Le poesie sulla nostalgia sono innumeri. Ma la mia preferita, per quanto troppo lunga per questi tempi istantanei ed effimeri, è stata scritta nel 1885, dopo un sobbollimento meditativo di circa un decennio, da un signore che aveva allora cinquant’anni, uno di quei nomi che a scuola ci hanno insegnato a odiare con accuratezza, perseguitandoci con corvèe mnemoniche, obblighi di riassunti e parafrasi, esaltazioni retoriche di cui ci sfuggiva il senso. Sto parlando di Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci
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