«È una storia molto sorprendente, c’è il romanzo di un convento che si trova a Roma in una zona non centralissima nel quale vengono ospitate da 7 suore, 12 ebrei. La realtà però è molto più sorprendente perché gli ebrei ospitati erano 47. Facendo delle ricerche ho scoperto che agli ebrei e ai disertori furono aperte le porte di ben 250 conventi di cui oltre 150 erano femminili. La cosa più fenomenale è che gli ebrei romani salvati furono 4500, anche se non esiste una vera e propria contabilità al riguardo»
Ritanna Armeni
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News
Il secondo piano, Ritanna Armeni ospite del Tennis Club di Foggia col suo romanzo sulle suore antinaziste e femministe
by redazioneby redazioneL’appuntamento, sponsorizzato dalla Lucky Wind, è organizzato in collaborazione con l’Associazione I fiori blu.
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Libri
Dieci finalisti per il Premio I fiori blu e «la felicità pubblica» perduta, secondo Ritanna Armeni e Massimo Bray
Non è stata una selezione facile per la Giuria tecnica del Premio I fiori blu presieduta da Paolo Mieli e composta da Ritanna Armeni, Marco Ferrante, Sandra Petrignani, Lidia Ravera, Massimo Recalcati e Silvia Truzzi. Dimezzare i 20 libri partecipanti e arrivare a 10 finalisti è stato tutt’altro che semplice visti i nomi in campo per la seconda edizione del premio letterario con sede a Foggia e con la direzione artistica della giornalista Alessandra Benvenuto.
5 saggi e 5 romanzi potranno essere votati fino al 18 luglio sul sito del premio. I titoli -
Libri
«Rosa, gli anni Sessanta e le prime donne ad usufruire dell’istruzione di massa». Ritanna Armeni narra la libertà femminile in “Per strada è la felicità”
«Le conquiste sono sempre fragili e precarie, basta pensare alla democrazia. Crediamo che sia per sempre, e invece è fragilissima. L’abbiamo conquistata nel 1946, qualche giorno fa abbiamo festeggiato il 75esimo della Repubblica ma ci sentiamo di dire che quella democrazia conquistata allora è una democrazia forte, efficiente? Ovviamente no»
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Libri
“Era necessario illuminare le parti oscure della storia”. Ritanna Armeni e il desiderio di emancipazione di “Mara”
“Ne ho scoperte di belle. La natalità tanto esaltata di cui le donne dovevano essere garanti e protagoniste, in realtà, negli anni del regime decresce. Quindi, sebbene in un modo molto garbato, loro disubbidiscono al duce. Le statistiche, in più, dimostrano che il numero di donne che lavoravano, era lo stesso di quelle che poi lavorarono nel tempo della democrazia”. Un libro che è lettura luminosa e terapeutica