«Foggia ha bisogno di gente che non ha l’obiettivo di arricchirsi, ma di godere del bello». Lidia Ravera e la sua esperienza da giurata tecnica del Premio I fiori blu

by Antonella Soccio

“Quando si scrive bisogna guardare fuori, ma poi pescare tra i modelli che abbiamo dentro. Dentro di noi troviamo tutto: il buono e il cattivo, l’uomo e la donna, il vecchio e il giovane, il vigliacco e il coraggioso”.

La scrittrice e giornalista Lidia Ravera per il suo giovanissimo esordio di successo, per la sua prolifica carriera letteraria e per la sua esperienza assessorile nella prima Giunta Zingaretti in Lazio come amministratrice alla Cultura non può che trovarsi a suo agio da giurata tecnica del Premio I fiori blu.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistata su questa esperienza nell’iniziativa culturale foggiana, diretta da Alessandra Benvenuto.

Ravera, come giudica la qualità dei libri proposti dal Premio I fiori blu giunto alla sua seconda edizione?

Ottima, tanto che credo sia davvero difficile operare una scelta. I premi sono agitatori culturali, servono a tirar fuori dalla loro nicchia i libri che valgono. Questo è quello che abbiamo fatto.

Quali sono stati i suoi libri preferiti?

“Dominio” di Marco D’Eramo e “Svegliarsi negli anni 20” di Paolo di Paolo per la saggistica e Loredana Lipperini e Nicola La Gioia, nella narrativa. Ma mi è piaciuto molto anche Sud di Mario Fortunato.

L’assessore regionale Bray in una recente intervista ha osservato che la Puglia è in questo momento la regione con il maggior numero di appuntamenti di lettura. Siamo in ritardo come pugliesi rispetto ad altre zone d’Italia, come valuta questa tendenza, da ex amministratrice di una grossa Regione?

Ho frequentato per decenni con i miei ultimi venti romanzi la Puglia. Sono arrivata seconda al Premio Bari quando è stato fondato. Sono stata invitata a Presidi del Libro. A Gallipoli. Ostuni …e in mille altri luoghi bellissimi e animati da curiosità e passione. Posso dire di aver conosciuto a fondo la Puglia grazie agli inviti alle manifestazioni culturali. E all’entusiasmo che circonda i libri. E’ la regione migliore d’Italia, dal punto di vista della animazione artistica e della valorizzazione della letteratura. E dell’amore sincero per autrici e autori, che vengono accolti con generosità e amicizia. Ricorderò per sempre il Camion di prodotti locali sublimi con cui mi hanno premiata molti anni fa… ho mangiato orecchiette e taralli per mesi…e ogni volta pensavo a chi aveva organizzato gli incontri e dentro di me brindavo all’ospitalità pugliese. E alla perfezione organizzativa, figlia della passione, una vera Svizzera del sud, la Puglia. Calda come il meridione, efficiente come il nordeuropa.

Quanto è utile secondo lei per la lettura l’Italia dei festival e dei Premi?

Tutto serve, per svegliare dal sonno gli analfabeti di ritorno, quelli che non hanno più letto un libro da quando hanno chiuso quelli di scuola. Quando ho fatto l’assessore alla cultura della regione Lazio ho coniato uno slogan “L’intelligenza degli altri è nei libri. La tua cresce leggendo” . Forte di quella frase ho rifinanziato le biblioteche, e messo a bando la parte più rilevante del budget della cultura per incoraggiare i cittadini a organizzare incontri culturali. Più di 400 festival e rassegne e gruppi di lettura e di teatro amatoriale e di audiovisivo sono stati finanziati in 5 anni. Poi il mio mandato è finito. Non è stato nominato nessun assessore alla cultura dopo di me. Non so se questa politica di stimolo all’iniziativa culturale sia continuata. Io intendevo fertilizzare il territorio dal basso, incoraggiando le iniziative spontanee.

Ha in libreria un libro per ragazzi e ragazze su sonno e disturbi dell’alimentazione, la lettura è salvifica? Aiuta contro il disagio?

E’ per bambini piccoli, in realtà“La bambina che non dormiva mai “, ed è una fiaba. Aiuta come aiutano le fiabe: è la storia di una mamma che smette di mangiare perché la sua bambina non vuole mai dormire. Diventa piccola piccola e finisce in un cucchiaino e la bambina potrebbe mangiarsela per sbaglio, allora si spaventa e chiama il dio del sonno perché la faccia dormire…così la mamma ricomincia a mangiare e torna bella grande come prima.

La fiabe aiutano perché fanno paura e con il lieto fine aiutano a superare la paura.

E’ un buon metodo. Farebbe bene anche agli adulti.

Infine, Foggia. Come saprà rischia uno scioglimento dell’Ente comunale per mafia. Che consiglio si sentirebbe di dare agli operatori e alle operatrici culturali della città?

Resistete, anche se è dura. Non c’è altro antidoto alla miseria del malaffare. C’è bisogno della nobiltà dell’arte, gente che non ha l’obiettivo di arricchirsi, ma di godere del bello.

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