Alfonso Pisicchio e la Bellezza pugliese, fatta di luoghi identitari, centri storici e attrattori culturali

by Antonella Soccio
Alfonso Pisicchio

Ventitrè articoli suddivisi in sei titoli e il Manifesto riconoscono le differenze fra i diversi luoghi pugliesi.

Un grande storico dell’arte, Ernst Gombrich, sosteneva che “i Greci erano belli perché avevano piazze e città belle”, inizia così il Manifesto sul “miracolo pugliese e italiano”, che anticipa la Legge sulla Bellezza, fortemente voluta dall’assessore regionale all’Urbanistica Alfonso Pisicchio, candidato alle Elezioni Europee con Più Europa.

Noi di Bonculture lo abbiamo intervistato all’Hotel Cicolella.

Assessore, l’impegno in Europa si potrà collegare alla Legge sulla Bellezza e quali sono i fondi europei che si possono attrarre da questo punto di vista?

La legge sulla bellezza nasce soprattutto dalla constatazione che noi viviamo in un territorio meraviglioso. Siamo la regione più bella del mondo, ritenuta dagli organismi internazionali e anche dal National Geographic la regione più bella del mondo, eppure abbiamo una serie di brutture. Ci sono una serie di manufatti che per esempio deturpano il nostro paesaggio e i nostri luoghi identitari vengono stravolti da alcune mani dell’uomo, che in realtà non tengono conto di quello che è il patrimonio o la propria storia.  Abbiamo immaginato che questa legge potesse diventare una sorta di legge didattica, un accompagnamento di quei luoghi per renderli più vivibili.

Ha avuto una gestazione lunga e partecipativa…

L’abbiamo portata in giro con un percorso anche abbastanza complesso. Sarebbe stato più facile scriverla dentro una stanza che non a più mani con la gente, con la partecipazione attiva.

Immaginate che nelle otto tappe del tour della bellezza abbiamo avuto una partecipazione di oltre 2000 persone, oltre 600 persone che si sono fermate ai tavoli per le discussione dei focus e altre 1500 persone fuori dal tour perché abbiamo fatto una campagna di informazione itinerante nelle città che ce lo chiedevano.

È possibile mettere su una legge che imponga la bellezza? Esiste un concetto che è unanimemente riconosciuto come concetto sulla bellezza?

Io non lo so se esiste. La bellezza è un fenomeno soggettivo ma in realtà il senso della legge era quello di mettere al centro della visione l’elemento umano, la persona come attore principale e quindi di darle la giusta dignità.

La legge consente di appellarsi per portare a sé, per gli enti pubblici alcuni manufatti diroccati? Si faceva il caso di Kalèna ma ci sono tantissimi altri manufatti importanti storici come il Palazzo Trifiletti a Foggia. Potrebbe essere uno strumento per recuperare alcuni beni?

Uno degli obiettivi principali della legge è quello del contenimento del consumo del suolo, perché riteniamo che oggi continuare a immaginare di costruire – al di fuori dei servizi urbanistici- diventa un problema. Quindi immaginiamo che questo sia un obiettivo fondamentale

Uno strumento in più rispetto ai Pug e al piano paesistico?

Diciamo che va a integrare alcune norme e soprattutto va specificare meglio alcuni aspetti. Un altro obiettivo fondamentale è combattere i detrattori della bellezza. Tutto quello che è detrattore, che deturpa un paesaggio, che rende quel luogo non più come era nella storia nel vissuto va in qualche misura tolto, va ripristinato quello che c’era e per farlo abbiamo bisogno di azioni che compensano ed è un tentativo di aprire un dialogo con il privato per dire “dove tu hai un manufatto che non è, secondo la visione della città, idoneo a quel luogo tu me lo togli e ti do la possibilità di costruirlo in altre parti”

Con le stesse volumetrie?

Anche dando alcuni incentivi e premialità a chi toglie e realizza altrove e quindi stiamo cercando di mettere in moto un meccanismo utile perché possa quel luogo ripristinare la propria storia così come anche nei centri storici che sono deturpati non solo dalla pavimentazione distrutta o dagli anticorodal.

Potrebbe includere anche le attività commerciali con un regolamento preciso?

Noi pensiamo che per riattivare i centri storici perché oggi quando parliamo di periferia non parliamo di quei luoghi che erano dislocati lontano dal centro, dobbiamo avere un’idea e incentivare a realizzare dei servizi e delle attività per far vivere i luoghi.

Prevedete una limitazione delle limitazione licenze commerciali?

Quella è un’altra cosa che entra in un altro processo ma diamo la possibilità della trasformazione dei luoghi mantenendo la caratteristica architettonica dello stesso.

Un tempo c’erano i “piccoli cinema” che sono andati distrutti, abbattuti, per costruire palazzotti vorremmo ripristinare quei luoghi ridandogli una vita anche trasformandoli ma mantenendo l’anima storica.

Parliamo del Gargano e del Contratto Istituzionale di Sviluppo del Governo Conte. La legge entra in merito a questo progetto? Si parla ultimamente di sviluppo dei laghi costieri con il timore che la zona possa diventare un grosso centro commerciale. C’è un piano in Regione?

Non si è neanche discusso e non esiste. La vedo complessa. Io penso però che quando parliamo dei detrattori della bellezza immagino a quello che è stata la violenza assurda che è avvenuta a Lesina dove in un lembo di territorio ci sono oltre 2000 alloggi abusivi quindi non è pensabile che questo possa avvenire. Qui entra in gioco anche la voglia dei territori che devono riappropriarsi di un’identità. Se si sviluppano i progetti tenendo a mente l’identità, avendo una visione lunga e come un fatto culturale e di prospettiva anche quello di diventare i nuovi laghi può diventare un progetto condiviso. Non è più il Comune che gioca una partita sua ma deve essere una visione complessiva che deve vedere tutti dentro ognuno con una sua peculiarità. Noi abbiamo pezzi importanti di territorio come il Gargano e nel Salento assai differenti tra loro e per questo  l’abbiamo voluto chiamate il mosaico pugliese determinando non più l’idea geografica delle provincie ma immaginando pezzi di territorio messi in rete insieme.

Quanto è importante l’Europa?

L’Europa è importante perché le risorse economiche per realizzare i progetti passano da lì e un progetto sulla bellezza ha già nelle caratteristica di questa nuova legge i criteri per beneficiare dei fondi europei.  Noi parliamo di rigenerazione urbana, abbiamo già messo nell’ultimo bando 170 milioni e sono fondi comunitari. Ma tutto quello che è la prospettiva futura organizzata sulle risorse della comunità europea è fondamentale.

Una domanda su Bari, che giudizio dà alle politiche culturali della giunta Decaro? Bari poi nell’ultimo quindicennio è cambiata è sicuramente più bella, è diventata una città europea

Bari sicuramente ha avuto in questi dieci quindi anni un’evoluzione importante poi posso essere di parte visto che ho fatto il vicesindaco nella scorsa amministrazione. Bari ha avuto un momento di grande prospettiva e sicuramente è destinata ad avere un’evoluzione ulteriore è una città che si sta aprendo sta diventando metropolitana. L’augurio era di non esserlo solo dal punto di vista giuridico ma che diventasse l’aspirazione di una città importante e di prospettiva, e lo sta diventando. Certo c’è tanto da migliorare ancora. Le politiche culturali vanno migliorate sicuramente si è fatto ma si poteva fare molto di più

In che senso?

Nel senso che esistono progettualità che vanno migliorate dal punto di vista della chiamata alle armi. Cioè l’amministrazione non deve subire le richieste delle politiche culturali ma deve essere capace di poterle condividere. Quindi quando si fanno dei bandi bisogna avere una visione complessiva di una città. Forse non siamo andati nel profondo, abbiamo fatti passi importanti e sarà migliorabile nei prossimi mesi. La continuità ce la auguriamo

Non la mette in discussione?

La vedo difficile, certamente non me lo auguro

Antonio Decaro vince al primo turno?

Io ovviamente me lo auguro, tra l’altro sto sostenendo con la mia lista e ci terrei a vincere al primo turno.

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