Se non viene colta la gravità dell’accaduto, se non si comprende che il proprio ruolo è anche, se non soprattutto, quello di costituire un esempio positivo per la comunità che si amministra, se si ignora che certe toppe sono peggiori del buco, nella misura in cui si veicolano, approvano e giustificano comportamenti emulativi in un territorio che è ormai è stritolato da una mafia crudelissima, allora il problema è grave davvero, ed è proprio dall’interno delle compagini politiche che devono essere isolati certi modi di porsi e presentare al mondo la propria terra.
mafia
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LibriUrban Politics
“È una paura drammatica ma il senso del dovere, rispetto al mio mestiere è fondamentale.” La lezione di Paolo Borrometi, sotto scorta dal 2014
Sotto scorta dal 2014, ideatore del sito LaSpia.it e vicedirettore dell’AGI, Borrometi è tra quei giornalisti italiani in costante pericolo di vita per via delle inchieste scottanti sulla mafia in Sicilia e sulla criminalità organizzata.
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Libri
“I Casamonica sono dentro la pancia della città”. Nello Trocchia racconta il clan mafioso autoctono più potente del Lazio
“Si reputano ‘zingaracci’, non vogliono essere definiti mafiosi. Non sono sciocchi, perché sanno benissimo che auto-definirsi mafiosi consegnerebbe un’arma alla magistratura per contestare il 416 bis (articolo del codice penale che definisce i reati per associazione mafiosa, ndr.), e quindi aprire ad una normativa molto stringente in termine di sequestri di beni e misure cautelative personali”
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Chi racconta storie, di solito, racconta la realtà: complessa, sfaccettata, sgradevole. Chi tenta di ricostruire fenomeni ampi come quelli criminali si augura di collegare, ricostruire una memoria storica – un precedente, unire e ricomporre un quadro interpretativo per illuminare e dare respiro ai fatti quotidiani che viviamo come semplice cronaca. In questo solco si è mossa la criticatissima prima serata di “Cose nostre”, il format di Rai1 condotto da Emilia Brandi che dal 2016 racconta le storie delle vittime innocenti di mafia.
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“È sempre difficile, in generale, definire il tempo. Dopo venticinque anni, pesano moltissimo le sconfitte e le lacune giudiziarie. La ricerca di verità e giustizia per la morte di mio padre non è stata mossa da un desiderio di vendetta, ma mi ha aiutato a ricostruire il tempo vissuto con lui”. Intervista a Daniela Marcone, vicepresidente nazionale di Libera, a 25 anni dall’uccisione di suo padre, Francesco Marcone.
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Urban Politics
“È ora di non avere più paura della mafia a Foggia, altrimenti non avremo più ossigeno per respirare”. La forza di Giovanna Belluna Panunzio
Giovanna Belluna Panunzio era molto giovane quando suo suocero, Giovanni Panunzio, nel 1992 fu ucciso dalla mafia del boom edilizio, raggiunto dai proiettili nella sua auto, a pochi metri dall’ultimo omicidio che ha aperto il 2020. L’abbiamo ascoltata
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Politica
Di Foggia che facciamo? Palmisano: “Qualcuno preferisce che resti solo il controllo della mafia”
“Il Prefetto ha chiesto di fare i nomi degli imprenditori collusi in una sede istituzionale. Quel suo discorso ha prodotto una frattura morale nella classe imprenditoriale”, il commento del sociologo Leonardo Palmisano dopo questo avvio di 2020 di sangue e bombe nel Nord della Puglia
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Urban Politics
“Le mafie foggiane sono tutto meno che rozze”. Scioglimenti&Corruzione: intervista a Leonardo Palmisano
“L’aggravante delle mafie foggiane è il loro rapporto strettissimo con il mondo politico imprenditoriale e con il mondo della libera professione anche attraverso, ma questo soprattutto nella città di Foggia, la camera della massoneria”. Intervista al sociologo Leonardo Palmisano
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Urban Politics
“La città ideale”, Antonio Fortarezza svela la cultura mafiosa, che mesta nel disagio e nelle diseguaglianze
È una Foggia plumbea, nuvolosa, malsana, umida, opprimente, colma di catrame e cemento, rifiuti e materiali di scarto, la città protagonista dell’ultimo intenso lungometraggio del documentarista ed artista Antonio Fortarezza, intitolato “La città ideale. Le mani nella città” e che sarà presentato in anteprima il prossimo 20 settembre nell’Auditorium Santa Chiara, nell’ambito di Cinema Felix della Fondazione Apulia Felix
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Urban Politics
A mano disarmata, Federica Angeli contro la sicumera della mafia di Ostia. Così simile alla Quarta Mafia
“Qua vinciamo sempre noi, non lo vedi che con noi non vinci?”. Federica Angeli in un racconto vivido e personalizzato ha restituito in ogni dettaglio il suo vissuto. Non solo è una testimone di giustizia, ma è colei che ha scritto più di tutti in Italia della mafia di Ostia, con lunghi reportage ed inchieste, che sono state il canovaccio degli inquirenti