“Affondare il comparto turistico significa decretare il suicidio del Paese”. Intervista all’europarlamentare Massimo Casanova

by Daniela Tonti
Massimo Casanova

Il comparto turistico e balneare che muove l’11% di Pil nazionale rischia il collasso nella fase 2 della pandemia. Mentre ogni giorno spunta una nuova ipotesi di approccio al problema – dai box in plexiglas o igloo tra un ombrellone e l’altro ad accessi regolati in spiaggia che garantiscano il distanziamento sociale con ingressi scaglionati –  monta la rabbia di addetti ai lavori e stakeholders.

Del grido di dolore si è fatto portavoce l’europarlamentare della Lega Massimo Casanova. In un attacco durissimo al governo Conte, il patron del Papeete –  450 dipendenti e il pieno di preferenze al Collegio Sud nell’ultima tornata elettorale –  ha espresso le angosce di un settore al varco, in attesa di capire “di che morte dovrà morire”.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistato.

Casanova, lei come sta vivendo la quarantena? Dove la sta trascorrendo?

Vivo la quarantena come tutti gli italiani, in casa con la mia famiglia. Avendo però una fortuna: da Bosco Isola, ai piedi del meraviglioso Gargano, in Puglia, riesco a godere ogni giorno di albe e tramonti spettacolari. Qui la natura è un’esplosione di bellezza ed energia. Sono innamorato di questo posto: mi ci portò mio padre quando ero bambino, da quel momento non l’ho più abbandonato. Ho residenza qui.

Partiamo dalle soluzioni paventate in questi giorni per garantire il distanziamento sociale sulle spiagge come i box di plexiglas. Rispetto alla sua esperienza di imprenditore cosa ne pensa? È un modello sostenibile dal punto di vista economico? Realizzabile dal punto di vista pratico? In che modo? Tutto ciò non rischia di far lievitare i prezzi o che il mare diventi un bene di lusso?

Non scherziamo. La prima volta che mi hanno sottoposto quella immagine, ho creduto si trattasse di uno scherzo. E come tale lo liquido. Ciò non toglie che le strutture andranno riorganizzate. Se solo ci fornissero delle linee guida, avremmo tutti le idee più chiare. Ma il Governo latita, e siamo già a stagione inoltrata. Nessuna delle misure annunciate è operativa. Peraltro ci si affida a prestiti: provi ad affacciarsi in banca, non è arrivata nemmeno la modulistica.

Lei come si sta organizzando? Cioè prevede di riaprire e come? Dimezzando i posti e i lavoratori? Quanti dipendenti ha e cosa prevede? Avete capito qualcosa di quello che vi aspetta?

Siamo lasciati al nostro destino. L’unica cosa che sappiamo è che andiamo incontro ad una crisi lunga e drammatica, che rischia di diventare irreversibile per almeno due imprese su tre in assenza di linee guida tempestive e di misure rapide ed efficaci del contenimento del danno. Personalmente non so ancora nulla: noi imprenditori turistici siamo in un limbo. Non sappiamo se e come potremo riaprire, con quali regole. Questi ci impedisce di fare calcoli, anche in termini occupazionali. Detto con una battuta: non sappiamo ancora di che morte moriremo.

Veniamo a un altro segmento del turismo luxury, strutture che vivono di clientela straniera che danno lavoro a centinaia di famiglie. Che succerà se non si tornerà a volare?

Il settore turistico è impattato dalla crisi per il 90%. Questo significa che tutte le strutture ne saranno travolte. Attendevamo risposte dal commissario responsabile del Turismo in UE, Thierry Breton. Ma due giorni fa, in audizione, ne abbiamo ricavato solo dei tempi verbali futuri, delle dichiarazioni di intenti. Glielo dico chiaramente: non hanno idea di come agire, navigano a vista. Ed è gravissimo: parliamo di un settore che muove l’11% del PIL mondiale ed è formato in prevalenza da piccole imprese. Le prime stime economiche, confermate dallo stesso commissario, parlano di perdite per 400 miliardi di euro. Una situazione allarmante perché dietro alle fredde cifre ci sono realtà sociali e umane. Ci sono imprenditori piccoli e grandi che hanno relazioni anche familiari con i loro dipendenti. Questa UE ha il dovere indilazionabile di adoperarsi con strumenti forti ed eccezionali che siano all’altezza della situazione. Non c’è più tempo da perdere, il fallimento è ad un passo

Nei giorni scorsi lei ha sferrato un durissimo attacco al governo facendosi portavoce delle angosce di tanti imprenditori da nord a sud e invocando la piazza. Che percezione ha?

Non ho percezioni ma dati reali: se ne stanno fregando. Non ci ascoltano. Ecco perché stiamo immaginando azioni forti: siamo disperati ed esasperati. In gioco ci sono migliaia di famiglie e vite fatte di sacrifici. Se si vuole una rivoluzione, lo si dica. L’unico modo per ottenerla è affamare la gente. Guardi, qui non si scherza. Provi a guardare vicino a lei, al Gargano: senza turismo cosa resta? C’è il serio rischio che la criminalità faccia carne da macello. Lo dissi settimane fa, oggi lo conferma, leggevo, la Prefettura di Rimini: l’attività predatoria è già partita, un hotel su tre rischia di finire nelle mani della criminalità organizzata. A saldo.

L’europarlamentare leghista

Ritiene che il Covid abbia rafforzato l’idea di autonomia delle Regioni? Lo Stato centrale può ancora governare questo processo?

Se ogni giorno e l’altro pure sferri attacchi alla Lombardia e alle Regioni del Nord maggiormente colpite dal Covid per chiederne il commissariamento, approfittando come fanno gli sciacalli del momento, beh, allora non mi sorprenderei che quella gente ti ripudi. Sei responsabile dei sentimenti che tu stesso inneschi.

La flat tax è ora più che mai necessaria per sburocratizzare il fisco? Il bonus vacanze crede sarà utile?

Le aziende italiane erano al collasso anche prima del coronavirus, perché una lunga serie di governi non votati da nessuno, a partire da Monti, hanno portato la tassazione al 76 per cento, tra quella diretta e indiretta. La flat tax è vitale. Per il bonus vacanze, sì: è un’idea che ho da sempre e sono soddisfatto sia entrato a far parte del pacchetto di misure proposte dalla Lega. Tuttavia, noi siamo opposizione, è il Governo che deve agire. E in fretta.

In un Paese dove c’è una fetta consistente di lavoro nero, specie al Sud, quanto valgono queste misure adottate dal Governo Conte?

Quali misure? Al netto dei 600 euro giunti a pochi autonomi, neanche tutti, non c’è nulla. Solo annunci.

Uno dei temi in questi giorni è libertà o quarantena. Stiamo assistendo anche in altri paesi a una sorta di rivendicazione dei diritti individuali di potersi spostare. Zagreblensky su La Stampa sosteneva che “segregare gli anziani è un abuso”. Ma alcune categorie come i bambini o i disabili sono maggiormente penalizzate.

È un Paese che pensa ai più deboli?

No. Bambini, anziani e disabili sono gli invisibili di questa crisi. E temo continueranno ad esserlo anche nella cosiddetta fase 2. Anche su questo la Lega ha fatto un pacchetto di proposte, raccogliendo le istanze di associazioni e famiglie. Le sembra moralmente accettabile che un invalido venga escluso dal bonus di 600 euro solo perché percettore di una misera pensione di invalidità? Bene, è quello che accade oggi.

Il suo grido d’allarme tocca anche le Regioni del suo collegio elettorale. Il turismo al Sud che stava conoscendo una crescita a livello di presenze, pur considerando le carenze infrastrutturali, come farà a sopravvivere in queste regioni? Tutte le piccole realtà imprenditoriali riusciranno a superare le enormi difficoltà causate dal virus e quali dovrebbero essere i supporti concreti che il governo dovrebbe adottare per sostenere questo settore fondamentale per l’economia di un paese come l’Italia a fortissima vocazione turistica e culturale?

Lo abbiamo detto e chiesto in tutte le lingue: prestiti a fondo perduto per le imprese, voucher per i lavoratori stagionali, sgravi fiscali, buoni vacanza e uscita degli stabilimenti balneari dal campo di applicazione della direttiva Bolkestein sono solo alcune delle proposte fatte dalla Lega. Pensiamo all’economia turistica che muove la Puglia con le sua meravigliosa lingua di costa, alla straordinaria bellezza della Campania, ai due mari della Calabria, alla Basilicata, all’Abruzzo, al Molise: tutto affaccia sul mare. Intere realtà dipendono dal turismo e, con esse, migliaia di famiglie, intere Regioni. Come si può pensare di lasciar affondare questo comparto, di abbandonarlo? Significa decretare il suicidio di un Paese intero.

Si voterà tra settembre e novembre, e tra un mese Emiliano darà la data. Fitto ha fatto sapere ai suoi che 48 ore dopo l’ufficializzazione della data delle elezioni vuole che il suo nome sia sancito. La Lega lo appoggerà? O temporeggiate ancora?

Mi pare assolutamente inopportuno parlarne in piena crisi pandemica. Ciò non toglie che abbiamo fretta che Emiliano se ne vada, a maggior ragione dopo la fallimentare gestione dell’emergenza sanitaria. Su Fitto mi sono già espresso a più riprese. E non perché lo dica io, ma è il popolo pugliese che vuole tornare a crescere e a sperare con nomi nuovi.

C’è una buona fetta del partito che spera ancora che lei cambi idea e si candidi a presidente. Ci sta pensando? O è una partita chiusa?

Come ho già avuto modo di affermare, sono dell’idea che la parola data agli elettori sia sacra. Ed io ho chiesto fiducia per rappresentare il Sud in Europa. E ciò che sto facendo e spero di riuscire a portare la voce di chi non ce la fa in quel covo di burocrati. Dovrebbero attenersi a questo principio sacrosanto tutti gli eletti.

Come giudica l’Emiliano sanitario? Giletti ha mostrato lo scempio dell’ospedale di Lecce anche qui a Foggia il Deu e le altre strutture ospedaliere tardano ad essere inaugurate. L’edilizia ospedaliera è solo fumo negli occhi, se poi gli ascensori della rianimazione si bloccano con pazienti e medici dentro un giorno sì e l’altro pure?

Fallimentare, come detto più su. La Puglia sconta anni di governi inefficienti, che hanno compromesso anzitutto il sistema sanitario, ridotto a brandelli. Emiliano non ha avuto neanche la capacità di approfittare della fortunata tempistica dell’emergenza: qui il virus è arrivato dopo e con numeri di gran lunghi inferiori a quelli del Nord. Ma non è servito a mettere in campo una programmazione seria e di prevenzione.

Se malauguratamente il Covid dovesse ritornare con recrudescenza in autunno pensa che la nostra sanità reggerebbe?

Se reggerà, lo si dovrà esclusivamente a medici ed operatori in corsia che stanno facendo miracoli con quel poco di strumentazione a loro disposizione. Sono gli unici a cui dobbiamo dire grazie se il sistema sino ad ora, per quanto zoppicante, ha retto.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.