Viaggio in Cambogia, una vita “pura” tra le zattere del Mekong

by redazione

L’ingresso a Saigon, l’altra capitale, dà l’idea di stare entrando in una città importante. Ci accoglie un grande viale con ai margini alberi mastodontici e, ciò nonostante, la strada, questa come le altre, è priva di quelle che nella città in cui vivo sono chiamate, ho appreso di recente, dune.

Dico alla guida delle “dune” sulle nostre strade, cioè degli avvallamenti che si creano per effetto delle radici degli alberi e sul suo viso colgo un sincero stupore quando mi dice: non avete un programma di manutenzione degli alberi?

In Vietnam ci sono le zanzare?

Incredibilmente, fino all’ultima sera del nostro soggiorno vietnamita, non incontriamo una zanzara; prima di partire, mi ero raccomandato con mia moglie: ricordiamoci di portare un  quintale di protezione dalle zanzare, quelle sono vietnamite chissà come pizzicano ed invece nessuna traccia di zanzare fino a Chau Doc, una piccola cittadina sul fiume Mekong che la mattina dopo percorreremo su una piccola imbarcazione di colore blu come quelle che si vedono nei film di Rambo per raggiungere Phnom Penh in Cambogia.

In albergo, che è proprio sul fiume, ci aspettano e scopriamo che le    zanzare vietnamite sono come quelle di casa nostra, rompono!

Decidiamo di fare un giro in città, ma appena usciti dall’albergo siamo attratti da una musica a tutto volume.

C’è una piccola area giochi per bambini e qui abbiamo conferma che i viet, manco a dirlo, ancora prima di lasciare il girello già scorrazzano su minuscoli motorini.

Rimaniamo per vedere se c’è qualche scontro tipo paperissima ma i piccoli viet si incrociano, si sfiorano e… non si scontrano!

Se il tuo viaggio prevede un passaggio in Cambogia è una valida soluzione arrivarci con la navigazione sul fiume Mekong non fosse altro perché ad un certo punto della navigazione potrai conoscere l’ufficio cambio che una simpatica signora tiene in un bar su una palafitta.

Il suo ufficio consiste in una borsetta piena di denari appoggiata su un tavolino del bar, niente vetri antiproiettile, niente misure di sicurezza, niente guardie giurate con pistoloni, niente calcolatrici o display che indicano il tasso di cambio; se vuoi “ cambiare” ti rivolgi a lei che per pochi euro estrarrà dalla sua borsetta qualche milione di moneta locale .

Andando da Phnom Penh a Siem Rap, la guida ci ricorda che durante la dittatura, Pol Pot fece uccidere in quattro anni circa un milione e mezzo di suoi concittadini su una popolazione di più o meno 6 milioni di abitanti, la gente non aveva nulla per nutrirsi, doveva arrangiarsi e per darcene una prova fa fermare l’autobus in un mercatino lungo la strada.

Mentre scendiamo dall’autobus le bancarelle sembrano carine, tutte colorate, con tanti cesti pieni, con le signore vestiti con abiti tradizionali ma quando ci avviciniamo lo spettacolo è, per un viaggiatore curioso, entusiasmante.

Nei cesti ci sono: una specie di pipistrelli rosolati di colore rosso,   uova sode con pulcini che hanno cominciato a formarsi all’interno, cavallette di grandi e piccole  dimensioni, tarantole ( così le chiama la guida)  abbrustolite,  bachi da seta saltati con peperoncino fresco, ed altre ceste con insetti irriconoscibili.

Non abbiamo assaggiato nemmeno una di queste leccornie, per una volta la tentazione dello shopping ha avuto la peggio, ma questa sosta ci ha ricordato che cos’è la guerra e la malvagità dell’uomo e che cosa significa essere veramente poveri!

Conviene fare una fermata in questo mercatino, se non ne guadagna il palato sicuramente ne guadagna lo spirito.

Dopo un po’ che siamo in autobus, canticchio, per vedere che succede, una canzone della tradizione napoletana, sembra che Bernadette non aspetti altro.

Il fatto è che Bernadette ha una cultura musicale superiore, conosce tutti i generi e poi, chissà come fa, si ricorda le parole di tutte le canzoni.

Facciamo un excursus di canzoni napoletane, sarde, della tradizione melodica,  arie, storiche, cantautori, di chiesa etc.

Canta anche Titti.

Quando il repertorio di Bernadette è agli sgoccioli chiediamo alla guida di cantare.

Ebbene la guida ci è simpatica, i cambogiani  sono simpatici ma cantare no,  proprio non è cosa loro, non si possono sentire.

In realtà non cantano, sembra che si lamentino, emettono una serie di suoni che non sembrano parole sicché le canzoni sono prive di ritmo e musicalità.

Come per Halong, non sono in grado descrivere la magnificenza e la bellezza di  Angkor Wat, dico solo che per visitare il sito ci  alziamo  alle 4 di mattina ed abbiamo una piccola rivincita con la nostra guida.

Nei giorni precedenti, sotto il sole a 40 gradi, la guida era tutta baldanzosa rispetto a noi, quella mattina, quando i gradi alle 5 sono 20, la guida trema di freddo e noi facciamo i baldanzosi.

Il consiglio che mi sento di dare è di fare un giro in barca nel lago vicino Siem Rap.

C’è un villaggio di pescatori che ha le proprie case fissate su zattere soggette alla marea.

Ancora una volta si verifica l’incredibile, vicino ad una di questa zattere con la casa sopra, c’è un’altra zattera con sopra un pollaio.

Mentre guardiamo il pollaio nell’acqua e commentiamo che evidentemente anche ai viet piacciono le uova fresche, passa una barca con una scritta coca cola.

E’ il supermercato di questi vietnamiti che vivono sull’acqua.

Raffaele De Vitto

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