Tutti parlano di tutto, ma manca il resto

by Tommaso Pasqua

Provare ad analizzare e affrontare la realtà complessa, in questa modernità, è diventato difficile, o forse impossibile. Analisti raffinati parlano di post-verità, ossia, non riusciamo più a sapere, a capire a raccontare la verità, o quella realtà che si avvicina di più alla verità.

Sia chiaro il tempo presente è inserito in una condizione precaria in cui la “manipolazione del reale” è il vero paradigma interpretativo di quello che viviamo e di quello che succede.

Non esista piazza reale che non sia influenzata da ciò che succede sui canali social, siamo passati da “lo dice la televisione” a “ho letto su Facebook, su Twitter, su Instagram”.

Le fonti informative sono sempre più manipolate, o forse gestite da un potere “irrazionale” che prova a gestire le emozioni e le reazioni dei cittadini.

Siamo cittadini digitali, con una dipendenza elevata dagli smartphone, non tutti per fortuna, e non siamo più in grado di verificare e analizzare ciò che viene diffuso in termini di notizie.

Non mi avventuro sull’analisi puntuale delle cosiddette fake news, le false notizie, ma proverò ad analizzare le reazioni emotive di fronte ad eventi reali che succedono e che incidono nella vita vera delle persone, ma che nascono dal mondo virtuale.

In queste ore brucia una parte consistente della foresta Amazzonica, più di 72 mila incendi da gennaio e 9500 solo nell’ultima settimana. 

Fonti autorevoli, intendo il mondo scientifico di qualità parla di ghiacciai in estinzione, 11 miliardi di tonnellate di ghiaccio al giorno in Groenlandia si perde, in venti anni l’artico potrebbe perdere tutto il ghiaccio e le nostre Alpi potrebbero dire addio ai ghiacciai ancora presenti.

Il quadro climatico è preoccupante. I cambiamenti climatici potrebbero generare un mutamento geopolitico serio, in parte già in atto, ed il fenomeno delle migrazioni lo dimostra.

Ecco di fronte a questi due temi, considerati sensibili, clima ed immigrazione, possiamo osservare la reazione emotive del popolo social, e quindi reale, e  troveremo  comportamenti di condanna e di protezione su questi fenomeni che rappresentano la proiezione interiore delle persone, rabbia confusa, protezione alternata, alberi si persone no, malessere verso il potere, indignazione verso Bolsonaro e le sue uscite violente e provocanti, ed invece approvazione verso i sovranisti che non chiudono i porti, ma criminalizzano i gesti buoni di organizzazione umanitarie.

Questa dimensione dei social sta mutando i comportamenti e le relazioni tra le persone.  È necessario un forte investimento, educativo e culturale, per combattere l’analfabetismo digitale che sta “aggredendo” anche il panorama interiore delle persone, generando stati emotivi difficilmente osservabili prima della trasformazione digitale in atto.

C’è una dimensione esistenziale che va osservata e che nasce dall’uso, dall’esposizione e dalle reazioni sui social. È questo un aspetto non più rinviabile nella vita moderna e va affrontato con coraggio, per evitare che ci siano tensioni difficilmente controllabili.

In questa versione, manca il resto.

Si manca il resto. Il metodo dell’ascolto reciproco del confronto e della soluzione condivisa, che porta ad un clima di convivialità.

Il resto è anche l’opinione dell’altro, è anche la ricerca del vero, invece noi siamo di fronte al fatto che “tutti parlano di tutto”, di un sapere normalizzato, che non è più sapere scientifico, in cui tutti sanno come funzione la medicina, la biologia, la botanica il diritto.

Ecco bisogna ritornare ad una dimensione de reale per evitare che il mondo social possa generare “post-verità” nocive alle relazioni umane, che devono conservare la priorità anche in questa modernità “liquida”.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.