«Io penso che l’identificazione con le vittime sia una cattiva retorica perché, semplicemente, l’identificazione non è possibile. Se dicessi che mi identifico con le vittime di Kiev, mentirei. Io, dal mio studio, non vivo la più piccola delle condizioni di soffocamento della libertà e del pericolo per la vita che vivono gli abitanti di Kiev. Io non mi posso identificare con i richiedenti asilo, con Ilaria Cucchi o Patrizia Moretti, perché quelle condizioni e quelle situazioni di dolore non sono trasferibili, non possono essere acquisite da me. La mia condizione sociale, materiale ed emotiva è diversa».
Luigi Manconi
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Libri
«Il culto dell’Io non ci salva. Riprendiamoci il Noi». Il senso della vita di Monsignor Vincenzo Paglia dopo la pandemia
«Dobbiamo scoprire il senso della vecchiaia, non come naufragio ma come un’età preziosa. Non è più l’età in cui essere messi “da parte”. È il tempo di nuove attività, di una nuova consapevolezza nei rapporti interpersonali. Ed è preziosa anche nella debolezza che prende il corpo: ricorda a tutte le altre età che siamo comunque deboli. Per questo richiede una sua spiritualità che va riscoperta»
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Ricordato spesso accanto alla famiglia Cucchi per chiedere giustizia e verità per l’omicidio di Stefano, Manconi ha una storia politica antica fatta di impegno, corpo e diritti. Nel 1995 presentò il primo disegno sulle unioni civili, nel 1996 il primo sul testamento biologico: da lì le battaglie e l’attenzione su temi delicati come l’immigrazione, le tossicodipendenze. L’intervista