«Ogni scrittore quando consegna qualcosa alla pagina lo trasforma in finzione. I ricordi, poi, sono una distorsione e una manipolazione della realtà. Io volevo recuperare la mia memoria perché avevo dei buchi. Nella mia famiglia, come in tante altre, si racconta poco quello che ferisce o fa male. Il dolore viene nascosto, accantonato. Ci si illude in questo modo che deflagri in maniera più attutita, ma è nel non detto che si generano i mostri. Avevo un bisogno particolare di ricordare».
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