I sette nani

by Raffaella Passiatore

C’era una volta un regno e c’era un Re poco saggio che aveva offeso una strega molto potente. La strega si era vendicata lanciando un incantesimo su tutto il reame. I sudditi avevano iniziato ad ammalarsi di un morbo sconosciuto. Si erano chiamati cerusici dal Medio Oriente, speziali dalle Indie, guaritori dalle terre dei ghiacci, sciamani dalle Americhe, protomedici e protofisici da Padova, taumaturghi da Atlantide, agopunturisti e massaggiatori di piedi dalla Cina, fattucchiere dal Regno delle tre Sicilie, ma nessuno di loro era riuscito a trovare una cura. Questa almeno la versione di palazzo, il popolo invece mormorava che il virus non fosse altro che il risultato del cattivo governo del Re. Paludi malsane non erano state bonificate, le città erano sommerse dal guano di centinaia e centinaia di piccioni che avevano nidificato nei centri urbani e continuavano a riprodursi a velocità impressionante. Il Re, che amava la carne di maiale, aveva fatto costruire porcili un po’ dovunque, che riversavano il letame nelle falde acquifere. Insomma, alla storia dell’incantesimo i sudditi ci credevano poco niente. Fatto sta che gli eruditi, i saggi e pure i ciarlatani, invitati alla corte del re per bloccare l’epidemia, si azzuffavano tra di loro senza venire a capo di nulla. Su un’unica cosa si misero finalmente tutti d’accordo; per fermare il contagio bisognava limitare il contatto sociale tra i sudditi. Così furono emanati degli editti reali, ogni giorno uno diverso. Le grida dei banditori giunsero fino al bosco, dove vivevano i sette nani.

I sette nani, secondo un precedente editto del re, da settimane lavoravano da remoto, in altre parole nella loro cantina. Dopo aver scavato tutto il giorno nell’interrato della loro casetta finalmente, quella sera, erano saliti nella loro dimora. Si erano lavati e profumati ed avevano indossato felpe, calzettoni e berretti di lana. Sedevano tutti intorno al tavolo della cucina, dove Dotto presiedeva alla riunione per informare e discutere circa gli editti del giorno.

Dotto prese quindi la parola:

“My frends, dichiaro aperta la riunione di consiglio, Mammolo oggi tu scrive protocollo. Elenco dei presenti, please”.

“C’ela un inglese, un tedesco, un flancese e…”

“Ma ke coza? Qvesta è forze una parzeletta?” Sbottò Brontolo

“Callate, Sturmstruppen!” Intervenne Gongolo.

“Mammolo, well…. Evitiamo discriminazioni etniche, procedi in ordine alfabetico, please”.

“Come vuoi. Sono plesenti alla liunione di consiglio: Blontolo, Cucciolo, Dotto il plesidente, Eolo, Gongolo, Mammolo il sottosclitto, e Pisolo. Confelmate tutti la vostra presenza?”

“Konfermo!”

“Confermo!”

“I too”.

“Oui, mon cheri, conferrrmò..Hetchi!”

“Yo confirmo”.

“Confelmo”.

“Da, cuonfiermuo”.

“Well, mezze cartucce, avrete sentito le grida. Vorrei now riassumere editti del Re, Do you understund? Ma chi russa?”

“Pisolo! Está borracho de vino eso muchacho, se tomò todas la bottellas que encontrò scavando en la cantina…sperate que ahora lo despierto”.

Disse Gongolo facendo il solletico a Pisolo che si svegliò.

“Eh!! Tawarisch! Nasdrovia! Salute! Prosit!”

“Que opinas? Le hago un cafè doble?” Chiese Gongolo scoppiando a ridere.

“Yees, Thank you, Gongolo, fai coffee, please”.

“Inzomma, doppiamo ripadire und konfermare broprio tutt’ i luochi Komuni sugli stranieri, ja?!”

“Io invece non ho trovato vino scavando, solamente un paio di cassette del tesoro”.

“Io invece trovato cadaveli, molto antichi…”

Un poderoso starnuto spazzò via tutto quanto era sul tavolo.

“Pardon”. Disse Eolo.

“Non zarai malato? Ja?! Kesto no buono, no buono…io diko no buono…Eolo porta vento con wiri”.

“Aiutate Cucciolo raccogliere oll things, please”.

Disse Dotto mentre Cucciolo, con entusiasmo ma maldestramente, raccattava tutto ciò che era caduto dal tavolo.

“Fermo tu! Kucciolo rompe tutto, anche palle”.

“Vamos, no maltratar a Cucciolo, es el nuestro puffo!”

“Scusate se io chiedo, ma velamente Cucciolo no è nano ma puffo? Allora pelché lui no è blu?”

“E tu, Mammolo, perké tu nano ma impotente?”

“Brontolo, tu he rotto el ca’!” Sbottò Eolo, facendo subito dopo un altro sternuto, per fortuna non così violento come il primo.

“Schwein! Sporkaccione! Uza il fazzoletto dafanti a boka e nazo”.

“Frends, y think that…”

“Da, puosso avere cuaffè cuoretto cuon grapa? A me piacce muolto”.

“Ahhhh! Mi amor, la grappa terminò, quieres tequila?”

“Ubriakoni! Io no faccio riunione con alkolisti!”

“Keep silent! Pisolo, do you want a cup of tee?”

“Da, sha cuon rum…”

“Inzomma, pasta!”

“Sì, io un piatto di pasta me lo mangerei volentieri, inizio a sentire un certo languorino”. Disse Cucciolo sbattendo i suoi occhioni celesti dalle ciglia lunghissime.

“Que ternura, eso chico!”

“So sweet!”

“Che calino…”

“A bombon!”

“Da, Krasiva harashò!” Concluse Pisolo cadendo con la testa sul tavolo ed iniziando nuovamente a russare.

“Well, y think possiamo iniziare without Pisolo, Do you are d’accordo?”

Tutti i nani, eccetto Pisolo, fecero un gesto affermativo del capo.

“Mi scusi, Eglegio Dotto, devo mettele a velbale che Pisolo non è plesente?”

“Nein! Kuesto è falsch! Ubriakoone presente ma dormiente!”

“Ahhhhh! Ascuchalo al alemán, se crede Schiller! Haaahahaha!”

“Frends, se andiamo avanti così finiamo Tomorrow”.

“Va bene, allora io sclivo che Pisolo plesente ma dolmiente. Va bene, Eglegio Dotto?”

“All right!”

Un altro poderoso sternuto di Eolo mandò nuovamente a carte quarantotto il tavolo.

“Pasta!”

“Come ve la faccio stasera? La preferite al pomodoro o al pesto?” Chiese Cucciolo infilandosi un grembiale.

“Ahhhhh! Chicos, que vos pareces si antes comemos y después hablamos?”

“Frends, that is impossible! I decreti del Re sono già validi da today e voi ancora no conoscete essi, io vorrei iniziare, now!”

Tutti nani fecero silenzio e, attenti, puntarono gli occhi su Dotto.

“I decreti of today are two: due. The first is distanziamento sociale”.

“Ke kosa sighnifica?”

“Well, significa che Cucciolo no jump; no saltare e farsi portare su spalle degli altri, Pisolo no sleeping, no dormire sopra Cucciolo, Gongolo no dancing, no ballare con Eolo a braccetto, e Mammolo non deve stare in braccio a Dotto quando vuole coccole! In altre parole dobbiamo tenere le distanze!”

“Velo! Io oggi visto gualdie allestale Musicanti di Blema pelché uno sopla l’altlo! Gallo istelico faceva: Chicchilichì!”

“Non credo proprio, avrà fatto: Chicchirichì!”

“Niet! Gallo fua: Cuccurucù!” Disse Pisolo sbadigliando.

“Forze in Ziberia, ma qvi non fa kukkurukù ma fa cockadoodledo!”

“Da, in Buavuaria, fuorse!”

“E poi, cane anche lui allabbiato faceva: Bau! Bau!”

“Un kane da kostruzione!? Macché, kane fa: wooo wooo wooo!”

„Sì, los perros de internet, ahahhahah!“

„Niet! Cane fua: garf garf!“

„Manco un cane con l’asma ho sentito fare sto’ verso!” Intervenne Cucciolo.

“Y que hacieva el burro?”

“Kosa vuoi ke faccia burro? Sta in frikorifero!”

“Ahahhahaha! Yo hablava del burro de Brema!”

“Ma cosa impolta a noi dei bulli di Blema?”

“Ma cosa c’entrano adesso i bulli?”

“Bullshit!”

“Chicos yo hablava de burro! I-hooo! I-hoooo!”

“Pelò questo si chiama asino, no bullo!”

“Eres tu un burro!”

“Dear Frends, basta! I’m sorry for musicians of Brema but, questo è primo decreto: distanziamento sociale”.

“Si è tistanziamento no soziale! Qvesta krande kontraditione!”

“Brontolo, è così. Oll right?”

“Charasho`!”

“Well, arriviamo al secondo decreto: a tavola it’s possible only in sei!”

“Was? Però noi ziamo zette!”

„Exatly, that ist the problem. Decreto reale vieta raduno di più di six persons. Uno di noi deve lasciare home e non mangia”.

“Y bueno, podemos irnos a comer al restaurante! Ahahhaha!”

“Kretino! I restauranti zono kiusi!”

“Io propuongo roulette russa! Primo che muore non muangia…” Disse Pisolo, improvvisamente sveglio, per poi riaddormentarsi subito dopo e riprendendo a russare.

“Se io posso pelmettelmi, posso dile?”

“Yeeees!”

“Se voi piace, io falei Calakiri come amici giapponesi…”

„Quelle horreur! Beaucoup mieux tirer les baguettes“.

“Sarebbe?” Chiese Cucciolo con in mano un pacco di spaghetti.

“Salebbe tilale a solte”.

“Con le baguetts?”

“Well, Y thing that Eolo vuole dire batons, bastoncini”.

“Findus?” Chiese Gongolo.

“Non si può fare con gli spaghetti? Ne prendo sette di varie misure, nascondo le estremità nella mano chiusa e quello cui capita il più corto non mangia e va via”.

“Ja, meghlio spachetti ke pastoncini findus, pastoncini troppo unti, sporka mano…”

“Se io posso pelmettelmi, posso dile?”

“Yeeees!”

“Ma gli spaghetti devono essele cotti o cludi?”

“Kiaramente al tente, ma tu kosa sai ke pappi solo rizo!”

“Ahora el comedor de crauti nos dá leción de cucina italiana! Ahahhaha!”

“Kiudi boka, tu Dago!” (leggi dei go)

“Brontolo ha detto they go, che significa? Non doveva andare solo uno di noi?”

“Cucciolo ha lagione, pelché adesso usato plulale? Quanti devono andale via?”

“Oui! Cuccioló a raison!” Esclamò Eolo starnutendo.

“Niet. Io non vuado da nessuna puarte, io duormo!” S’intromise brevemente Pisolo e riprendendo, poco dopo, a russare.

“Io detto Dago, Dágo si folete, latinos di kakka!”

“Oddio, aiuto, ci sono i draghi nel bosco???”

“Sì, hay dos dragones, por que estan girando el ultima serie de la pelicula Il trono di spade y yo hago la controfigura de Tyrion Lannister!”

“Puah! So a’ schwachsinn!”

“Please, io prego non insultare frends”.

“Io non inzulto ma Concolo dire Kazzate!”

“Cotti o cludi?”

“I draghi?”

“No, gli spaghetti… Spaghetti di liso sempre scotti! Io non sapele bene differenza…”

“Gli spaghetti al dente!”

“A chi devo spuezzare dienti?”

“Noi cinesi mangiare tutto, plopio tutto, ma denti no!”

“I’m thinking: per tirare a sorte no buona idea baguettes, bastoncini findus and anche spaghetti no buono. Well, my frends, come decidere chi di noi tonight lascia home, casa, and no mangia?”

“Pero, bueno, quien nos controlla? Te pareces quel llegan las guardias del rey a controllar cuantos somos nosotros? Aqui en la casa? En el bosque? En la noche? Con el lobo y la bruja que van pasiando? Hahahahhha!”

“Non ho capito un cavolo!”

“Ya khochu minuestra di cavuolo!”

“What is bruja?“

„Was ist lobo?“

“Un lobo dell’orecchio a spasso nel bosco? Brucando? Ma che dici,sei impazzito?”

Dopo le parole di Cucciolo, Gongolo scoppiò in una sonora risata.

“Ma cosa c’è sempre da ridere?”

“Ja, Kucciolo racione! Kosa ride sempre tu?Tu tai al nervo!”

“Chto takoye?”

“Cucciolo ha ragione, tu lide tloppo, lide bene chi lide pel ultimo!”

“Ignorants! Le lobó es el lupò et la brujá es la stregá”.

“Well, Gongolo ha ragione, bosco è molto pericoloso in the night con lupi e streghe ma guardia ha messo telecamere, noi fregati!”

“Se io posso pelmettelmi, posso dile?”

“Yeeees!”

“Noi coplile telecamera e fleghiamo gualdia!”

“Bullshit!”

“Le telekamere zono zopra alperi e noi ziamo nani! Anke con skala noi troooopppo passi!”

„Yes, Do you understand?“

„Uffa!!! Io ho fame, quanto ci vuole ancora?” Disse Cucciolo impaziente.

“Il pampino ha fame!”

“Quidadito, dejamo comer antes al nino!”

“Da!”

“Se io posso pelmettelmi, posso dile?”

“Yeeees!”

“Io posso cucinale liso in bianco pel piccolo Cucciolo”.

“Pasta, inzomma!!!”

“Otra vez? Hemos dicho que no vamos a comer pasta!”

“Da, buona puasta…io voglio!”

“Io non zopporto perdere tempo in pla pla pla! Voi idioti. Io wado via! wado da mia zorella Lilly”.

“Ma chi? la lilliputtana? Hahhahah!”

“Io prima di antare, ammazzo qvesto nano stupido!”

A questo punto Brontolo, veramente esasperato, si lanciò verso Gongolo che, più svelto, si nascose sotto il tavolo.

“Vieni qvi maletetto!”

Iniziò un inseguimento intorno al tavolo, mentre Gongolo faceva gli sberleffi a Brontolo.

“Idi’ na chuj! Con buaccano io non puosso dormiere!”

“Cabron!”

“Solto di kacio con muffa ferminoza!”

“Ma perché parlate sempre di cibo? Io ho fame e me ne fate venire ancora di più!” Piagnucolò Cucciolo.

“Tu nano felenoso, fai piancere pampino!”

“Eres tuya la culpa!”

“My Gott! Frends, amici, amici, keep calm!”

Eolo emise un altro dei suoi poderosi sternuti che questa volta investì in pieno Brontolo che venne sbattuto contro la porta.

“Bueno, amigo, me parece que ahora tiene que irte!”

“Io non resto tove non zono desiterato. Ki non mi fuole non mi merita! Addio, wato ta mia zorella Lilly!”

“Se io posso pelmettelmi, posso dile?”

“Yeees, Mammolo!”

“Blontolo non deve andale, il bosco molto pelicoloso di notte…lupo e strega e…”

“Mi sakrifikerò per il pene comune…”

“Chto?! Quale pene in cuomune?!”

“Addio, addio amici, addio vita krudele…”

E così Brontolo afferrò il suo fagotto ed uscì.

“Bueno, voy a poner la agua para la pasta sul fuego…”

“Se io posso pelmettelmi, posso dile? Tu Gongolo un poco cattivello”.

“Caliamo tuortigliuoni o tuagliatelle?”

Seguì uno sternuto di Eolo.

“Eolo, potresti andare a sternutire da un’altra parte? Hai spento il fornello”.

“Oh, pardón Cuccioló, je suis affligé, es ce merde de allergie a la poussiere: polvre….”

“My frends io ho a lot of mala coscienza, povero Brontolo!”

“A mi lo unico que me brontola es el estomago! Vamos haciemo fiesta! Pone un poco de musica, Mammolo!”

“Laffaella Callà?”

E Gongolo iniziò a cantare:

“Fiesta que es fantástica fantástica esta fiesta
que es fantástica fantástica esta fiesta,
esta fiesta con amigos o sin tí!”.

In quel momento si sentirono tre poderosi colpi alla porta. Tutti ammutolirono istantaneamente.

“Shit!”

“Pel Confucio! Chi salà?”

“La policia?”

„Peut etre?“

“Can to be or can not to be, that ist the problem…“

Seguirono altri tre colpi, ancora più forti. Pisolo si svegliò.

“È pruonta la puasta?”

“Bisogna aprire”. Decise Cucciolo con un ciuffo di basilico in mano.

„That is right“.

„El tiene razón“.

“Cucciolo ha lagione”.

“Oui!”

“Frends, I go!”

“No, vado io”. Disse Cucciolo e si fece all’uscio: “Chi è?”

“Aprite! Montalbano sono!”

Tutti i nani si guardarono impauriti, mentre Cucciolo apriva la porta. Apparve un lupo in divisa da poliziotto, fece il saluto militare e disse.

“Questa la casa dei sette nani è?”

“Sì, cioè no”. Rispose Cucciolo sbattendo le lunghe ciglia.

“Mmmh…Che ciglia lunghe che c’hai!”

“Per intortarti meglio…”

“Mmmmh…che basilico verde che c’hai!”

“Per condirci meglio la pasta…”

“Minchiate! Risponda: la casa dei sette nani questa è?! Sì o no?”

“Sì, cioè: è la casa dei sette nani ma adesso siamo in sei, quindi siamo in regola, se vuole può contarci, non stiamo violando il decreto che impedisce la riunione ed i banchetti di più di sei persone”.

“Un mandato di perquisizione tengo. Mi faccia entrare con le buone, altrimenti le maniere forti dovrò usare!”

Cucciolo non si oppose al lupo che entrò a grandi passi in cucina. La bestia annusò l’ambiente e disse: “Il sugo preparaste?

“Ragù di carne” Rispose sempre Cucciolo.

“Ma io puzza di cime di rapa sento!”

“Quelle le abbiamo mangiate ieri con le orecchiette”.

“Ah, ecco”.

“Guardi pure, Ispettore, come può vedere siamo solo in sei”.

“Vogliate esibire i documenti, prego”.

“I documenti?”

“Sì, esatto, i documenti!”

“Merde!”

“Chi fu a parlare? Chi è Lei? Si qualificasse!”

“Je suis desolè, ho lasciato les documents en tuta de travail…vado a prenderli…”

“Nessuno si muove di qui! Pensavate di farla franca, ah? Sappiamo benissimo che siete tutti lavoratori in nero, clandestini arrivati con i barconi e senza permesso di soggiorno!”

“I’m sorry, io non sono membro di Comunità Europea, Lei non può…”

“Ah, ah, anche un extracomunitario teniamo!”

In quel momento, come da lontano sembrò a tutti di sentire una voce conosciuta.

“State attenti! Poliziotto è Lupo kattivo…”

“Ma chi ha parlato?”

“Oh, il mio stomaco dev’essere che brontolò, sa, a digiuno da ieri sono!” Disse il lupo vestito da poliziotto.

 “No, vero niente!! Poliziotto ha manciato me!”

“Veramente a me non sembrava un brontolio, a me sembrava una voce conosciuta, la voce di…”

“Zono Brontolo, fi parlo da pancia di Lupo, lui ingollato me intero, ja? Kapito, stupiti nani?”

In un batter d’occhio scoppiò il finimondo. Il lupo si lanciò sui nani cercando di afferrarli e questi scapparono da tutte le parti.

“Help, help!!”

“El lobo, soccorroooo!”

“Shto?? Lupus in fuabula?”

“Aiutoo! Aiutooo! Ci vuole mangiare!!!”

“Accollete, soccolso!!!”

“Vieni a cena con me, involtino primavera!”

“No, glazie, plefelisco i laviolini al vapole…”

“Mmmhhh…vieni qui, che con te mi faccio un “Picadillo de cerdo”.

“Joder! Vete a la mierda!”

“What?”

“Vieni qui, inglesino, che con te mi faccio un bel rost beef!”

“Well, vorrei informare Lei che Suo compito è tutela di ordine pubblico e funzioni di polizia giudiziaria, pubblica sicurezza e polizia militare; non è previsto to eat: mangiare: nani, puffi, lillipuziani, pigmei and tappi…Do you know that?”

“Seul l’argent peut tuer un loup-garou!”

“What does he says?!”

“L’argento, dice che l’argento uccide i lupi mannari!”

“Y quien carajo tiene algo de plata?”

“Plata: argento, argento! Cosa avete d’argento? Ahh, vade retro!”

“Sciò!”

“Vieni qui che ti faccio alla Bourguignon!”

“Je regrette, Monsieur, manca le sauce!”

“Non avevamo una forchetta d’argento da qualche parte? La bomboniera del battesimo del figlio di Biancaneve?”

“Nein! No zerfe, qvesto è un lupo tomestiko, no mannaro, pasta normale koltello da kucina!  Fatemi uschire da qvi!” Si sentì ancora provenire dalla pancia del lupo.

In quel momento si spalancò la porta ed apparve una vecchiaccia con un lungo naso adunco ed una gobba. In mano teneva una scopa con la quale si lanciò sul lupo menando grandi botte.

“Hai! Hai! Lasciami in pace brutta strega!” Gridava il lupo.

“E cos’è sta camurria!? Laido et fetido di un lupus, maledicto tu a insozzare la reputazione dell’Arma! Che te becchi questo e questo e questo pure!”

Gliene dette così tante sulla testa che il lupo cadde a terra svenuto. A questo punto la strega tirò fuori una mela rosso vermiglio e la infilò nella bocca del lupo. La bestia iniziò a tossire e, dopo un paio di conati, vomitò fuori Brontolo tutto intero.

“Lo teneva nella pancia! Alla faccia del distanziamento sociale!”

“Parece que el alemán está duro da digerir! Hahahhaha!”

“Bleah! Che schifo!”

“Well, chi pulisce tutto vomito?”

“Blontolo, se posso dillo, non pel offendelti, pelò sei tutto lulido…”

„Degoûtant! Je teng allergie al vomit! Hetchi!!!!!”

“Kakaya gadost!”

“Well, we have again a problem…”

“Sarebbe?”

“Now, we are seven again!”

“Todavia peor! Con la vieja somos ocho!”

“Scheisse! Scheisse!”

“No, Brontolo, no es mierda es vomito! Ahahhaha!”

“Tu fare zempre spiritozo, nicht wahr?” Disse Brontolo, mentre Cucciolo gli aveva portato un catino d’acqua ed una spugna.

“My Lady, Thank you! God bless you!”

A quel punto la strega iniziò a fare le corna e tirò fuori dalla tasca vari tipi di cornetti; uno in avorio, uno in corallo ed un paio molto grandi in plastica.

“Corna, cornette et cornacelle!”

“Thank You! Lei ha salvato un nano su sette! Posso presentarmi? My pleasure…”

Disse Dotto baciando la mano alla vecchia.

„What’s your name, Miss?“

„Fillicella“.

“Dear Fillicella, come possiamo disobbligarci?”

“Due benevulenziae, Messere”.

“Tell me, please”.

“La prima benevulenzia, come che tengo che irme alla lupercania de grande fista et baccanale e pure de orgia, se mi pode tagghiar li sti due capiddi de susu la verruga sopre lu nasu”.

“Well…hem…hem…Cucciolo tu prende, please, vocabolario, io non capisco cosa cacchio dice questa…”

“Quale? Abbiamo italiano-spagnolo, italiano-russo, italiano-inglese, italiano-francese, italiano-tedesco, italiano-italiano e italiano-cinese…”

“Dejalo! Yo comprendì: la senora tiene dos pelos sobre la verruga en cima a la nariz y quiere que nos las sacamos por que tiene que irse a una fiesta!”

“Well, chi traduce traduzione di Gongolo?”

“Credo che la signora ci stia chiedendo di tagliare i due peli che ha sulla verruca che, a sua volta, sta sul suo naso”.

“Well….Cucciolo take a pinzetta!”

“Ma perché sempre io?”

“Perké zei piccolo und nero!”

“Well, lady, please, set down!”

La strega si sedette e Cucciolo tornò con la pinzetta.

“Te konsighlio di infilare cuanti di comma, verruca skifosetta und attakka!”

“Come attacca?”

“Si tu tokka lei, lei poi fiene anke su tua faccia! Kapito?”

“Mon Dieu, a saloperie!”

“Bleah!!”

“Well, Cucciolo give me a guanti di gomma”.

“Però lei aveva detto tagliare, non strappare!”

“E noi invece: pluck a hair! Strappiamo!”

Dotto s’infilò i guanti di gomma, con una mano tenne fermo il nasone della strega e con l’altra mano strinse la pinzetta e strappò via i due lunghi peli.

“Haio!!!!”

“I’m sorry! Now, suo naso finalmente without pelos! Cucciolo porta uno specchio for lady!”

La strega si ammirò nello specchio e parve soddisfatta.

“And now, my lady the second benevulenzia? Is that right?”

“La segunda benevulentia è che a mi me sirve essa bestia”.

E così dicendo Fillicella con due poderose sberle svegliò il lupo; gli infilò in bocca un morso da cavallo e spiegò:

“Andamo ogne anno alla noce de Benevento e illi facemo tucto quello che volemo col peccato renunziamo al baptismo e alla fede e pigliamo e prendiamo per signore e patrone el diablo e facemo quel che vuole luj e illi facemo gran festa e gioco e pigliamo piacere grande e poi el diablo piglia quattro frondi de quella noce e cusì ne ritorniamo a casa e dove volemo ad stregare et far male a qualcheduno. Et io esta notte me devo andare a Benevento et me sirve na cavalcatura de un lupo nigro, e esto accà troppo se magnò et me sirve a diggiuno”.

“Ma qvesta tonna vekkia kome kakkio parla?” Sbottò Brontolo mentre continuava a lavarsi.

“Maccheronico…”

“Io suentito puarlare di tonno con muaccheruoni….io muolta fame!”

Il lupo, come ipnotizzato, era completamente in balia di Fillicella.

“Oh! Tiene que ser una fiesta impressionante. Vamos! Vamos nosotros tambien, chicos!”

“Tu vuoi andare a lo noce de Benevento? Fillicella te ce porta! Como te chiama, filiu?”

“Gongolo, me llamo Gongolo!”

“Gongolo, no! Ma che fai? Non puoi andare con lei, è una strega!”

“Yo me voy, muchachos, una fiesta así tiene que ser una locura! Yeahhhh!”

“E veni, veni Gongolo con Fillicella tua…”

Disse Fillicella già cavalcando il lupo. Gongolo salì anche lui sul lupo, dietro Fillicella.

“Tenete stretto a Fillicella, Gongulo!”

Fillicella tirò le redini pronunciando queste parole:

“Unguento unguento

Portami al noce de Benevento

Supra acqua e supra vento

Et supre ad omne malo tempo!”

Il lupo rampò brevemente con le zampe anteriori, poi abbaiò tre volte e partì al galoppo con Fillicella e Gongolo sulla groppa.

Tutti i nani si fecero alla porta. Le figure s’immersero nell’oscurità del bosco mentre la voce di Gongolo riecheggiava:

Fiesta que es fantástica fantástica esta fiesta
que es fantástica fantástica esta fiesta,
esta fiesta con amigos o sin tí!”.

Ben presto il suo canto si fece sempre più fievole e d’un tratto svanì.

“Well, tutto è bene quel che finisce bene, finalmente we are six…”

“Posso calare finalmente la pasta?”

“Maccheloni?”

“Ja, makkeronen!”

“Oui, macarons!”

“Da, muacaruoni!”

“Yeeeeessss, Macaroni!”

“Allora calo?”

“Cala!”

Gridarono tutti, tuttavia in quel momento qualcuno batté alla porta…

“Ancora??? No! basta! Ci lasci in pace finalmente, abbiamo fame!”

“Inzomma, Lei ci sta sekkando, le appiamo detto ke no possiamo essere in zette, quindi Raffaella Passiatore finisci storia atesso e alza takki! Schluss! Fogliamo manciare!”

“Insuomma, io fuame, la fuaccia fuinita signora Passiatore!”

“La stolia è telminata, allivedelci e glazie!”

“Bon appetit!”

Mi correggo, era sembrato che qualcuno battesse alla porta, in realtà era stato solo l’effetto del vento. Finalmente i nani si sedettero a tavola e consumarono il loro pasto dopo una faticosa giornata di lavoro.

„Endlich!“

„Take it, it’a very good parmesan“.

“Hai tiruato suogo con vino!…Harashò, ochim harashò!”

“I maccheroni sono proprio al dente!”

“Pelfetti!”

“Je ajoute de la besciamelle…”

“Kome zempre manka zale!”

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