Il maitre du sel Paolo Santoro, dalla passione del mare al “The Salt Club”

by Fabrizio Stagnani
sale, paolo santoro

Sempre più spesso negli ultimi anni gli scaffali dei supermercati traboccano di proposte di sale esotico, nero, rosa dell’Himalaya, azzurro delle Canarie. Ciascuno da abbinare a un determinato cibo e che promette una differenza in termini di sapore e di esaltazione dei cibi. Anche i prezzi sono differenti e lontani dal classico cartone di sale da 40 centesimi. Questi prodotti hanno avuto il merito di aprire una discussione sulla qualità del sale che arriva nelle nostre tavole e sensibilizzare gli utenti a una maggiore attenzione. 

Esiste un segmento ancora più di nicchia che è il sale pregiato, ovvero sale naturale vero raccolto a mano. Uno dei massimi esperti italiani è Paolo Santoro, maitre du sel che tiene numerosi corsi sull’argomenti e gira tutta l’Europa alla ricerca di saline o cooperative per lo più a conduzione famigliare che attuano specifici metodi di produzione.

I metodi

Esistono tre metodi di produzione del sale: estrazione, ebollizione ed evaporazione. Mentre per i primi due è giusto parlare di produzione, per il terzo metodo si deve parlare di coltivazione. “Il sale per estrazione – spiega a bonculture – è  ottenuto dalle miniere di salgemma, risultato della cristallizzazione di antichi mari avvenuta in milioni e milioni di anni (come il Sale dell’Himalaya formatosi 5 milioni di anni fa). Il sale per ebollizione invece, è un sale di grande qualità ottenuto facendo sobbollire molto lentamente in grandi vasche l’acqua di mare. Questo metodo è utilizzato soprattutto in quei Paesi dove c’è poco sole nei mesi estivi come: l’Inghilterra (Sale di Maldon), il Galles (Halen Mon) e l’Islanda (Nordur)”.

Acqua di mare

Infine c’è il sale per evaporazione, un sale eccellente ottenuto dall’evaporazione dell’acqua di mare presente nelle Vasche Salanti delle Saline dove ogni singolo granello è influenzato dalla marea che ha permesso di far entrare il mare nelle vasche, da quanto sole c’è stato da marzo a settembre, dall’intensità del vento, dalla tipologia di alghe che hanno filtrato l’acqua del mare, dalla piovosità, dalla presenza di falde sotterranee d’acqua dolce e dalla passione di coloro che lo hanno coltivato.
“Al pari del vino, dell’olio e di tutti gli altri prodotti della natura che vengono coltivati dall’uomo all’aria aperta e non in serra, la coltivazione del sale dura per tutti i 12 mesi dell’anno ed è seguita in ogni fase dall’occhio attento ed esperto del “Curatolo” colui che sovraintende l’intera filiera della coltivazione del sale. A seconda del grado di concentrazione di sale – misurata in gradi Baumé – il Curatolo decide quando effettuare il passaggio dell’acqua di mare nelle diverse vasche nonché la data di raccolta della Fleur de Sel e del Sale Grosso”.

Fiore di Sale

La prima raccolta è quella della Fleur de Sel o Fiore di Sale che avviene in giungo nelle annate più calde. La Fleur de Sel è raccolta rigorosamente a mano ed è una produzione molto limitata ottenuta dalla prima cristallizzazione dell’acqua di mare con uno spessore di sale di circa 3 millimetri, questo è il sale più prezioso che può essere raccolto solo in assenza di vento, altrimenti precipiterebbe sul fondo della vasca.

Uno dei pregiudizi che si porta appresso il sale è quello di “far male” e di far alzare la pressione ed è una demonizzazione un po’ difficile da superare anche se si parla di sale pregiato. In Nord Europa c’è sicuramente una cultura enogastronomica più attenta a questo tipo di prodotto, soprattutto in Germania e in Gran Bretagna dove esistono infatti anche i sali pregiati da borsetta. Pare che i reali inglese siano grandi estimatori di questo prodotto.

Ma come riconoscere un sale? “Leggete sempre bene le etichette. Se c’è scritto sale integrale va bene ma diffidate sempre dal sale i cui granelli siano tutti uguali. Un ottimo sale è un sale che resta umido”.

Fleur de sel costa 120 grammi 9 euro circa. Ed esistono sali da finitura e sali da bollitura. Paolo Santoro scopre quasi per caso la passione per il sale pregiato e la sua è una storia davvero originale.

“Per tantissimi anni mi sono occupato di doppiaggio e di post-produzione audio/video, poi qualche anno fa mentre ero a Parigi sono entrato in quello che era forse il primo market gourmet al mondo, il Lafayette Gourmet, dove con mia grande meraviglia c’era un’intera parete dedicata alla Fluer de Sel.   È stato amore a prima vista. Li ho acquistati tutti e da lì ho capito che ogni sale ha un suo sapore, una sua storia e soprattutto che al pari del vino e dell’olio è coltivato per 12 mesi all’anno. Toccare il sale con le mani è stata un’emozione straordinaria. Insomma, sì… è stato amore a prima vista!”

Ed è così che prende vita il progetto The Salt Club e la passione per il Sale di Mare Naturale diventa un’idea imprenditoriale vincente, attualmente Paolo Santoro è anche molto impegnato con corsi per la Scuola di Alta Formazione Intrecci.

Paolo Santoro

Nato a Taranto nel 1958, è laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università di Siena. Imprenditore nel mondo degli Instant Media e della Produzione Audio/Video, è Sommelier AIS e Gourmand per passione. Autore del romanzo “Il Sale del Führer” edito dall’Erudita, è un profondo conoscitore del Sale di Mare pregiato raccolto nelle più antiche saline d’Europa, di cui studia da anni tutti i possibili abbinamenti. Con la convinzione che esiste un legame indissolubile tra l’uomo, il sale e il cibo, organizza in Tour per l’Italia e per L’Europa la sua Masterclass “Sapere di Sale” per apprendere come si utilizza, come si abbina e come si riconosce il Sale di Mare di qualità. Lezioni, incontri, partecipazioni e degustazioni tenute presso le Scuole di Cucina e di Alta Formazione per Chef e Aspiranti Chef, Scuole per l’Accoglienza e l’Ospitalità e Hotel e Ristoranti.

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