Il nuovo status symbol

by Roberto Pertosa

Complimenti!! Applausi!! Congratulazioni!!

C’è chi oggi sfoggia platealmente un nuovo clamoroso “status symbol”, con tanto di selfie pomposo, realizzato nell’atto della sua consumazione, e corredato da un rettangolo di tessuto colorato alla moda che spesso salva volti inopportuni, occultandoli opportunamente. Un selfie paragonabile all’ossessione dell’autoscatto di nudo integrale in posa di fronte a uno specchio, che garantisce, per giunta, straordinarie lusinghe che manco le Stars Hollywoodiane.

È il minuscolo simbolo di prestigio dei “poveri” che si illudono di essere influenti, nella patetica manifestazione di protagonismo tipica degli Inutili, e di una frustrazione dilagante figlia dei tempi.

Non è la fuoriserie rossa fiammante a cui eravamo abituati, non è l’orologio di pregio da migliaia di dollari, o la villa da esibire come il raggiungimento di un presunto stato sociale per cui essere invidiati.

È soltanto una misera e insignificante siringa performante con liquido incolore che ti trapana la spalla.

Un “banale” e scontato processo necessario che rispetta i principi di eguaglianza, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

L’unica distinzione è il tempo per accedervi e l’attesa a cui bisogna sottostare. Ma, prima o poi, arriva per tutti, come solo la morte può fare, la quale è l’unico segno indelebile della nostra condizione sociale.

I protagonisti indissolubili a cui volgo non sono certo le campagne governative di sensibilizzazione alla vaccinazione, sebbene, per quanto doverose, in molti casi sono fondamentalmente irrilevanti. L’aver dovuto ricorrere a noti insulsi influencer per tentare di convincere i “cretini negazionisti” la dice lunga sulla consapevolezza del tentativo disperato di sensibilizzare coloro che sono privi di sensibilità. Il soggetto è lo stupido protagonismo di massa che, come al solito, agisce e parla scimmiottando ciò che vede e sente alla tv.

Io non ho bisogno di essere consolato da manifestazioni goffamente plateali di “uomini in cerca di gloria” che possiedono la ridicola, ambiziosa e becera presunzione di “invogliare” a medesime “prodezze”, e, soprattutto, di sorrisi beonamente beffardi, cammuffati in malo modo da attitudine verso una presunta sensibilità filantropica volta all’Impegno sociale, che sbattono maldestramente in faccia la patetica arroganza tipica dei “privilegiati” da strapazzo, di chi è arrivato prima, che poi però soffrono di insopportabili e insostenibili fastidi a rimostranze per le loro “eroiche gesta”.

I nostri nonni non si esibiscono. E anch’io, come loro, in silenzio attendo, e in silenzio assolvo.

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