“Non volevo fare l’autobiografia, un memoir, l’autofiction. Nel momento in cui lavoro sulla finzione, quella finzione si ricongiunge nel finale in un punto di verità, riempiendo dei vuoti. Quando agiscono, hanno una funzione terapeutica anche se tu non riconosci il vuoto che la narrativa sta riempiendo”.
Intervista a Paolo Di Paolo sul suo ultimo prezioso romanzo
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