«I bambini della primaria iniziano a mostrare segnali preoccupanti di regressione». A colloquio col dirigente Sergio Russo

by Michela Conoscitore

Questo inizio ci ha fatto prendere coscienza che il nuovo anno, in cui tutti ci eravamo illusi di poter finalmente voltare pagina, inizia ancora all’insegna dell’angoscia, della solitudine, della lontananza. Il che, specie pensando ai più giovani, fa male”. Il ritorno a scuola di ragazzi, docenti, e dirigenti dopo le vacanze è descritto efficacemente dal dirigente dell’istituto comprensivo “Alfieri – Garibaldi” di Foggia, il dottor Sergio Russo.

Intervistato da bonculture, per commentare insieme l’evolversi di questo anno scolastico all’insegna del Covid-19, il preside Russo ha posto maggiormente in evidenza, oltre al disagio crescente degli alunni, anche il grande impegno dei docenti e la difficoltà del gestire, a tutti i livelli gerarchici dell’istruzione, una situazione inaspettata e imprevedibile come questa pandemica.

Preside Russo, com’è andato il rientro a scuola nel suo istituto dopo le vacanze di Natale?

Ho sperato fino al 5 gennaio che si potesse far tornare tutti i bambini e i ragazzi in presenza. Invece, l’andamento epidemiologico e la funzionalità delle strutture sanitarie pugliesi hanno evidentemente indotto il Presidente della Regione Puglia a disporre misure di prevenzione più restrittive rispetto a quelle previste a livello nazionale. La nuova ordinanza infatti ha previsto che al rientro dalle vacanze l’attività didattica si svolgesse unicamente a distanza, salvo alcune comprovate eccezioni. Il che ha determinato per il personale l’ennesimo sforzo organizzativo e, cosa più importante, per gli studenti un ulteriore allontanamento dalla loro normalità, oltre al consequenziale rallentamento dei ritmi di apprendimento.

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha esternato la sua preoccupazione in merito alla DAD. Qual è il suo parere in merito?

La DAD ha rappresentato per certi aspetti un balzo in avanti e dieci indietro. Da un giorno all’altro tutti gli attori del mondo della scuola hanno dovuto potenziare le proprie abilità digitali, arrivando con estrema rapidità a livelli di competenze che in anni di formazione non avrebbero ottenuto. E questo, al di là di ogni cosa, è stato obiettivamente un dato positivo, che conferma la straordinaria resilienza e l’impegno della classe docente italiana. Tuttavia, la DAD ha acuito le differenze ed esasperato le disuguaglianze, mortificando da un momento all’altro l’impegnativo percorso di sviluppo, emancipazione, democrazia, inclusione compiuto negli ultimi decenni dalla scuola italiana.

Sempre la ministra ha dichiarato che i dati inerenti alla dispersione scolastica sono in aumento. Un effetto strettamente correlato alla Dad. Pensando anche al plesso di Borgo Mezzanone, nel suo istituto comprensivo sta registrando dati preoccupanti in merito?

La DAD ha introdotto differenze anche laddove non ce n’erano. Nella scuola primaria, per esempio, un bambino che non può contare sulla presenza e soprattutto sul supporto di un adulto durante le video-lezioni è senz’altro svantaggiato. Uno svantaggio che non necessariamente è dovuto ad un disagio socio-economico e che, in altre circostanze, non si sarebbe mai determinato. Naturalmente, in questo contesto la dispersione è un rischio ancora più concreto, anche se non sono mancati casi di recupero in DAD di ragazzi che, in presenza, frequentavano in maniera desultoria. Per quanto riguarda Borgo Mezzanone, la DAD non sembra aver inciso in maniera significativa sui dati relativi alla dispersione. Certo, lì come in tutte le periferie, l’assenza di connessione ad internet è maggiormente diffusa. Va detto, inoltre, che a differenza di altri comuni che si stanno adoperando a fornire supporto alle famiglie più bisognose, purtroppo il Comune di Manfredonia, nonostante i continui solleciti, non sembra mostrare alcuna attenzione verso quella realtà, facendo registrare un’inerzia amministrativa mortificante. Basti dire che recentemente l’Ente locale ha provveduto a trasformare in fibra le preesistenti connessioni ADSL in tutte le scuole del primo ciclo di Manfredonia, ma non a Borgo Mezzanone.

La decisione del governatore Michele Emiliano di lasciare liberi i genitori di decidere se mandare i propri figli a scuola è lecita o aumenta ulteriormente il caos e la confusione di questo periodo?

Il governatore avrà senz’altro avuto le sue motivazioni per applicare misure più restrittive in ambito scolastico. In questo momento, poi, è difficile stabilire quale sia la via migliore per andare avanti in sicurezza e tutelare i diritti. Tuttavia, ritengo che la responsabilità delle scelte spetti alla classe dirigente e non ai cittadini, che in questo momento sono confusi, preoccupati e vorrebbero trovare nelle istituzioni un conforto, una guida. Oltretutto la libertà di scelta alimenta la disomogeneità non solo all’interno delle classi, ma anche, in prospettiva, tra gli studenti pugliesi e i loro coetanei di altre regioni in cui l’istruzione in questi mesi è avvenuta sempre in presenza. Ma, ripeto, la situazione è talmente complessa che giudicare può lasciar spazio a semplificazioni ingiuste.

Secondo lei, dall’inizio dell’anno scolastico, è mancata una guida più sicura da parte del Miur per affrontare al meglio questo anno difficile?

No. La Ministra Azzolina ha dovuto affrontare difficoltà che sarebbero state enormi per chiunque. Intanto l’Istruzione è uno dei pochi settori in cui i finanziamenti europei sono stati interamente spesi. Ci sono stati dei ritardi, per esempio nella fornitura dei banchi monoposto e delle mascherine, ma per onestà occorre ricordare che l’approvvigionamento di questi beni è stato interamente demandato al Commissario Domenico Arcuri e non al Ministero. In ogni caso, superato il primo mese in cui ci sono stati problemi, ad oggi sono stati consegnati tutti i banchi e tutte le sedie richieste, così come viene garantita con cadenza puntuale la fornitura di mascherine per il personale e per gli alunni. Sono stati inoltre stanziati importanti finanziamenti per la digitalizzazione e l’implementazione dei dispositivi digitali da fornire in comodato d’uso. I problemi di questi mesi sono dovuti anzitutto al Covid e poi alla confusione che si crea, soprattutto sul piano della comunicazione, con l’accavallamento di voci, pareri, decreti, ordinanze, per cui ciò che si afferma in un DPCM può essere puntualmente smentito da un’ordinanza regionale e così via. Sono dinamiche che ci hanno letteralmente sfiniti.

Ha riflettuto su un’organizzazione alternativa che magari avrebbe evitato i problemi che presidi, docenti e alunni stanno fronteggiando in questi mesi?

Per i mesi scorsi molto probabilmente non vi erano alternative. Però, ora che il vaccino c’è, le cose sono diverse. Se ormai è chiara a tutti l’importanza della scuola, sarebbe il caso di avviare subito una campagna vaccinale di massa all’interno delle scuole: dai sedicenni agli adulti. Basterebbe prolungare, solo per altri 21/28 giorni, il tempo di immunizzazione, la DaD e poi riaprire in sicurezza per sempre. Ma immagino – voglio sperare – che si pensi ad una rimodulazione del piano dei vaccini e si prenda in considerazione un’ipotesi simile.

Un comitato di genitori pugliesi, ‘La scuola che vogliamo’, ha affermato che la Puglia non è una regione per bambini. Lei cosa ne pensa, è effettivamente così?

Non mi pare che, quanto alle possibilità offerte ai bambini, la Puglia sia diversa dalle altre regioni meridionali: glielo dice un campano! Purtroppo, tutto il Sud Italia non è terra per bambini. Non a caso, sono le regioni che fanno registrare cali demografici e fenomeni di emigrazioni giovanili sempre in crescita. Le città del Sud sono ormai città di nonni senza nipoti.

Come stanno reagendo i genitori dei suoi alunni? Quali stati d’animo ha registrato maggiormente?

C’è stanchezza, confusione, rabbia.

Sembra stiano peggiorando capacità di studio e apprendimento dei ragazzi, dopo questo anno in DAD. I problemi più gravi si stanno ripercuotendo sui bimbi della primaria per capacità di lettura, scrittura e matematica. Qual è la situazione in merito nella sua scuola? I report dei docenti cosa raccontano?

Effettivamente, i bambini della primaria iniziano a mostrare segnali preoccupanti di regressione sia nelle abilità di base sia nella capacità di applicazione. Sono stati improvvisamente sottratti alla loro quotidianità, alla loro dimensione naturale che è data dallo stare insieme ai loro coetanei. I bambini imparano anzitutto per imitazione, Vygotskij lo chiamava “sviluppo prossimale”; ora invece sono soli davanti ad un monitor con la connessione che va e che viene e la maestra che con un occhio guarda agli alunni in classe e un po’ a quelli a casa. I docenti stanno profondendo sforzi inauditi; la loro forza non è solo la passione professionale ma l’amore per i loro bambini. Questa è una nota commovente in un quadro surreale.

Secondo lei, come usciranno fuori i ragazzi da questa esperienza con la DAD, dal punto di vista psicologico, pedagogico e della preparazione scolastica?

Sul piano didattico, ci sarà molto da recuperare. Occorreranno dei momenti di recupero e la scuola dovrà inventarsi percorsi innovativi. Condivido e apprezzo l’idea, lanciata in questi giorni dalla Ministra, dei ristori educativi. Ma sono convinto che ce la faremo. I docenti non aspettano altro che tornare in classe. Sul piano psicologico, i bambini non dimenticheranno questo momento; ne parleranno ai loro nipoti, così come i nostri nonni ci raccontavano la loro infanzia trascorsa durante la guerra. Questo è un pensiero che a me, che sono padre di due bambini di 7 e 3 anni, provoca un dolore grandissimo, un senso di impotenza frustrante. Ma so che i bambini, più degli adulti, sanno parlare alla propria coscienza con fantasia e leggerezza. Mi piace pensare che, quando tutto sarà finito, potranno ritornare alla vita normale con la gioia di chi ha scampato un pericolo enorme e ha la voglia di scrivere da capo, ma in una maniera nuova, sicuramente migliore, il mondo che verrà. Forse godranno meglio delle piccole cose, apprezzeranno di più la normalità, perché hanno vissuto sulla propria pelle quanto possa diventare straordinaria e preziosa, quanto possa essere ambita e ricercata la normalità.

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