Trappisa di Sotto, una cortese nonnina di pietra e legno affidata a otto giovani intraprendenti bricconi romagnoli

by Fabrizio Stagnani

T’ingelosisci di lei. E’ come la nonnina di tanti nipoti, e tu sei uno di quelli, il più affezionato, come tutti d’altronde. Poi quando la vedi che tira fuori dal grembiule una caramella per la piccola figlia del vicino serri i denti, stringi gli occhi, ma ti ritrovi a scuotere la testa in segno di rassegnazione, sapendo che non glielo puoi negare. Non è di nessuno, forse neanche di se stessa, probabilmente è della Foresta Casentinese.

Uno ci prova a non voler vedere l’anima nelle cose, resta innegabile che alcune ce l’abbiano. Siamo a Trappisa di Sotto, un rifugio da raggiungere con pazienza tornante dopo tornante, per altro via via sempre più sterrati, ad un ora nell’entroterra di Forlì. Arrivi lì, magari all’imbrunire, e dopo poco sei nel buio pesto, con alcuna minima possibilità di immaginare di avere rete telefonica, quantomeno internet, per non parlare di smart tv, tutt’attorno bestie selvatiche e fitto bosco.

Da fottuto cittadino, green quanto vuoi, abituato a smadonnare appena non s’incoccia il turno giusto della farmacia sotto casa, quando lì la più vicina, come forse la prossima persona, è a chilometri, un po’ a primo impatto ti stizzi, anche se pervaso dell’emozione. Tanto c’è lei, che ti accoglie, con le sue assi scricchiolanti, quell’odore delle pareti che se ci fossi stato trent’anni fa era lo stesso, le due bocche di fuoco…i grandi camini della sala e salottino e le “cucce” al piano superiore. E’ anche il doversela conquistare che poi te la fa amare. 

Dall’origine, metà del settecento, si legge nella storia d’appartenenza “dimora di tanti alpigiani: gente povera ma orgogliosa, attaccata alle proprie origini che questi sassi oggettivizzavano, assieme ai boschi ed ai campi che li circondavano“. Sino al 1961 ad avvicendarsi nella conduzione delle mura e del podere fittavoli, mezzadri e coloni, poi l’abbandono. E’ del ’80 il primo importante restauro che la conclamò casa per ferie “Le Romagne”.

Domenica 21 giugno 2020 l’ultima inaugurazione, preceduti da quattro anni di non curanza. L’Unione della Romangna Forlivese aveva emanato un bando per l’affidamento della gestione e otto ragazzi bagnesi e sampierani, rispettivamente abitanti di Bagno di Romagna e San Piero in Bagno, lo hanno vinto. Risollevare i calcinacci e le sorti di una struttura in decadenza, di fatto situata in una zona poi non proprio così commerciale, impregnata di una storia così densa da rispettare e valorizzare. Una bella impresa da intraprendere per otto, apparentemente, scapestrati poco più che trentenni. Ma invece sembra proprio che ce la stiano già facendo con strepitoso successo. Davide Prati, Lucio Beoni, il cui fratello del nonno aveva già abitato Trappisa illo tempore, Luca Giovannini, Davide Dogana, Daniele Spignoli, Luca Ruscelli, Lamberto Bignami e Andrea Pondini, loro sono i “Dos Dias Aps”. 

Gran parte del merito sta nella passione per l’escursionismo e l’amore per la terra natia che li unisce, il resto tanto onesto lavoro …e anche, diciamolo, tanta complice bricconeria e goliardia.

Fin da piccoli i nostri nonni ci hanno fatto conoscere queste remote plaghe appenniniche, incassate alla radice dell’Alpe, trasmettendoci quel senso identitario di appartenenza dal quale sgorgano naturali l’interesse ed il rispetto per il proprio territorio.”

Rimboccatisi le maniche hanno riattato tutti gli impianti e strutture, ognuno apportando il proprio impegno applicando le competenze personalmente padroneggiate, il proprio tempo e sentimento. Oggi, chiuso il cantiere, aperte le porte, il Rifugio Trappisa di Sotto, vanta, oltre a quello presentato prima, 21 posti letto divisi in cinque camere, un bivacco sempre aperto al livello della strada, come legge vuole, per chi necessitasse un riparo di fortuna, un forno appena restaurato e rimesso in attività, una funzionalissima cucina attrezzata, nonché un’aula didattica. Perché attribuire a tanta efficienza di questi ragazzi anche gli appellativi di bricconi e goliardici?

Perché anche se si fa in genere fatica a conoscerli tutti e otto insieme li si immagina, come giustamente deve essere, a godersi in amicizia scarpinate per quei boschi che vanno a finire in goduriose mangiate e bevute in qualche “Dos Dias” durante i quali la struttura resta libera da altri ospiti. E il desiderio di far parte della combriccola è tanto. 

Da ospite, al primo risveglio sotto il tetto spiovente in legno ricoperto di tegole, sei già “fatto”, innamorato perso. Le “bestie selvatiche” della sera prima diventano due piccoli daini che ammiri incantato aprendo la finestra della stanza mentre brucano il sottobosco a qualche decina di metri. Oppure un cervo che passeggia non più distante dai tavoli all’aperto dove ti sei seduto a fare la colazione preparata poco prima. Volgi lo sguardo alla montagna difronte, con le orecchie già tempestate dei versi di cincie ed allodole, ed ecco un falco pecchiaiolo che volteggia serafico. E allora a quel paese la Play Station, l’ultima inutile App Andorid o la prossima “soup opera” su Amazon Prime. 

Cosa fare la attorno? Bella domanda! Reticolati di sentieri e mulattiere da percorre a piedi marchiati dal CAI. Sterrati da battere in mountain bike. Specchi d’acqua da attraversare in canoa. Solo agli ospiti più diligenti e simpatici i Dos Dias riveleranno dove sono le “pozze” più incantevoli dove fare indimenticabili bagni nel fiume Bidente. Piacciono le cascate? A Premilcuore quelle Urlanti e della Sega. Del sano e naturale relax le terme a Bagno di Romagna. Un giardino botanico? Quello di Valbonella. Dove mangiare qualcosa di buono? Questa è la più bella! Cercando d’informarsi in merito prima di arrivare non c’è stato neanche un conoscente della zona che non abbia risposto sinceramente e spassionatamente “dove caschi, caschi bene!”. Prima di tutti tocca andare a trovare i vicini, coetanei e cugini putativi di Trappisa di Sotto a Ca’ di Veroli, commovente lì il tagliere di affettati locali insieme alla giardiniera tiepida e lo spezzatino di cinghiale, strazziantemente magnifica la tagliata di cervo alle erbe accompagnata dai porcini fritti de Il Palazzo di Ridracoli nei pressi dell’omonima diga, da SERT i tortelli alle erbe e patate dalla Fernanda sulle rive del Lago Pontini, per altro anche questa incantevole meta da visitare. Il tutto innaffiato da una pioggia ovviamente di vino Sangiovese. 

Se manca da sapere qualcosa è detto sul sito www.trappisa.it e sui canali social Rifugio Trappisa di Sotto.

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