Terravecchia Festival, corridoio culturale e un sì di prestigio: Gianna Fratta al lavoro per la settimana colta identitaria

by Antonella Soccio

Mo se pàrte la Stella Laudiènte

E ‘nnànze a’ pòrta tìje ze sòne e cànte,

pe cumbagnìje ce vè lu Sacramènte

e l’Angele de lu cièle tùtte quànte

(Ora parte la stella luminosa e davanti alla tua porta si suona e si canta. Ad accompagnarti viene il Sacramento e tutti gli Angeli del cielo)

La Stella del Mattino degli sciamboli, la Venere del Terravecchia Festival è stata senza dubbio il direttore d’orchestra Gianna Fratta, che nell’ultima serata della tre giorni della kermesse meridionalista, ha accettato la provocazione di Rino Lamarucciola di diventare il fulcro organizzativo di un nuovo contenitore culturale di musica colta, da immaginare nella settimana identitaria del centro dei Monti Dauni, a maggio, per le festività di Sant’Alberto.

Il modello è il Festival della Valle d’Itria, ma i Monti Dauni così come il Gargano conoscono nella propria storia delle manifestazioni culturali che avrebbero potuto diventare importanti e iconiche come la Notte della Taranta e come lo stesso festival di musica classica e di belcanto nato a Martina Franca nel 1975. Sono mancate nella Daunia la continuità, la sinergia tra i Comuni, la voglia di crescere e di mirare più in alto. E ci sono stati forse anche delle rivalità campanilistiche e politiche di troppo, tutte ieri lasciate alle spalle, col primo incontro pubblico, dopo 6 anni di contrapposizioni, tra Lamarucciola e il sindaco Raimondo Giallella, orientato ad aprire una stagione di dialogo proficuo con l’associazione Terravecchia in Folk, con la  Pro Loco e con tutti i giovani di Pietra e quelli che vivono fuori, ma sentono forte il richiamo del Sud.

Gianna Fratta a Pietramontecorvino

Una musicista ed organizzatrice di eventi come Gianna Fratta, ieri accompagnata dal promesso sposo Piero Pelù, conosce bene e sa come scongiurare i deficit della classe dirigente e politica, conosce gli strumenti di finanziamento, regionali, nazionali ed europei. E ieri dinanzi al presidente del Teatro Pubblico Pugliese Giuseppe D’Urso, una prima bozza di organizzazione è già venuta fuori: gli animatori di Pietramontecorvino sono disposti a partecipare insieme ad altre realtà di altri comuni dei Monti Dauni al bando del TPP sulle periferie teatrali, che prevede la visione di almeno due spettacoli dal vivo all’interno di un contenitore dotato di agibilità di pubblico spettacolo sito nel medesimo comune sede del progetto.

Se prima emigrava chi non aveva lavoro, oggi anche chi ha un impiego lascia i paesi dell’osso d’Italia. Fabrizio Barca l’ha chiamata l’Italia della rugosità, che necessita di una coesione interna. Come ha scritto recentemente sull’Espresso, pur con tutti gli errori commessi e il crollo demografico delle terre rugose, quasi tutto è ancora lì. Castelli, borghi, chiese, vie, ciottoli. Il territorio talora è immacolato, spesso ferito o alterato, ma è ancora lì. Camminare dentro e lungo queste rughe, regalandosi il tempo di guardare indietro ad ogni angolo, consente di scoprire una dimensione dimenticata e mitica, quasi. Tre sono le caratteristiche della rugosità, che dovrebbero coincidere i punti di forza di un festival culturale: diversità, comunità e tradizione.

Ebbene, queste tre dimensioni sono già presenti nel Terravecchia Festival e negli appuntamenti che potranno essere immaginati per il futuro da qui a maggio. Il Sud, i corridoi culturali e la capacità di fare rete al centro della manifestazione sono già oggi un dato di fatto, per salvare le radici e le tradizioni e generare valore.

Il 21 e il 22 settembre Pietramontecorvino, che annovera realtà importanti per l’enogastronomia e la cultura della birra, rinnoverà il proprio rapporto col territorio con l’appuntamento con “Suoni, Sapori e Colori di Terravecchia”. Durante la due giorni ci saranno conferenze, incontri con archeologi e storici, concerti di musica medievale, artisti di strada e molto altro.

La 10^ edizione della manifestazione di Terravecchia Festival, organizzata dall’associazione Terravecchia in Folk, in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del Comune di Pietramontecorvino ha creato occasioni di riflessione, confronto e condivisione intorno al tema “Il Sud che Parla” affrontato dagli ospiti durante gli incontri, i concerti e i dj set.

Dal salotto di paglia, allestito nella piazza antistante l’arco gotico di Port’Alta, sono partiti messaggi, appelli e progetti, accolti da un pubblico attento e numeroso.

Al centro di tutto la suggestiva idea di costruire “corridoi culturali dal Gargano ai Monti Dauni” perché, ha spiegato Andrea Lamarucciola – direttore artistico del “Terravecchia Festival”- il Gargano ha saputo conservare e raccontare le sue tradizioni. Lo testimoniano eventi importanti che animano il territorio da molti anni, come il Carpino Folk FestivalFestambiente Sud e il Raduno dei Suonatori di Tarantella. Manifestazioni che vanno avanti, nonostante le difficoltà soprattutto economiche. Si pensi che quest’anno è saltata l’edizione del Carpino Folk Festival, il più antico della provincia di Foggia. Gli operatori culturali non si arrendono e continuano ad essere presenti per combattere il deserto culturale, economico e demografico che rischia di impoverire il Sud.

Un “Sud di Pietra”, per usare l’espressione di Raffaele Vescera, che serba una grande civiltà e radici profonde. Come, ad esempio, gli “sciamboli” – ossia i canti in rima con cui le donne, facendosi dondolare sulle altalene, potevano raccontare i loro sentimenti, narrare speranze, amori e difficoltà della vita quotidiana – veri e propri spaccati di un’identità culturale comune dei Monti Dauni.

“Con “Terravecchia Festival” abbiamo tirato fuori le nostre tradizioni, non solo con l’installazione nel salotto di paglia di altalene con sotto scritti gli “sciamboli” , ma anche attraverso la contaminazione – grazie a progetti come Pasta Nera Jazz Project e Metano’s – tra musica, odori e sapori della nostra terra” dichiara Andrea Lamarucciola.

A confermare l’importanza dei Festival sul territorio è stato anche Pino Aprile che ha dichiarato: “questi ragazzi stanno facendo qualcosa di immenso, stanno salvando le radici. Hanno il potere nelle loro mani perché sanno chi sono. E più le organizzazioni culturali e le comunità si collegheranno tra loro, più diventeranno forti”

Questo sta già accadendo sul territorio, grazie alla collaborazione tra le associazioni e i Festival. E quest’anno è accaduto anche a Pietramontecorvino dove gli organizzatori di “Terravecchia Festival” e “Suoni, sapori e colori di Terravecchia” hanno deciso di unire le forze e fare squadra.

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