Fallas, fanove, fracchie e focara: nasce la Rete del Fuoco, che unisce Puglia e Pirenei

by Antonella Soccio

Effimero e sacro, un lungo lavoro di preparazione da seminare nel cammino o nella contemplazione mentre si consuma il monumento che brucia.

Ci sono dei luoghi magici nel Mediterraneo, nei quali i riti di passaggio, le notti tra la vita e la morte, si accendono di bagliori con rosseggianti fiammate. La verità brilla proprio come una fiamma che si accende da fuoco che balza, di vicolo in vicolo, di collina in collina.

C’è un baleno culturale e ideale, che collega le Fallas spagnole, patrimonio immateriale dell’umanità Unesco, ai tanti fuochi pugliesi.

Fallas, fanove, fracchie e focara. Un unico digamma eolico, che unisce l’Italia e la Spagna, una sola materia che arde al vento.   

In Andorra ci si riserva per la notte più magica del 23 giugno con le ‘Fallas’ dei Pirenei. “La cremazione delle cadute di Sant Joan” è la tradizione ancestrale che celebra l’arrivo dell’estate nelle diverse località delle comunità aragonesi e catalane. I fuochi vengono trascinati giù dalla montagna verso i villaggi, creando così uno spettacolo di luci indimenticabile.

Con ciò che resta delle Fallas (o falles in valenciano), già consumate a metà dal fuoco, viene acceso un falò ed attorno ad esso si eseguono danze tradizionali rituali.

Le fallas sono torce artigianali, formano figure per aria con il fuoco, nelle quali si danza, in maniera insieme mistica e tribale.

È a questo capitale di relazioni e di culture millenarie che sta per agganciarsi la Regione Puglia il 22 e 23 novembre, quando la direzione dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo col Direttore Aldo Patruno sarà in Andorra per incontrare la Rete dei Fuochi dei Pirenei e quella del Mediterraneo. L’obiettivo è entrare a far parte di questo immenso circuito insieme al riconoscimento da parte dell’UNESCO dei tre poli del fuoco pugliesi. Le mire del Piano Strategico PiiiL Cultura Puglia sono strutturare, valorizzare, internazionalizzare e destagionalizzare lo sterminato bagaglio di valori della Puglia.

Nasce la Rete dei Fuochi di Puglia. Tre i Poli, le Fracchie di San Marco in Lamis, le Fanove di Castellana Grotte e la Focara di Novoli.

Nel Salento, come in tanti altri luoghi del Mezzogiorno, c’è il rito del focara per il Patrono Sant’Antonio Abate che culminano con l’accensione del 16 gennaio. 80.000 fascine di tralci di vite sono la scenografia dell’enorme falò, che negli ultimi anni ha visto la presenza di artisti di fama mondiale.

Ardono per la Madonna della Vetrana circa 100 falò a Castellana Grotte, anche qui in un rito dell’inverno nella settimana che va dal 10 al 17 gennaio.

Sono fuochi che indicano la strada invece le fracchie di San Marco in Lamis sul Gargano che bruciano senza fumo per rischiarare il cammino dell’Addolorata alla ricerca del Figlio nella notte che precede le tenebre del Venerdì Santo. Gli ultimi fuochi prima della morte del triduo pasquale.

…la morte può mettere fine a un mondo, ma non può significare la fine del mondo. Un mondo può sempre sopravvivere a un altro. Ci sono più mondi. Più di un mondo possibile. È ciò che vorremmo credere per quanto poco crediamo o crediamo di credere in Dio”

Jacques Derrida “Ciò che resta del fuoco”


Di fuochi si iniziò a parlare già con l’approvazione della legge 1 del 2018 e il Dipartimento turismo e cultura della Regione Puglia sta dando attuazione all’indirizzo normativo.

“Stiamo mettendo insieme i pezzi di una tradizione antichissima profonda che dà il senso della identità vera di un territorio. Il sistema dei fuochi infatti è un sistema diffuso che copre l’intero territorio regionale dal Gargano al Salento. Noi siamo soci da tempo di una fondazione a Sud, a Novoli  la Fòcara che oggi vogliamo aprire a un’esperienza più grande, mettendo  insieme con le Fanoie di Castellana Grotta e le Fracchie di San Marco in Lamis e non ci limitiamo a una logica regionale”, ha detto il Direttore Patruno in un video.

“Saremo ad Andorra nei prossimi giorni- ha annunciato- per costruire una rete internazionale dei fuochi dentro la quale i fuochi pugliesi saranno protagonisti di un sistema a rete sui quali la Regione sta investendo in termini di prospettiva culturale ma anche in termini finanziari mettendo insieme un sistema più ampio che raccoglierà progressivamente tutte le tradizionali esperienze legate al fuoco  che sono all’origine del sistema industriale delle luminarie. I fuochi sono gli avi delle luminarie, in un sistema che a loro volta si interseca con le bande, con i cori con un sistema amplissimo di tradizione culturale e popolare dalla quale noi partiamo per proiettarla con le ali dell’innovazione e della gestione efficiente del patrimonio materiale e immateriale del futuro”.

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