La Via Traiana e l’anima dei mondi minori. Intervista a Angelo Fabio Attolico

by Michela Conoscitore

Dalla regina viarum, la Via Appia, si snodava un’altra direttrice che nell’antichità possedeva un certo rilievo: stiamo parlando della Via Traiana, una delle strade sulle quali l’impero romano non solo ha commerciato e viaggiato, ma aumentato esponenzialmente la sua importanza di potenza egemone nell’Occidente antico e tardo antico. Voluta dall’imperatore Traiano, fu costruita tra il 108 e il 110 d.C., come nuovo asse viario che si diramava da Benevento, staccandosi appunto dalla Via Appia, dirigendosi verso la Puglia e il porto di Brindisi.

La Via Traiana rendeva più facili e semplici i collegamenti tra la Puglia settentrionale e centrale non soltanto con Benevento, ma anche con la stessa Roma: viaggiando su una carreggiata che consentiva il transito in entrambe i sensi di marcia ai carri, dall’Urbe si poteva raggiungere la Puglia in tredici, quattordici giorni. La via, allora indicata con la dicitura Viam a Beneventum Brundisium, consentì lo sviluppo delle città poste lungo i suoi fianchi, e fu utilizzata massicciamente anche durante il Medioevo quando entrò nel circuito della Via Francigena, il ‘percorso della fede’ che dalla lontana Canterbury, in Gran Bretagna, passando attraverso la Francia, giungeva a Roma e permetteva ai pellegrini, proprio grazie al tratto della Via Traiana, di recarsi a Brindisi ed imbarcarsi per la Terra Santa.

Della via, adoperata per lungo tempo in tutta la sua estensione geografica in Puglia, sono rimaste preziose tracce, rinvenibili percorrendo l’antico asse viario, ma soprattutto attraversa zone della regione dall’importante valenza naturalistica e storica. Quindi, attraverso i S.A.C., Sistemi Ambientali e Culturali, progetti della Regione Puglia che integrano patrimonio culturale e naturale, si è dato il via al recupero del tracciato della Via Traiana – Francigena per valorizzare in modo peculiare e alternativo le ricchezze di una regione, prevalentemente conosciuta per il suo mare, ma che ha ancora tanto da svelare.

bonculture ha intervistato Angelofabio Attolico, responsabile tecnico della Via Francigena del Sud, per farsi raccontare quest’esperienza turistica dalle enormi potenzialità.

Dottor Attolico, i S.A.C. sono una realtà importante e sempre più preponderante per il turismo in Puglia: qual è il bilancio a cui siete giunti in Regione sui progetti già avviati e pubblicizzati?

Fare una valutazione o addirittura un bilancio generale sui SAC è un’operazione complessa, che oggi rischierebbe di non cogliere effetti che possono manifestarsi sul lungo periodo. Sicuramente si è trattato di uno strumento innovativo, che ha permesso di mettere in relazione enti pubblici e privati in una logica di aggregazione territoriale, che ha avuto il pregio di ragionare in un’ottica di valorizzazione del patrimonio e di gestione integrata del bene culturale. Gli esiti di questa strategia ovviamente sono differenti a seconda del contesto di riferimento, giacché in una Regione estesa come la Puglia, i territori hanno un tessuto sociale, culturale e imprenditoriale molto eterogeneo, che ha certamente condizionato il successo o l’insuccesso di alcuni progetti. Tra questi, il SAC Via Traiana è senza dubbio uno di quelli che ho portato i frutti migliori, anche perché insediato in un’area in cui la presenza dei Parchi aveva già orientato alcune scelte importanti in tema di sostenibilità.

Il S.A.C. della via Traiana-Francigena è forse, tra quelli in essere, il più notevole: natura e storia si incontrano per offrire al turista una vacanza differente. Perché scegliere questa tipologia di turismo, cosa offre in più?

Un altro degli aspetti meritori del SAC è stato senza dubbio quello di iniziare a interpretare i prodotti di mobilità lenta come strumenti di sviluppo del territorio. Ovviamente, nel momento in cui questa strategia fu approntata, il grado di elaborazione progettuale del sistema dei cammini e degli itinerari culturali non era quello attuale, ma il lavoro fatto e in parte ancora in corso ha costituito un’ottima base per le azioni di strutturazione dei cammini condotte dalla Regione Puglia negli ultimi due anni. Ad oggi il territorio del SAC Via Traiana è infatti uno dei più pronti per l’offerta di prodotti di slowtourism, che – sia inteso – non sono alternativi a quelli tradizionali, ma si pongono su un piano di integrazione, diversificazione, internazionalizzazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica. Scegliere questa tipologia di turismo significa avere un approccio filosofico di sostenibilità, che inverte il modello della velocità a favore di quello della lentezza, della dimensione umana: non pacchetti, ma vere e proprie esperienze, attraverso la fruizione di beni culturali e ambientali straordinari, in modo autentico, non massificato.

Angelo Fabio Attolico

Qual è stato il percorso di valorizzazione che ha portato al recupero dell’antico asse viario di età romana?

In realtà il percorso che ha portato a Bari, il 18 ottobre 2019, alla storica Assemblea Generale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene che ha ratificato l’estensione della Via Francigena fino a Santa Maria di Leuca è stato lungo, complesso e pieno di passaggi tecnico amministrativi che sarebbe complesso elencare. Si immagini che solo due anni fa la situazione era così difficile che quando AEVF mi propose l’incarico di Responsabile tecnico della Via Francigena del Sud molti mi sconsigliarono di accettare. Nonostante ciò, grazie all’impegno della Regione Puglia, in particolare dell’Assessore Loredana Capone, del Direttore Aldo Patruno e di tutto lo staff dell’Assessorato e del Dipartimento Turismo Cultura, si è riusciti a cambiare le cose. Mediante un tavolo tecnico interregionale delle Regioni del Sud si è provveduto a ritracciare e geolocalizzare 900 km di percorso realmente camminabile da Roma a Santa Maria di Leuca, seguendo le direttrici dell’Appia pedemontana e dell’antica Via Traiana: un lavoro enorme che ha fatto i conti con problemi tecnici non irrisori e con necessità di investimenti. Questo percorso è stato successivamente recepito dalle stesse regioni Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Molise mediante delle delibere di giunta che hanno richiesto scelte coraggiose per gli equilibri dei territori.  Il lavoro è stato inoltre sottoposto per approvazione ai delegati di 150 comuni appartenenti a 5 diversi paesi europei, nonché a una valutazione finale del Consiglio d’Europa. Un lavoro davvero serio insomma, in cui il Sud, nonostante i pregiudizi iniziali, ha dato prova di serietà e applicazione.

Può illustrarci il percorso e quel che si incontra lungo la via Traiana – Francigena?

Come dicevo prima, La Via Francigena, nel suo segmento meridionale, parte da Roma e giunge a Santa Maria di Leuca, la Finibus Terrae italiana, ripercorrendo alcune vie storiche. Nella nostra regione il cammino entra a Celle San Vito / Faeto e raggiunge Troia. Di qui si sdoppia seguendo due percorsi diversi: quello dell’antica Via Traiana e quello della affascinante Via Michaelica. Entrambe si ricongiungono a Bari, mediante la connessione della Via Litoranea. Così, seguendo la costa adriatica, si giunge prima a Brindisi e poi, attraverso la Via Traiana Calabra, ad Otranto e infine a Leuca, da dove è possibile guardare l’altra sponda dell’Adriatico quando il cielo è terso. Solo in Puglia quasi 500 km di cammino caratterizzato da una straordinaria varietà di paesaggi: dalla montagna del Gargano, ai Monti Dauni, fino alla pianura del Tavoliere con le sue sconfinate distese di grano che lasciano gradualmente spazio alle foreste di ulivi della costa. Insenature, scogliere, falesie, litorali sabbiosi, accompagnano il viaggiatore alla scoperta anche di un vastissimo patrimonio culturale fatto di borghi, cattedrali, siti archeologici, testimonianze di una storia millenaria che oggi intendiamo far rivivere attraverso i nuovi viandanti.

La Via Traiana

Possiamo definire il turismo, di cui si può fare esperienza sulla Via Traiana – Francigena, come immersivo nella vera identità regionale pugliese?

Certamente sì. L’amico Paolo Rumiz, attraversando a piedi le nostre terre, ha giustamente appuntato “L’Italia ha un grande bisogno di un viaggio lento. Da noi si è smesso di viaggiare: ci si sposta. Così il mondo minore scompare e la memoria pure.” Io sono d’accordo con lui: il nostro paese e in particolar modo il sud è fatto di questi “mondi minori” che costituiscono la sua stessa anima, la sua più profonda identità. Si tratta di dimensioni che è possibile conoscere solo e soltanto immergendosi fisicamente in esse e con le quali non si può entrare in relazione se non ridisegnando il nostro tempo nella cadenza, finalmente umana, del passo. Un’identità “meticcia”, quella pugliese (come la definì A. Leogrande), che ha bisogno di spazio, di pensiero, di sosta, di incontro.

L’inizio dell’anno è il momento migliore per stilare una lista di speranze e progetti: quali sono quelli che, nel prossimo futuro, la Regione Puglia ha pensato per la Via Traiana – Francigena?

Una Regione non può permettersi il lusso, soprattutto nel Mezzogiorno, di parlare di speranze, ma ha il dovere di parlare di progetti, di cronoprogrammi e di obiettivi.  Molte sono le azioni che vedranno la loro conclusione nel 2020 che riguardano la Via Francigena, a partire dall’infrastrutturazione del percorso che vedrà finalmente l’inizio dei lavori di messa in sicurezza e di segnaletica, coperti dai Fondi Ministeriali del Cipe, rispetto ai quali le Regioni del Sud hanno condotto unitariamente una battaglia importante. Accanto ad essi la Regione Puglia ha utilizzato alcune risorse provenienti dai progetti di cooperazione: nell’ambito dello strategico Italia Grecia, verranno realizzati, recuperando beni pubblici non utilizzati, dal Gargano al Salento, ostelli 2.0 che diverranno i nuovi punti di riferimento dei viandanti e delle comunità locali. Molto si farà anche nell’ambito della promozione, a partire dalla pubblicazione della guida ufficiale della Via Francigena del Sud, passando per la partecipazione a Fiere di Settore nazionali e internazionali all’interno delle quali il prodotto cammini avrà un ruolo centrale. Senza voler evitare l’argomento è evidente che questo è un anno particolare perché vi sono le elezioni, ma ci si augura che qualunque sia l’esito delle urne si voglia proseguire su questa strada che nel 2019 ha visto un incremento del 100% dei viaggiatori a piedi.

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