Amadeus chiude trionfalmente il suo Sanremo con il 64% di share. Dunque, critiche o non critiche, polemiche e applausi, comunque Sanremo ha vinto.
Sanremo
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E ha ragione Checco: le sue due canzoni avrebbero potuto vincere a “mani basse” questo festival sottotono. Non si capisce però, perchè non utilizzare Zalone a “briglie sciolte” per l’intera serata, con interventi improvvisi, tali da scompaginare la stanca ritualità sanremese
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Musica
«Del mondo» che non c’è più. Gazzè e Silvestri rileggono a Sanremo un brano senza tempo dei CSI, potente e profondissimo
Era il 1994. Quel mondo, 27 anni dopo, è agonizzante, e cerca disperatamente i cromosomi di un cambiamento, un nuovo «sangue fertile». Onore ai CSI che l’hanno reso immortale (e a Gazzè e Silvestri che ce l’hanno ricordato), come quei miti classici da cui possiamo solo rinascere. Dopo averne consumato le ceneri.
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Antesignano di tale genere il brano Miserere in collaborazione con Zucchero Fornaciari. Prima di tale evento non c’è mai stata collaborazione tra cantanti lirici e cantanti pop. Evento più unico che raro, avanguardista per i tempi di allora.
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Sole, cuore e amore: possibile che gli “artisti” in gara a Sanremo, soprattutto i più giovani, non sappiano parlare d’altro in una canzone? L’Italia offre spunti continui, storie strepitose, personaggi incredibili. Ma quello resta un rifugio tranquillo, confortante, non fa danni, né espone a troppe critiche.
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Musica
Il 29 gennaio del 1951 la prima serata del Festival più amato e criticato (ma sempre seguitissimo): perché Sanremo è Sanremo
Criticatissimo eppure incredibilmente amato, Sanremo è sempre stato un vero e proprio paradosso in ogni sua sfaccettatura, ma non poteva che essere così tenendo conto che la città stessa che lo ospita ha un’eccentricità già nel nome, denominandosi San Remo, avendo però come santo patrono San Romolo.
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Fra le obiezioni che registro sui social, quella che trovo più francamente comica è “a Sanremo non si fa politica”. Bisogna essere davvero ottusi o bigotti per non comprendere che il Festival della Canzone Italiana è da settant’anni un luogo di politica. Non negli allestimenti, nei fiori che riempiono tradizionalmente l’Ariston, men che meno nei conduttori e negli ospiti. Lo è nelle canzoni.
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La kermesse sanremese ha legittimamente iscritto il talento pugliese (Diodato è tarantino) nell’alveo dei cantautori italiani portatori di una sensibilità altra che non scrivono rime baciate, di rara fattura e pregiati come i tessuti broccati
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Per molti la vittoria di Alessandro Mahmood, nato a Milano e cresciuto a Gratosoglio, è la vittoria del potere delle cattivissime élite