«Il futuro è il turismo di relazione». Frank Damiano, dal rischio estinzione del limone di Minori ad Indiana Jones della Costiera Amalfitana

by Michela Conoscitore

Quando lo raggiungo telefonicamente è al computer, ad editare un video. Gli esploratori come lui, ovviamente, conducono una vita frenetica e avventurosa ma l’Indiana Jones Napoletano, oltre ad esplorare luoghi meravigliosi, utilizza il digitale per raccontarli e tutelarli. Prima di iniziare con l’intervista, mi accenna della sua fuga in costiera: a pochi chilometri da Napoli c’è un paradiso e visitarlo idealmente al telefono, in questo periodo dove viaggiare è una speranza che si continua a rimandare al futuro, è comunque un regalo. 

Frank Damiano da quattro anni sulla sua pagina Facebook parla delle bellezze di Napoli e della Campania, dando vita ad uno storytelling originale ed appassionante. Con umorismo ed entusiasmo svela angoli nascosti della città partenopea e punta all’anima di luoghi diventati, ormai, iconici per i viaggiatori: Albori, Cetara, la costiera amalfitana, il Sentiero dei Limoni, un susseguirsi di borghi e antichi incanti per cui la Campania è sì celebre in tutto il mondo, ma la narrazione genuina di Frank Damiano li rende più veri, più preziosi.

Noi di bonculture lo abbiamo intervistato.

Frank, l’Indiana Jones Napoletano si può definire in un certo senso il tuo alter-ego. Quando è cominciata questa avventura?

Inizia nel momento più difficile della mia vita. Ho svolto vari lavori, fino a quando non mi hanno assunto come impiegato in una fabbrica, con contratto a tempo indeterminato. Sostanzialmente, volendo utilizzare una visione più conformista della vita, potevo dire di avere tutto. Però ho capito che quel lavoro, rispetto alla mia personalità e a quello che volevo davvero, mi stava stretta. Soffrivo a svolgere un lavoro d’ufficio, e quella sofferenza oggi la benedico perché ho cominciato a cercare qualcosa che mi appassionasse. Sono sempre stato curioso e sensibile verso il passato, poi essendo nato nel 1984 il personaggio di Indiana Jones ha un po’ forgiato la mia personalità. Così ho deciso di indossare anche io quel cappello, e ho iniziato a raccontare le meraviglie della mia terra.

Al posto della frusta hai videocamera e drone per riuscire a catturare le bellezze della Campania. Quali sono le ‘imprese’ che, finora, ti hanno più colpito?

Faccio sempre difficoltà a scegliere un luogo in particolare, perché se sei sensibile alla bellezza ti può piacere il mare come la montagna. Sono fortunato perché, chi nasce in Campania, ha la possibilità di vivere queste bellezze a pochi chilometri da casa. Ti stavo raccontando della mia escursione di ieri in Costiera, praticamente bastano cinquanta chilometri e da Napoli mi sono ritrovato in un’altra dimensione. In quei posti di mattina fanno i pescatori, e il pomeriggio diventano contadini perché vivono mare e terra contemporaneamente. Tornando a Napoli, nel centro storico con i suoi palazzi monumentali, ho sperimentato un’altra dimensione, totalmente differente. Ripeto, è difficile scegliere quello che più mi ha colpito, essendo un curioso so riconoscere il valore di ogni luogo.

Sei molto attivo sui social, e ai tuoi follower racconti anche la gente che incontri nei tuoi viaggi. Quali sono le storie che hai sentito la necessità di far conoscere?

Quando ho deciso di fare questo salto verso l’ignoto, lasciando il lavoro sicuro, il personaggio me lo sono costruito proprio sui social, e ho cominciato non soltanto ad esplorare luoghi ma anche conoscere le persone che ci vivono, perché sono anche loro a renderli affascinanti. Circa tre anni fa, ero all’inizio di quest’avventura, mi trovavo a Minori, il tesoro di quella zona è rappresentato dai limoni. Devi sapere che il limone amalfitano è un vero e proprio totem. Purtroppo, quando incontrai i contadini mi raccontarono che stavano vivendo un paradosso perché quel prodotto tipico era a rischio estinzione. Questa è stata la prima storia che ho riportato ai miei follower, il limone amalfitano e gli occhi lucidi dei contadini, anche per sensibilizzare i più giovani, attratti da altre tipologie di lavoro. A quattro anni di distanza, posso dire che la situazione a Minori sta migliorando, molti ragazzi sono tornati a vivere nella propria terra e si stanno dedicando alle proprie tradizioni.

Amalfi

A proposito del limone amalfitano, posso definirti anche un ambasciatore a tutto tondo della tua regione perchè non dimentichi i prodotti tipici. Qual è il loro ruolo nel far conoscere un territorio?

Quando condivido le esplorazioni con altri, provo a sensibilizzarli sull’uso dei nostri cinque sensi. Fare un bel percorso, guardare un bel panorama rappresentano soltanto una parte dell’esplorazione. Con le nostre eccellenze gastronomiche, il gusto non lo si può proprio mettere da parte! Sul Vesuvio abbiamo il pomodorino del piennolo, di cui si possono visitare le coltivazioni. A Minori, quando accompagno i visitatori sul Sentiero dei Limoni, li faccio entrare nei giardini dove ci sono ad attenderli i contadini che non solo raccontano il loro lavoro ma fanno assaggiare i limoni. Così si torna a casa con una consapevolezza diversa del luogo visitato, non è soltanto un’esplorazione, è un’esperienza.

L’Italia è il paese dei borghi, e tu ne visiti molti in Campania. Con il Covid questi piccoli paesi, immersi in atmosfere senza tempo, stanno diventando sempre più richiesti dai viaggiatori. Qual è il tuo pensiero sui borghi e come dovrebbe essere organizzato il turismo in questi posti?

Il turismo in questo momento, a causa o grazie al Covid, sta subendo una metamorfosi. Prima della pandemia, il viaggiare era percepito come un qualcosa di passivo, ora le persone richiedono delle esperienze di viaggio. I borghi, in questo caso, sono perfetti perché hanno conservato nel tempo la propria identità, c’è la possibilità di viverli. Quando si visita un borgo, puoi incontrare una signora del posto che ti accoglie a casa, ti racconta la sua storia. Il futuro, secondo me, è il turismo di relazione. In Campania e nel sud Italia questa tipologia di turismo ce l’abbiamo nel Dna, rispetto ad altri saremo avvantaggiati.

Minori

Il tuo slogan è #lAmericaStaCcà, che cosa intendi?

Siamo cresciuti con quest’idea della terra promessa che è lontana, come gli Stati Uniti appunto. Però mi sono chiesto: ma è davvero quella la terra delle opportunità? Guardandomi attorno, ho capito che ci sono grandi potenzialità anche qui. Possiamo costruirci un futuro in base alle nostre passioni e predisposizioni, magari sarà più difficile ma basta crederci.

Ci sono luoghi da recuperare o valorizzare a Napoli e in Campania?

Ci sarebbe una lista infinita. Prima ti ho citato il centro storico di Napoli, nel pre-Covid stava vivendo un momento molto florido. Ora stanno decidendo, invece, di revocargli il titolo di Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO (a causa di numerose criticità e mancati restauri agli edifici, ndr.). Se avvenisse sarebbe una grave perdita per tutti noi, spero non avvenga e che le istituzioni si prodighino per evitarlo.

Quali sono le tue prossime imprese? Sono previste collaborazioni con enti locali?

Collaboro principalmente con la gente comune, da poco ho ideato il format Esploratore a Domicilio di cui ho pubblicato su Facebook la prima puntata. In questi anni ho ricevuto spesso segnalazioni su luoghi da riscoprire o tutelare. Così ho pensato, perché non esplorarli insieme? Chi vorrà, potrà contattarmi e suggerirmi posti o luoghi che dovrebbero essere valorizzati.

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