Nel libro, un monumento ai ragazzi di allora, non siamo a Berlino, ma a Lipsia, in una città che dopo il disfacimento del “socialismo realizzato” è una prateria di scorribande e di fiumi di eroina, iniettati nelle vene dentro fabbriche in disuso e nei vecchi cinema, ormai abbandonati di un centro urbano in vorticosa trasformazione
DDR
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A metà tra thriller e spy-story, Deutschland ’83 scaraventa gli spettatori nel bel mezzo degli anni ’80 in un paese praticamente in bancarotta affetto da gravi forme di paranoia. Siamo in piena Guerra Fredda, la Nato prepara la simulazione di un attacco nucleare. Sovietici e tedeschi orientali interpretano le manovre segrete in atto al di là del Muro
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Rivisto con lo sguardo di oggi, sopiti gli entusiasmi per l’argomento storico, emerge completamente il dramma umano di ogni protagonista che vive nel proprio mondo fatto di cristallo, in cui la minima scossa può essere fatale. Goodbye Lenin è una pellicola in cui ognuno deve accettare i cambiamenti, non solo politici, ma anche personali, ma è anche un film sull’amore, su quello che siamo disposti a fare per il bene di chi amiamo.
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La Porta di Brandeburgo, il Muro e la DDR per Sabino Colangelo e la generazione che non aveva il mito dell’Urss
1974, sotto la Porta di Brandeburgo, simbolo della Repubblica Democratica Tedesca, la DDR, un generale sovietico spiegò alla delegazione studio del Pci che i ragazzi tedeschi fuggivano da Est ad Ovest, oltrepassando il muro, perché dall’altro lato c’erano donne appariscenti, nude, a tentarli.
“Anche a noi propinavano la propaganda, in questi colloqui si vedevano profondamente i loro limiti”. L’ex consigliere regionale Sabino Colangelo racconta un viaggio straordinario -
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Il Premio Lenin a Liquòri e quella “potenza matematica” che non bastò a tenere in piedi DDR e socialismo
“Il viaggio della delegazione del Senato era a Bonn, facemmo una visita di un giorno a Berlino Ovest, con una visita al museo archeologico di due ore ad Est. Nessun incontro, nessun rapporto, volutamente con l’Est, ma solo un incontro col sindaco di Berlino Ovest che fu abbottonatissimo, come per altro il nostro ambasciatore a Bonn”. I ricordi dell’ex senatore Orazio Montinaro in delegazione in Germania Est nel 1990