrato sulla Luna e da quel momento la nostra visione della vita non è stata più la stessa. Le cronache di quel momento ci restituiscono immagini spettacolari e al limite della credibilità, tanto che ancora oggi c’è chi sostiene che sia stata tutta una messa in scena. La teoria più popolare è quella secondo cui lo sbarco sulla Luna sarebbe stata una finzione cinematografica firmata dal regista Stanley Kubrick il quale, solo poco tempo prima, aveva diretto 2001: Odissea nello spazio ricordato ancora oggi per l’incredibile realismo delle immagini.

Complottisti a parte, lo sappiamo bene che è sin dall’antichità che la Luna affascina e influenza la vita dell’uomo e non smetterà mai di farlo, continuando ancora per molto tempo ad alimentare la fantasia e il romanticismo di tanti artisti e scienziati. Ed è per questo che, osservando bene le immagini di quel momento, ci rendiamo conto che quello che oggi ci viene restituito dalle cronache di quei giorni non è soltanto l’esaltazione di un’impresa straordinaria, ma anche la celebrazione dell’incontro con qualcosa che ha sempre fatto parte dell’uomo, che ne ha anche influenzato l’esistenza con la diffusione di credenze e pregiudizi popolari a cui oggi credono ancora in molti.

Si sentiranno infatti un po’ meno speciali gli appassionati di Astrologia a sentire che in fondo ognuno di noi, consapevolmente o inconsapevolmente, ha un rapporto particolare con la Luna. Un rapporto che si declina nella nostra quotidianità e che fa profondamente parte del nostro linguaggio e della nostra cultura.

Quante volte abbiamo sentito dire che la Luna calante e la Luna Crescente determinano il momento del raccolto e della semina? Fare tutto ciò che deve crescere e germogliare (la semina) quando c’è la Luna crescente, fare tutto ciò che deve essere tagliato (la raccolta e il taglio) in fase calante. La stessa credenza vale per chi vuole farsi un bel taglio di capelli. A questi in molti consiglierebbero di prendere appuntamento dal parrucchiere quando la Luna è in fase crescente. Tutto vero? No, solo fantasia.

La Luna influisce sulle maree tutti i giorni, ma gli unici possibili effetti che essa può produrre sulla superficie terrestre sono l’attrazione gravitazionale e la luce del Sole che il nostro satellite riflette. Allora cos’è che da secoli rende così speciale e affascinante il rapporto che abbiamo con il pianeta argentato? La Luna appare e scompare, cambia la sua morfologia e con essa il tempo. Per questo l’uomo le ha sempre attribuito un valore fortemente simbolico legato soprattutto all’idea della resurrezione, del  trionfo della vita sulla morte.

Se la Luna è così legata al tema della vita non potevano mancare le credenze legate alla nascita. C’è la leggenda secondo cui i figli saranno maschi se concepiti prima del plenilunio, femmine se concepite dopo. Mentre si dice che le donne un po’ più adulte rimaste incinte avranno un figlio maschio se nascerà con la Luna crescente, altrimenti sarà femmina. A chi non crede a tutto ciò verrebbe proprio da pensare “Ma sono tutte pazzie!”.

Ebbene, se a qualcuno sfuggiva, sembra che la Luna abbia un legame anche con la pazzia. Nulla di più immediato pensare ad esempio che uno degli aggettivi più diffusi per definire una persona con sbalzi d’umore improvvisi e immotivati sia proprio “lunatico”. Così come nella lingua inglese secondo cui il termine “lunatic” significa “pazzo” (probabilmente di pensava che la pazzia fosse provocata dall’aver dormito con la testa esposta ai raggi della Luna).

Non a caso proprio in Inghilterra nell’800 gli avvocati potevano chiedere l’assoluzione dei propri clienti se riuscivano a mettere in relazione i loro crimini “by reason of the full Moon”, cioè con l’influenza della Luna piena. Il legame tra la Luna e il tema della pazzia è anche quello che ha generato l’antichissima leggenda del Lupo Mannaro. “Guai a chi nasce colla luna nuova! egli diventerà lupunàriu e gli verranno fuori unghie lunghissime” scriveva infatti Giuseppe Pitrè alla fine dell’800. Secondo la leggenda, il Lupo Mannaro sarebbe un uomo condannato da una maledizione a trasformarsi in lupo ad ogni Plenilunio, ma in realtà, secondo la letteratura medica, la “licantropia clinica” sarebbe una rara sindrome psichiatrica che colpirebbe le persone inducendole, guarda caso proprio durante le notti di Luna piena, ad assumere atteggiamenti da lupo. Roba da pazzi o da fortunati anche tentare la fortuna in base alle fasi lunari. Eh sì, perché un’altra delle credenze più diffuse è che la fortuna vada di pari passo al comportamento della Luna. Per vincere quindi bisognerebbe giocare i numeri bassi nelle prime due fasi lunari (Luna nuova e Primo quarto), quelli alti nelle ultime due  (Luna piena e Ultimo quarto).

A qualcuno di noi magari la Luna piena ancora non avrà portato fortuna al gioco, ma probabilmente al cuore. Chissà, d’altra parte, quanti si saranno innamorati a chiar di Luna o avranno versato lacrime di nostalgia amorosa ascoltando Fred Buscaglione che cantava “Guarda che Luna, guarda che mar, da questa notte senza te dovrò restar”. Allora, come forse in molti faranno, anche noi vogliamo rendere omaggio al lato più romantico alla nostra Luna, così vicina così lontana, e lo facciamo con le parole di Stregata dalla Luna, la commedia diretta da Norman Jewison nel 1988. Loretta (Cher) è una vedova che accetta di sposare un uomo pur non amandolo, ma quando conosce il futuro cognato Rony (Nicolas Cage), è passione a prima vista. Proprio in una notte di Luna piena, il promesso sposo di Loretta le confesserà di non poterla più sposare, lasciando così libera di vivere il suo amore per Rony. Tutta colpa della Luna piena si dirà.

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