“Questa crisi potrebbe e dovrebbe costituire un vantaggio per chi, “costretto” sino a ieri dai numeri (riempire una platea da 700 posti) a fare scelte di retroguardia, puntando sulla sicurezza del nome in cartellone, fosse comunque interessato a sperimentare, a proporre il nuovo. Attenzione: che non significa “elitario”, ma poco noto: disarmato di fronte alla capacità persuasiva del mezzo televisivo, ad esempio”. L’intervista al maestro Carlo Bruni
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