Dammi tre parole: sole, cuore e amore

by Roberto Pertosa

Gli utenti di Facebook non sanno leggere.
Questo è ormai acclarato da varie ricerche promosse da svariati Dipartimenti e Istituti preposti (che non si esprimono, per fortuna, sulle loro capacità di scrittura e analisi critica).

Quindi, se consideriamo che mediamente gli utenti di Facebook non sanno e non hanno voglia di leggere, e che la maggior parte di loro si limita alla visione di immagini, alla costante condivisione di disadorne citazioni o di improponibili selfie che evidenziano una preoccupante condizione psicopatologica, e, nella migliore delle ipotesi, si “prestano” alla sola lettura di brevi post che non portano via troppo tempo, e troppa materia grigia (che già di per sé scarseggia), possiamo comprendere meglio come comportarci.

Da questo presupposto è nato perfino uno studio sulla lunghezza ottimale, e sulla “qualità”, che deve necessariamente possedere una descrizione da postare sul social.

Quanto dev’essere lunga quindi una qualsiasi “narrazione” di un post affinché un utente medio di Facebook decida di soffermarsi su di essa? E di quale livello qualitativo deve godere, in forma di espressione e contenuto, affinché possa essere alla sua portata?

Dopo approfondite ed estenuanti analisi è stato stabilito che l’ordine di grandezza in tal senso corrisponde a meno di 50 parole (soluzione ottimale) e, a volte, anche meno di 10, comunque sempre direttamente proporzionale al numero di parole che l’utente medio, “parlante nativo”, conosce. E che il livello del contenuto, nonché la forma di espressione, devono adeguarsi il più possibile al mero linguaggio parlato, identificabile spesso con varietà diastratiche basse.

Va da sé che tale “descrizione” debba essere sempre necessariamente corredata da immagine accompagnatoria che desti la curiosità. Il semplice testo, per quanto breve che sia, non è comunque affatto sufficiente.
Per cui, cari postatori di improponibili ordini superiori, siate concisi, elementari e brevi, come Pipino che non perse tempo a formalizzarsi, e soprattutto volutamente fatui.
Adeguatevi e diverrete popolari e conformi ai canoni della odierna società.
Siate banali e raggiungerete finalmente lo scopo di essere osannati dalla nutrita schiera dei degni e uniformi rappresentanti della mediocrità e dell’inettitudine.

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