Un pensiero, serve un pensiero

by Tommaso Pasqua

I dati epidemiologici che quotidianamente siamo ormai abituati a leggere sembrano (il condizionale è d’obbligo) confermare che la strategia di contenimento del COVID stia producendo gli effetti sperati. Il dibattito politico nazionale si sta quindi focalizzando, da un lato, sul tema MES si MES no e, dall’altro, su come affrontare la cosiddetta “fase 2”: la ripartenza del sistema produttivo italiano.

Nel frattempo, lo SVIMEZ (l’associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) ha pubblicato una prima analisi sull’impatto economico e sociale del corona virus, indicando in un -8,5% l’andamento del PIL nel 2020 in Italia (i dati del fondo monetario sono ancora più impietosi), e in un -7,9% nel Mezzogiorno.

Il dato preoccupante è l’accentuazione del divario Nord – Sud, enfatizzato dal dispiegarsi degli effetti del coronavirus nell’economia reale.

L’auspicio è che il Decreto Liquidità possa produrre effetti positivi sul sistema economico del Mezzogiorno, superando anche le problematiche di accesso al credito (la “bancabilità”) delle imprese e, in particolare, delle micro-piccole e medie che rappresentano la gran parte delle imprese del sistema economico meridionale.

L’ennesima crisi che si è abbattuta sull’Italia deve spingere tutti noi a ripensare l’agenda politica e, in particolare, quella della Provincia di Foggia: deve, in buona sostanza, essere focalizzata sullo sviluppo industriale se si vuole cogliere l’opportunità che deriva da una crisi così incisiva e profonda.

L’esortazione del presidente dello SVIMEZ apparsa sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno perché il Sud diventi il motore del Paese va colta con decisione e deve spingere tutti noi a lavorare in questa direzione, principalmente nella Provincia di Foggia.

Gli strumenti ci sono già e, tuttavia, vanno potenziati: Giannola (il presidente SVIMEZ) rilancia l’idea di rafforzare il quadrilatero Bari-Napoli-Taranto-Gioia Tauro, unitamente al potenziamento delle infrastrutture lungo la dorsale adriatica, attraendo traffico e fare a meno anche della Via della Seta che ha scelto i porti di Genova e Trieste per i suoi traffici.

L’intersezione tra la direttrice Bari-Napoli e la dorsale adriatica trova il suo centro nella Capitanata, crocevia naturale per i traffici tra le due capitali del mezzogiorno continentale.

È ora di spingere, pertanto, affinché si dia definitivamente impulso alla Zona economica speciale adriatica e migliorare le infrastrutture (penso al raddoppio della linea ferroviaria Termoli-Lesina che secondo i piani di Ferrovie dello Stato dovrebbe essere tra le opere commissariate sul modello “ponte Morandi”).

Non solo impulso alle infrastrutture materiali, ma anche quelle immateriali: mi riferisco ad esempio alla tecnologia 5G che permetterebbe un significativo balzo in avanti delle connessioni digitali, fondamentali per lo sviluppo industriale del futuro.

Dico questo perché le analisi sull’impatto del coronavirus nell’economia mondiale stanno facendo emergere la necessità di ripensare le catene di fornitura per la produzione dei beni (supply chain), spostando parte dei loro impianti in altre zone del mondo.

Il Mezzogiorno, la nostra provincia, potrebbe diventare attrattore per l’insediamento di nuovi stabilimenti produttivi.

Non si sta fantasticando: si sta prendendo atto del fatto che il Mezzogiorno è al centro dei traffici tra l’Asia e l’Europa, essendo collocato nel mezzo della direttrice marittima Canale di Suez-Stretto di Gibilterra verso l’Europa del Nord.

Per far ciò, la classe politica tutta della nostra Provincia deve necessariamente abbandonare le logiche di cortile, spingendo con forza e rivendicando la centralità del Mezzogiorno e della Provincia di Foggia nelle politiche di sviluppo industriale, accelerando con decisione le progettualità in cantiere.

La sfida che la politica è ora più che mai chiamata a cogliere è quella di essere concreta e incisiva, con competenza, indirizzando le scelte dei cittadini su percorsi di medio-lungo periodo che portino prosperità alla nostra terra. Se ciò non avverrà il risultato sarà quello di abbandonare definitivamente la nostra terra a stregoni, fake news, malaffare e consorterie di ogni genere e forma.

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